L’associazione per la Fusione dei comuni lancia la proposta su Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Tovo, Giustenice e Magliolo
- Postato il 20 novembre 2025
- 0 Copertina
- Di Il Vostro Giornale
- 2 Visualizzazioni

Val Maremola. Il pietrese Giuseppe Ponte, a nome dell’organizzazione “Fusione dei Comuni coordinanmento nazionale” – FCCN – (associazione no profit), lancia una sfida alla classe politica chiedendo di portare avanti la fusione dei comuni della Val Maremola.
La sua, in relazione a quanto portato avanti dal movimento, è una vera e propria proposta politico-amministrativa: “Con questo progetto voglio sollecitare i politici e gli aministratori locali attuali dei cinque comuni oggetto della fusione, ovvero Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Tovo, Giustenice e Magliolo, con dei referendum consultivi per chiedere alla cittadinanza un parere al riguardo”.
Lo scopo di FCCN è quello di dare una voce più forte e compatta a tutti i comitati che localmente promuovono le Fusioni come strumento di ottimizzazione e sviluppo. Pertanto le future azioni saranno indirizzate a rappresentare i propri soci presso le più alte istituzioni; diventare un organo consultivo di livello nazionale; promuovere mediaticamente su scala nazionale le iniziative di Fusione dei comuni; sostenere le attività dei comitati presso le sedi istituzionali locali e regionali e divulgare informazioni tecnico-giuridiche adeguate sia ai soci sia ai cittadini.
Il riassetto istituzionale degli enti locali attraverso la fusione dei Comuni è previsto dagli art.15-16 del TUEL (Testo Unico Enti Locali): “Gli obiettivi sono: razionalizzare i costi partendo da quello della politica (basti pensare ad avere un solo sindaco, un solo vicesindaco e meno assessori quanto sarebbe il risparmio); con i fondi bonus che arriverebbero in regalo rifare le tubazioni vecchie piene di liquami per avere il mare più pulito e valutare altri lavori strutturali per il territorio; ridurre le sedi comunali sempre per risparmiare o addirittura guadagnarci se locate; creare una biblioteca aperta 6 giorni su 7 dalle 8.30 alle 19.30 al posto di averne diverse che fanno orari spezzati non utili agli studenti universitari che puntano ad avere il massimo dei voti e che quindi necessitano di una struttura che faccia orario continuato (per il momento basterebbe tenere aperta di più quella di Borgio Verezzi)” spiega lo stesso Giuseppe Ponte.
“L’aspetto più significativo, a livello di risorse, è quello dei fondi bonus, che arriverebbero per quindici anni di fila, garantendo stanziamenti davvero consistenti” aggiunge. I fondi bonus, infatti, sono i contributi statali straordinari per sostenere gli enti nati da fusione. L’erogazione, gestita dal Ministero dell’Interno, avviene per dieci anni (con cinque anni aggiuntivi per le fusioni post-2014) e sono calcolati su una percentuale relativa ai trasferimenti erariali del 2010. “Ogni anno sono previsti 2 milioni di euro, più eventuali contributi regionali”.
“Inoltre, in caso un comune o più di uno si tirasse indietro successivamente all’esito negativo del referendum, si può sempre valutare di realizzare una fusione più piccola rispetto a quella territorialmente indicata”.
“Dal nostro osservatorio, in Italia i risultati dove si sono realizzate le fusioni sono positivi, come il caso della Valsamoggia, comune nella parte appenninica della provincia di Bologna, nato dalla fusione di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno” conclude.