L’ascesa dell’equitazione in Cina: Nuove opportunità nel settore equestre per l’Italia
- Postato il 20 agosto 2025
- Di Panorama
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Gli sport equestri hanno conosciuto una crescita straordinaria in Cina nell’ultimo decennio. Un tempo considerata una pratica di nicchia, l’equitazione ha rapidamente conquistato popolarità tra le nuove generazioni e la crescente classe media. I club di equitazione sono proliferati in città come Pechino, Shanghai e Chengdu, mentre le scuole equestri — spesso in collaborazione con istruttori stranieri — stanno formando una nuova generazione di cavalieri cinesi.
Un momento emblematico per questo settore è stato rappresentato dalle Olimpiadi di Tokyo 2020, quando la Cina ha schierato per la prima volta una squadra nazionale di equitazione, partecipando con successo alle competizioni di salto ostacoli e completo. Questo storico debutto ha rappresentato una pietra miliare, frutto di significativi investimenti e dello sviluppo delle infrastrutture equestri nazionali. Il traguardo olimpico ha anche elevato le aspettative verso un rafforzamento delle partnership internazionali, con particolare attenzione alla formazione, all’allevamento e alla logistica delle competizioni, settori in cui l’Italia vanta un’esperienza consolidata e un notevole know-how.
La Cina: Una Stella Emergente nell’Equitazione sulla Scena Internazionale
Lo scorso mese di maggio, Shanghai ha nuovamente ospitato uno degli eventi di punta del calendario mondiale dell’equitazione: il Longines Global Champions Tour.
Riconosciuto come uno degli appuntamenti più prestigiosi nel salto ostacoli, il Longines Championship ha riunito cavalieri d’élite provenienti da Europa, Americhe e Asia. Sullo sfondo del futuristico skyline di Lujiazui, l’equitazione di livello mondiale ha incontrato l’ambizione cinese, sottolineando la crescente rilevanza del paese nello sport equestre internazionale.
Più di una semplice competizione, il Longines Championship rappresenta un simbolo di prestigio, tradizione e atletismo d’élite — un punto di riferimento e un crocevia sempre più importante anche per gli stakeholder cinesi. Il ritorno a Shanghai nel 2024 dopo la pandemia di Covid-19 ha confermato l’importanza crescente della Cina sia come paese ospitante che come competitore, evidenziando al contempo aree in cui il paese cerca ulteriori collaborazioni internazionali.
Il Contributo Europeo alla Crescita della Cina: il Ruolo dell’Italia
La cultura equestre italiana va ben oltre lo sport. È profondamente radicata nella storia e nelle tradizioni del paese. Dal Palio di Siena — una corsa secolare che rappresenta ancora oggi un simbolo dell’identità culturale italiana — alla prestigiosa proprietà di scuderie italiane, i cavalli hanno sempre incarnato prestigio, comunità e arte nella millenaria cultura italiana.
L’Italia ha storicamente prodotto alcuni dei più celebri campioni dell’equitazione come Raimondo e Piero D’Inzeo, medagliati olimpici plurimi, e Lorenzo De Luca, uno dei più importanti saltatori internazionali odierni. Sulla scia di questa eredità, i cavalieri italiani continuano a brillare sui palcoscenici internazionali.
L’Italia inoltre è patria di pregiate razze equine come il Murgese, il Sella Italiano e l’Anglo-Arabo Sardo, apprezzate per prestazioni e tradizione.
Secondo dati elaborati dalla Federazione Italiana Sport Equestri ( FISE ), Luiss Business School e Nomisma, il valore complessivo dell’industria equestre italiana è stimato in circa 3 miliardi di euro, includendo attività sportive, allevamento, turismo, formazione e servizi collegati. Il solo comparto della formazione e delle attività equestri ricreative genera una spesa annua di circa 1,7 miliardi di euro da parte dei praticanti. Nel 2023, si contavano oltre 135.000 tesserati FISE, con circa 314.000 cavalli attivi sul territorio nazionale e un numero complessivo di 3,6 milioni di praticanti, in crescita del 20% rispetto al 2018 e le strutture equestri attive sono oltre 7.500. Questo vivace settore sostiene non solo allevatori, cavalieri e istruttori, ma anche una vasta gamma di imprese, dalla selleria alla moda di lusso fino al turismo di alta gamma, contribuendo significativamente al prodotto interno lordo nazionale.
Sul fronte cinese, secondo la China Equestrian Association, il valore complessivo dell’industria equestre cinese è passato da circa RMB 90,9 miliardi nel 2016 a RMB 138,3 miliardi nel 2019 (circa €17,5 miliardi), con il solo comparto della formazione che ha raggiunto RMB 13,83 miliardi (circa €1,7 miliardi). Nello stesso periodo, il numero dei club registrati è salito a 2.160, con circa 420,000 praticanti. Il mercato dell’attrezzatura equestre in Cina è stimato in USD 234 milioni (circa €200,3 milioni) nel 2024, con una crescita media annua del 5,7%.
Questa crescita esplosiva evidenzia l’urgenza — e il potenziale — per l’Italia di impegnarsi in modo più strategico con la Cina in questo settore.
Tuttavia, nonostante la sua tradizione storica e la forza economica, l’Italia è ancora poco rappresentata in uno dei mercati equestri a più rapida crescita al mondo: la Cina.
La domanda è evidente, ma cruciale: perché l’Italia non è in prima linea nella scena equestre cinese?
Paesi come Germania, Francia e Paesi Bassi hanno costruito una presenza importante nel mercato cineseattraverso partnership, esportazioni e la collaborazione di cavalieri e istruttori d’élite, l’Italia invece sembra assente dal fronte di questo mercato globale in espansione.
È una questione di mancati investimenti strategici o di un’opportunità semplicemente trascurata?
In realtà, il problema non riguarda le capacità, ma l’allineamento regolatorio. Paesi come Francia e Paesi Bassi hanno adottato misure strategiche per costruire solide collaborazioni con la Cina nel settore equestre. Grazie ai loro investimenti proattivi nelle relazioni bilaterali, hanno sottoscritto accordi veterinari con le autorità cinesi, che consentono l’esportazione diretta di cavalli vivi per sport e allevamento. Tali accordi facilitano inoltre procedure di quarantena semplificate, rendendo l’intero processo più efficiente e commercialmente sostenibile.
I benefici vanno ben oltre il commercio dei cavalli. Questi accordi hanno contribuito a creare un intero ecosistema che sostiene gli allevatori, permette ai cavalieri di venire in Cina, apre le porte agli istruttori, e consente ai brand di lusso legati all’equitazione di espandersi nel mercato cinese. Il risultato è un flusso robusto e reciprocamente vantaggioso di scambi commerciali e culturali.
L’Italia, invece, non ha ancora un accordo veterinario bilaterale tra il suo Ministero della Salute e l’Amministrazione Generale delle Dogane della Repubblica Popolare Cinese (GACC), e, ove applicabile, in coordinamento con il Ministero dell’Agricoltura e degli Affari Rurali (MARA). Questa lacuna normativa comporta protocolli di quarantena lunghi e complessi ( di oltre 6 mesi ), che costituiscono una barriera significativa all’ingresso.
Pertanto, le notevoli eccellenze italiane nell’allevamento e nello sport equestre restano sottoutilizzate in uno dei mercati più dinamici al mondo.
Dagli MOU ad Azioni di Governo mirate
In modo incoraggiante, un primo passo in questa direzione è appena stato compiuto. La firma del Memorandum of Understanding a Roma, lo scorso mese di Luglio, tra la Federazione Italiana Sport Equestri (FISE) e la Jiangsu Equestrian Association (JEA), una delle più grandi in Cina, segnala una volontà condivisa di rafforzare i legami.
Questo MOU getta le fondamenta per un dialogo istituzionale tra le controparti italiane e cinesi nel mondo equestre, segnando un importante primo passo.
In questo senso, il Segretario Generale della FISE, Dott. Simone Pirelli, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di aver avviato un percorso di collaborazione con la JEA. Opportunità di export per i nostri allevatori, formazione tecnica presso il Centro Equestre Federale e scambi culturali e commerciali rappresentano tante opportunità per il movimento sportivo equestre italiano.”
Inoltre, il Presidente della JEA, Dott. Frank Shen Houfeng, ha aggiunto: “L’Italia non è solo una potenza equestre riconosciuta nel mondo, ma anche il ‘punto di partenza’ per l’equitazione della provincia dello Jiangsu per affacciarsi al mercato globale.” Il Presidente della JEA ha ricordato che la provincia dello Jiangsu ha una connessione speciale con l’equitazione italiana, in quanto i cavalieri Bao Yingfeng e Sun Huadong hanno ottenuto la qualifica olimpica (MER) proprio in Italia, permettendo loro di rappresentare la Cina per la prima volta alle Olimpiadi di Tokyo.
Ha inoltre evidenziato: “Questa firma non è solo l’inizio di una semplice collaborazione, ma rappresenta il ‘riavvio’ dell’equitazione di Jiangsu dopo aver accumulato esperienza internazionale, segnando una nuova fase del nostro sviluppo.”
L’Avv. Matteo Zhi, senior partner dello Studio D’Andrea & Partners Legal Counsel, che ha assistito la JEA nella stesura del Memorandum of Understanding, ha sottolineato che un MoU del settore privato è solo un punto di partenza: «Siamo molto contenti della firma di questo MOU. Tuttavia è chiaro che un protocollo veterinario vincolante a livello governativo rappresenta ancora il tassello mancante affinché l’Italia possa ottenere un reale accesso al mercato cinese. Un accordo di questo tipo non solo supporterebbe gli allevatori e gli istruttori italiani, ma darebbe anche una spinta significativa alle piccole e medie imprese italiane nel settore. Inoltre siamo molto lieti di constatare l’interesse e l’impegno della FISE, dell’Ambasciata d’Italia in Cina nel sostenere questo processo, cosi come del Ministero della Salute italiano, oltre a quello della Jiangsu Equestrian Association che si adopererà attivamente con le autorità cinesi. »
L’Italia è ampiamente riconosciuta come leader mondiale nella selleria di alta gamma e nella lavorazione della pelle per l’equitazione, utilizzata da cavalieri olimpici, allenatori di alto livello e prestigiose scuderie in tutto il mondo, rafforzata dal ruolo di primo piano dell’Italia nel settore globale della moda. Marchi come Prestige Italia, Selleria Equipe, Pariani e Cavalleria Toscana sono tutti ampiamente rinomati per l’alta qualità dei materiali, che uniscono tradizione artigianale e innovazione.
Inoltre, una strategia lungimirante dovrebbe includere anche un rafforzamento della presenza di Fiera Verona SpA nel circuito equestre cinese. In quanto organizzatrice di una delle principali fiere internazionali del settore, con Fiera Cavalli, la cui espansione in Cina è stata limitata tra le altre cose dalle incertezze normative riguardanti l’importazione e l’esposizione di cavalli vivi e i relativi controlli veterinari.
Modellare una Cooperazione Strategica Futura tra Italia e Cina nel Mondo Equestre
Il Longines Championship di Shanghai non è solo una straordinaria vetrina di eccellenza atletica, ma rappresenta anche un grande esempio di come lo sport equestre possa fungere da ponte per costruire cooperazione, superando le frontiere e unendo nazioni attraverso la passione comune per l’equitazione.
Con la firma del Memorandum of Understanding tra la FISE e la JEA come punto di partenza, la strada per una collaborazione proficua tra le due federazioni è ormai tracciata.
Ora, il passo successivo è siglare un accordo bilaterale tra le nazioni che permetta di concretizzare questa alleanza e gettare le basi per una vera crescita condivisa.
Con le due culture millenarie che lavorano fianco a fianco, si apre una straordinaria opportunità per l’eccellenza italiana nell’equitazione, nel patrimonio e nell’innovazione di entrare in Cina in modo strutturato — dai cavalieri d’élite alle razze di cavalli allevati in Italia, fino alle attrezzature di alta gamma.
La firma di un accordo tra i due Paesi rappresenterebbe quindi il catalizzatore per far crescere insieme l’industria equestre, unendo le potenzialità di entrambe le nazioni. Un’ultima riflessione ci riporta alla storia: Marco Polo, il celebre esploratore e mercante italiano, autore del Milione e figura fondamentale nel rendere celebre la Cina e la Via della Seta, fu uno dei primi a stabilire rapporti diretti tra Italia e Cina. Recentemente, sono stati celebrati gli 800 anni dalla sua morte, un anniversario che ci ricorda come il legame tra le due nazioni si sia consolidato già secoli fa, anche attraverso il mondo equestre. La storia ci racconta che Marco Polo giunse in Cina proprio a cavallo, e magari a bordo di un cavallo italiano, un simbolo potente di come il mondo equestre abbia contribuito, nel corso dei secoli, a unire i popoli. Oggi, quel legame storico è pronto a evolversi in una nuova era di cooperazione internazionale.
A cura di: Avv. Carlo D’Andrea, Vicepresidente Nazionale della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina, Managing Partner di D’Andrea & Partners Legal Counsel