L’accordo sui dazi riduce il danno, il risveglio degli ambasciatori accende la polemica

  • Postato il 28 luglio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Certo, non la si può considerare una vittoria quella sui dazi al 15 per cento.

Ma un sospiro di sollievo si, se pensiamo alla catastrofe economica che si sarebbe abbattuta sull’Europa e sull’Italia se la von der Leyen e Trump non avessero raggiunto l’accordo.

Naturalmente, ora ci sono due facce della stessa medaglia: chi ritiene che questo patto porterà stabilità e chi, al contrario, scrive che l’incontro in Scozia sarà un vero e proprio disastro per il nostro Paese.

Le mezze misure non esistono. “Meglio chiudere dignitosamente una trattativa invece che scegliere una strategia letale”, sostiene la maggioranza. “L’Europa e quindi l’Italia si piegano a Trump”, si risponde a sinistra.

Come è ormai consuetudine non si bada al sodo, ma a quello che potrà fare più comodo alle proprie idee. È la solita storia che si ripete anche se si è in presenza di circostanze davvero difficili. Un’altra dimostrazione di quanto in Italia la politica non porterà a nulla  se non si cambia registro.

Meloni cauta sui dazi

L’accordo sui dazi riduce il danno, il risveglio degli ambasciatori accende la polemica, nella foto Trump e Meloni
L’accordo sui dazi riduce il danno, il risveglio degli ambasciatori accende la polemica – Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

Giorgia Meloni è cauta: “Si può essere ottimisti, ma sarà bene studiare i dettagli prima di pronunciarsi”.

Elly Schlein non si occupa dei dazi, ma di come parlare male della premier. Un classico che non poteva essere smentito. Il ritornello è sempre lo stesso, il refrain non cambia. “Siamo in presenza di un atteggiamento di piena sottomissione agli Stati Uniti”, precisa all’unisono la sinistra con Fratoianni, Bonelli e Magi.

Quali saranno i danni che dovranno pagare gli imprenditori e le nostre aziende?

Ecco il vero interrogativo su cui si dovrà dibattere, ma questo lo si potrà verificare solo fra qualche mese quando si sentiranno gli effetti negativi (o non) della nuova tassa che Trump (non lo dimentichiamo) voleva portare prima al cinquanta, poi al trenta per cento. Quindi è inutile adesso trarre conclusioni che potrebbero essere smentite dai fatti.

“Si doveva contrapporre un atteggiamento più duro”, dice l’opposizione. Se è di guerra commerciale che si parla si è davvero dinanzi ad un progetto che ci avrebbe visto capitolare in pochi mesi. Ve la immaginate voi una guerra tra il colosso americano e la frastagliata Europa? Come si sarebbe conclusa se con una sconfitta pesante dalle conseguenze irreversibili? I danni sarebbero stati peggiori.

Si fa un bilancio approssimativo di quel che perderemo con i dazi al 15 per cento. Dieci miliardi, più o meno, ovvero un mezzo punto del Pil.

Se scrivessimo che è poco diremmo una bugia, ma tutto deve essere rapportato allo scenario che avremmo avuto davanti senza l’accordo stipulato tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. “Dovremo comprare più armi americane e spendere molti più soldi per il gas”, si insiste a sinistra, ma questi sono “danni” che si vedranno in futuro. Oggi è troppo presto per avventurarsi in previsioni che potrebbero non trovare alcun riscontro.

È arrivato l’ambasciatore con la piuma sul cappello

Se si voleva trovare un altro pretesto per aumentare il dissidio politico, eccolo pronto: lo offre un gruppo di ex ambasciatori (una trentina) che scrivono una lunga lettera a Giorgia Meloni. Per quale ragione, di grazia? Perchè è urgente “riconoscere lo stato della Palestina”.

Così dopo anni di silenzio su tutto, la ex diplomazia fa quadrato per convincere il presidente del Consiglio che è assolutamente necessario compiere un passo del genere. Una sorpresa? Assolutamente si. Non sarebbe stato meglio chiedere un incontro a Palazzo Chigi e magari parlarne fra le mura domestiche di un problema così complicato?

A gettarsi a capofitto sulla questione come poteva mancare un intervento di Giuseppe Conte che fa sempre finta di essere dalla parte della Schlein, mentre la vorrebbe pugnalare alla schiena per prendere il suo posto. Il leader dei pentastellati applaude alla lettera dei diplomatici e sostiene che si tratta di patrioti che hanno avuto il coraggio di dire la loro alla premier. Patroti?  Non si irrideva alla Meloni quando usava questo sostantivo? Ma i pareri sono ondivaghi a seconda delle situazioni e i politici sono bravissimi ad afferrare il momento opportuno.

I dazi, d’accordo, sono un problema importantissimo per il futuro della nostra economia. Ci sono titoli a più colonne sui nostri quotidiani. Insieme, però, ad una vicenda in cui è coinvolto il bellissimo del nostro cinema, al secolo Raoul Bova. Sono state trovate lettere in cui viene alla luce un rapporto fra lui ed una donna diversa dalla moglie. Un tradimento, insomma. Possiamo scrivere che questi sono fatti suoi e che alla stragrande maggioranza degli italiani delle  corna di Bova non gliene frega niente?

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Autore
Blitz

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