La Sindone è davvero il lenzuolo che avvolse Gesù? Nuovi studi per il si (ma Giovanni e Luca parlano di bende)
- Postato il 20 aprile 2025
- Di Blitz
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La Sacra Sindone conservata da secoli nel Duomo di Torino è davvero il lenzuolo che avvolse il corpo di Gesù nel Sepolcro?
Il dibattito si è fatto intenso negli ultimi decenni, dopo che un esame al radio carbonio del tessuto, a fine anni ‘80, sentenziò che si trattava di un manufatto medievale.
Più di recente un contro studio ha individuato dei difetti nell’analisi radiocarbonica, riaprendo la contesa fra esperti.
Negli ultimi giorni, Academia.edu ha rilanciato un articolo di Tristan Casabianca, ricercatore francese che segue il tema della Sindone dal 2013, che si sbilancia molto a favore della autenticità della Sindone.
La Sindone è autentica?

Academia.edu ha anche diffuso un lavoro di Russ Breault, americano, studioso della Sindone, presidente e fondatore dello Shroud of Turin Education Project Inc., la cui missione è di: “Avanzare la conoscenza della Sindone a una nuova generazione”.
Breault riporta quelli che ritiene “importanti riferimenti storici” della Sindone attraverso i primi secoli da lui trovati in più fonti. Insieme, formano un argomento avvincente per una pista storica che risale a mille anni prima del 14 secolo indicato dai test al carbonio del 1988.
Il sacro lenzuolo da Costantinopoli a Torino
Questi importanti riferimenti indicano che la stoffa era a Costantinopoli prima che fosse rubata nel 1204 e successivamente esposta a Lirey, in Francia nel 1356.
L’unico riferimento preciso alla sepoltura di Gesù in realtà pare essere contenuto nel Vangelo di Giovanni e in quello di Luca: non vi si parla di lenzuola ma di bende. (Gv19,40) Presero il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei.
Tristan Casablanca, con un lungo, articolato e meno dogmatico studio, cerca di rispondere alla domanda di fondo.
Quali prove supportano le affermazioni sull’autenticità del sudario di Torino?
Lo studio, scrive, “esamina criticamente quattro decenni di ricerca accademica sul sudario di Torino, un artefatto archeologico altamente dibattuto”.
Impiegando “metodi epistemologici avanzati”, lo studio valuta sistematicamente le due ipotesi principali: la creazione medievale del sudario e la sua autenticità come la stoffa di sepoltura di Gesù di Nazaret.
L’esame, afferma Tristan Casablanca, suggerisce un “mandato” (termine gergale per un’ipotesi più probabile che no) a favore dei sostenitori della autenticità.
All’inizio degli anni ’80, il processo di formazione di datazione e immagine del sudario di Torino era sia un enigma archeologico che una sfida epistemologica.
I risultati della datazione al radiocarbonio del 1988 hanno giocato un cruciale ruolo, anche se la validità del test è stata sempre più messa in discussione nella letteratura scientifica negli ultimi 20 anni. Tuttavia, argomenti analitici suggeriscono una preferenza per la l’autenticità del sudario di Torino.
La probabilità che la Sindone di Torino sia la stoffa di sepoltura di Gesù di Nazareth emerge come notevolmente alto, raggiungendo il 99%, conclude Tristan Casablanca.
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