La pressione di Trump su Mosca passa da Erdogan

  • Postato il 25 settembre 2025
  • Di Panorama
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È stato un bilaterale delicato quello tenutosi alla Casa Bianca tra Donald Trump e Recep Tayyip Erdogan. I dossier che interessano attualmente Stati Uniti e Turchia sono numerosi. E, se su alcuni si registra convergenza, su altri la situazione è più spinosa. Trump ha aperto alla possibilità che Washington revochi le sanzioni ad Ankara sugli F-35 «quasi immediatamente». Ha inoltre sottolineato il ruolo del presidente turco nell’aver contribuito ad abbattere il regime di Bashar al Assad in Siria. «Penso che il presidente Erdogan sia l’unico responsabile della Siria, del successo della lotta per liberare la Siria dal suo ex leader. E penso che quest’uomo sia responsabile. Non si assume la responsabilità. Ma in realtà è un grande risultato», ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca. Ricordiamo d’altronde che l’attuale leader siriano, Ahmed al-Sharaa, è storicamente spalleggiato dalle forze di Ankara. Non solo. Trump si è anche augurato «ottimi accordi commerciali» tra Stati Uniti e Turchia. «Facciamo molti affari con la Turchia. Costruiscono prodotti eccellenti», ha specificato.

Maggiore distanza si è invece registrata sul dossier russo. Il presidente americano ha infatti esplicitamente chiesto a Erdogan di cessare l’acquisto di petrolio da Mosca. «Vorrei che smettesse di comprare petrolio dalla Russia mentre la Russia continua la sua furia contro l’Ucraina, e loro stanno combattendo. Hanno già perso milioni di vite, e per cosa, sapete, per cosa? È vergognoso», ha detto Trump. Un altro punto di attrito tra Washington e Ankara è poi rappresentato dalla crisi di Gaza: non è infatti un mistero che Erdogan sia un aspro critico di Israele e di Benjamin Netanyahu. «Abbiamo avuto un incontro fantastico l’altro giorno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, come sapete, e credo che siamo, credo che siamo vicini a raggiungere una sorta di accordo. Sì, vogliamo, vogliamo riavere gli ostaggi. Devo riavere gli ostaggi», ha detto Trump a tal proposito. «Ho incontrato Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti. Abbiamo incontrato la Giordania. Abbiamo avuto un incontro davvero fantastico. Credo che in quell’incontro si siano stabiliti molti punti», ha proseguito, per poi aggiungere: «Penso che ce la faremo».

Insomma, il rapporto tra Washington e Ankara è complesso. A fronte di alcune convergenze, le divergenze non mancano. Tuttavia è interessante notare come Trump stia cercando di far leva sulle relazioni con la Turchia per mettere sotto pressione la Russia sulla questione ucraina. Al di là del tema del gas, Trump ha iniziato a spalleggiare il sultano in Siria, essendo ben consapevole del fatto che l’ascesa di al-Sharaa abbia danneggiato gli interessi di Mosca in Medio Oriente. Non dobbiamo poi dimenticare che Erdogan ha dato la sua benedizione al recente accordo di pace, mediato dalla Casa Bianca, tra Armenia e Azerbaigian: un accordo che ha inferto un duro colpo all’influenza russa sul Caucaso del Sud. Infine, ma non meno importante, Trump sta cercando di intensificare i rapporti con Erdogan nel settore della Difesa proprio per allontanarlo il più possibile dall’orbita di Mosca.

È questa la strategia che il presidente americano sta seguendo. Bisognerà tuttavia capire se riuscirà a convincere un leader pragmaticamente spregiudicato come il sultano.

Autore
Panorama

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