“La posizione di Schlein sulle armi è sensata, il riarmo non porterà più sicurezza ma altri conflitti”: il documento degli ex big del Pd toscano
- Postato il 18 marzo 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni

“Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. (…) Le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto”. Così, nel febbraio del 1965, don Lorenzo Milani scriveva ai cappellani militari della Toscana, autori di un documento contro l’obiezione di coscienza. Per questa lettera il priore di Barbiana fu processato, assolto in primo grado, condannato in appello. Ma il suo no alla guerra fece breccia nell’Italia degli anni Sessanta e, ovviamente, nella sua Toscana, dove da Giorgio La Pira a padre Ernesto Balducci, fin dal dopoguerra sono state condotte battaglie in favore della pace. Basti pensare, ad esempio, nel novembre del 1964, al viaggio ad Hanoi di La Pira, allora sindaco di Firenze, per favorire la pace in Vietnam.
E’ in questo contesto, facendo riferimento a queste radici ideali che 21 tra i maggiori esponenti della sinistra toscana degli ultimi decenni, oggi iscritti o vicini al Pd, hanno stilato un documento di solidarietà alla segretaria Elly Schlein e di aperta critica al piano di riarmo proposto dall’Europa. Tra i firmatari spiccano due ex presidenti di Regione come Vannino Chiti (poi anche ministro) e Claudio Martini, che volle un assessore alla pace e alla cooperazione internazionale, il lucchese Massimo Toschi, grande amico di Romano Prodi. Due ex sindaci, il fiorentino Leonardo Domenici e il pisano Paolo Fontanelli. Altra figura di primo piano il fiorentino Michele Ventura, ex parlamentare, molto vicino a Pier Luigi Bersani, tra le prime “vittime” di Matteo Renzi all’inizio della sua scalata, quando il rottamatore vinse le primarie per il candidato sindaco di Firenze. E ancora gli ex presidenti nazionali dell’Arci Francesca Chiavacci e Paolo Beni, ex parlamentari e amministratori locali. Sostengono i firmatari toscani: “Il riarmo indiscriminato, peraltro sottoposto ai vari nazionalismi, lungi dal portare sicurezza, alimenterà solo una spirale di domanda-offerta di armi, di instabilità, di conflitti e nuovo riarmo. Questa spirale deve essere interrotta, non alimentata: la storia e il futuro della sinistra non possono poggiare sul riarmo, ma solo sulla ricerca instancabile del dialogo e della pace”.
Quella di Schlein – si legge ancora nel documento – è una “posizione ragionevole e sensata che ha ben compreso che il progetto RearmEu è l’esatto opposto della premessa alla difesa comune europea: un ulteriore incentivo economico alla spesa militare per i singoli Paesi ad esclusivo beneficio delle imprese produttrici di armi, sottraendo risorse ad altre e ben più importanti priorità”. Dopo aver espresso la loro solidarietà e il loro sostegno a Schlein, gli ex amministratori e parlamentari della sinistra toscana criticano i “molti parlamentari europei del Partito Democratico e del gruppo socialista europeo che si sono omologati acriticamente alla retorica dei riarmo e alla economia di guerra in cui la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen vuole trascinare l’Europa. Non si tratta certo di una scelta coerente con il progetto del Manifesto di Ventotene di Spinelli, Rossi e Colorni. Quell’idea di un’Europa federale nasceva come reazione alla guerra più devastante dell’era moderna, durante la quale si è assistito alle forme più disumane della violenza, dalla Shoah all’uso della bomba atomica e si fondava sui valori della pace, della libertà e della democrazia”.
Infine richiamandosi a padre Balducci e al suo avvertimento sui pericoli della minaccia nucleare che “rende possibile all’utopia di appropriarsi dei severi argomenti del realismo, e al realismo, pena la negazione di sé stesso, di integrare in sé le ragioni dell’utopia”, così si conclude il documento: “Oggi, di fronte all’espandersi dei nazionalismi, alimentati da Trump come da Putin, e dei conflitti ai confini dell’Europa, il coraggio della ricerca e della costruzione instancabile della pace è l’unico realismo possibile”.
L'articolo “La posizione di Schlein sulle armi è sensata, il riarmo non porterà più sicurezza ma altri conflitti”: il documento degli ex big del Pd toscano proviene da Il Fatto Quotidiano.