La Groenlandia oggi al voto, tra ambizioni di indipendenza e l'ombra di Trump
- Postato il 11 marzo 2025
- Di Agi.it
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La Groenlandia oggi al voto, tra ambizioni di indipendenza e l'ombra di Trump
AGI - Indipendenza, sì, ma quando? Oggi i groenlandesi voteranno per le elezioni legislative, un momento fondamentale per stabilire quando rompere i legami con la Danimarca, l'attuale potenza tutelare, senza cadere nelle grinfie di Donald Trump. L'insistenza, a volte minacciosa, del presidente americano nel voler prendere possesso della Groenlandia ha dato impulso alle aspirazioni indipendentiste dei 57.000 abitanti del territorio, molti dei quali affermano di non voler essere nè danesi nè americani, ma groenlandesi.
"Donald Trump ha in un certo senso rilanciato la questione dell'indipendenza", spiega la politologa Maria Ackren dell'Università della Groenlandia "Non si tratta di una novità per i groenlandesi, ma ora fornisce ai decisori e ai politici groenlandesi uno stimolo per raggiungere forse obiettivi che fino a ora non erano possibili". La questione ha occupato un posto importante nella campagna elettorale, tra temi come l'istruzione, gli affari sociali, la pesca (che costituisce il 90% delle esportazioni dell'isola) e il turismo.
Quasi tutti i partiti politici vorrebbero che il vasto territorio ghiacciato, 50 volte più grande della Danimarca ma 100 volte meno popolato, volasse da solo. Le numerose gru che svettano sopra Nuuk, la capitale, testimoniano una rapida modernizzazione che ha reso vulnerabile una parte della popolazione, in larga maggioranza Inuit, dedita alla caccia e alla pesca. Visibile a occhio nudo, la miseria sociale si ritrova anche nelle statistiche: un tasso di suicidi tra i più alti al mondo, un numero di aborti superiore a quello delle nascite, una speranza di vita inferiore ai 70 anni per gli uomini. Sebbene il desiderio di indipendenza sia ampiamente condiviso, i partiti politici che competono per i 31 seggi del Parlamento non sono d'accordo sui tempi.
Tra i più impazienti, il partito nazionalista Naleraq (opposizione), molto visibile durante la campagna, chiede che il processo di indipendenza inizi al più presto. Nelle precedenti elezioni del 2021 aveva ottenuto il 12% dei voti. "L'interesse che stiamo riscontrando, non solo negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo, è a nostro favore", dice Juno Berthelsen, una delle candidate di punta "Possiamo azzardare una stima: ciò avverra' in uno o due cicli elettorali - di quattro anni ciascuno - ma dipenderà da come andranno i negoziati tra Groenlandia e Danimarca".
Colonizzata dai danesi più di tre secoli fa, l'isola artica ha ottenuto l'autonomia nel 1979, ma le funzioni di sovranità (affari esteri, difesa) competono ancora a Copenaghen. Grazie a una legge del 2009, i groenlandesi possono avviare autonomamente il processo di indipendenza, che prevede la negoziazione di un accordo con la Danimarca, che deve poi essere approvato tramite referendum in Groenlandia e tramite una votazione nel parlamento danese. Le due componenti della coalizione uscente, Inuit Ataqatigiit (IA, il partito verde di sinistra del primo ministro Mute Egede) e Siumut (il partito socialdemocratico), hanno meno fretta, ma potrebbero esserci divisioni interne.
Chiedono che il territorio raggiunga prima una certa sostenibilità economica, dato che gli aiuti annuali di circa 530 milioni di euro erogati da Copenaghen rappresentano un quinto del suo PIL. "Le discussioni sull'indipendenza sono ancora sul tavolo. Questo è l'obiettivo finale per molti di noi in Groenlandia, ma ci vorranno 10, 20 anni o più", afferma Aaja Chemnitz, membro dell'IA e uno dei due rappresentanti della Groenlandia nel Parlamento danese "È importante parlare dello sviluppo economico della Groenlandia e di come realizzarlo in modo molto più sostenibile". Il capo di Siumut, Erik Jensen, ministro delle Finanze uscente, è seccato dal fatto che la questione dell'indipendenza abbia eclissato, almeno nei media stranieri e danesi, quelli legati alla vita quotidiana delle persone.
"Anche l'indipendenza è un aspetto importante del nostro programma, ma qui in Groenlandia tutti parlano di salute, scuole e asili nido", dice. Nelle strade ventose di Nuuk, gli abitanti oscillano tra il desiderio di evasione e il realismo economico: lo sfruttamento delle risorse minerarie dell'isola, spesso presentato come un nuovo trampolino di lancio finanziario, è ancora in fase embrionale.
Cinque cose da sapere sulla Groenlandia
Il territorio autonomo danese della Groenlandia, i cui abitanti domani sono chiamati al voto per le elezioni legislative, è stato catapultato sotto i riflettori per le ambizioni statunitensi per le sue risorse naturali e la sua posizione geografica strategica.
Ecco cinque cose da sapere sulla Groenlandia
"Terra verde"
Abitata dagli Inuit a intermittenza per quasi 4.500 anni, l'isola fu originariamente soprannominata "Terra verde" da Erik il Rosso, un esploratore vichingo che sbarco' all'estremità meridionale dell'isola nel X secolo. Un nome poco appropriato, poiché circa l'80 percento della sua superficie di oltre due milioni di chilometri quadrati è coperto di ghiaccio. Colonizzata dalla Danimarca 300 anni fa, fu integrata nel Regno di Danimarca nel 1953. Nel 1979, Copenaghen concesse alla Groenlandia l'autonomia ulteriormente estesa con una legge del 2009, sebbene Copenaghen decida ancora sulla politica estera e sulle questioni militari. L'economia, basata principalmente sull'industria della pesca, dipende fortemente dai sussidi di Copenaghen per oltre 550 milioni di euro, equivalenti a un quinto del PIL dell'isola. Contrariamente alla Danimarca, la Groenlandia non è membro dell'Unione Europea da cui si è ritirata nel 1985. Oltre il 90 percento dei suoi 57.000 abitanti, circa 19.000 dei quali vivono nella capitale Nuuk, sono Inuit.
Le ambizioni degli Stati Uniti
Il presidente Donald Trump ha ripetutamente affermato da dicembre che gli Stati Uniti hanno in programma di impossessarsi della Groenlandia, alzando i toni in un discorso al Congresso del 4 marzo. "Ne abbiamo davvero bisogno per la sicurezza mondiale internazionale. E penso che lo otterremo", ha detto. L'interesse degli Stati Uniti per il territorio non è una novità: nella Dottrina Monroe del 1823, gli Stati Uniti sostenevano che la Groenlandia faceva parte della sua "sfera di interessi". Quasi un secolo dopo, nel 1917, Washington acquisì le Isole Vergini dalla Danimarca e riconobbe la sovranità della Danimarca sulla Groenlandia. Durante la seconda guerra mondiale, quando la Danimarca fu occupata dalla Germania, la Groenlandia passo' sotto la protezione degli Stati Uniti e fu restituita alla Danimarca alla fine della guerra. Gli Stati Uniti mantennero diverse grandi basi militari e una di queste, Pituffik, nel nord-ovest dell'isola, è ancora in uso. Gli Stati Uniti hanno anche un consolato a Nuuk.
Minerali a palate
Il suolo della Groenlandia è ricco di riserve minerali e petrolifere inutilizzate, ma su scala globale le quantità sono modeste. E attualmente ci sono solo due miniere in uso. Le terre rare della Groenlandia, la cui domanda dovrebbe aumentare in futuro, sono stimate in 36,1 miliardi di tonnellate dal Geological Survey of Denmark and Greenland (GEUS), ma le sue riserve economicamente e tecnicamente recuperabili, ammontano a solo circa 1,5 milioni di tonnellate. L'opposizione pubblica all'estrazione di uranio nella Groenlandia meridionale ha anche portato a una legge che vieta qualsiasi estrazione di materiali radioattivi. Si ritiene inoltre che l'isola sia situata su un'abbondanza di petrolio e gas, ma ha sospeso l'esplorazione per timori legati alla tutela dell'ambiente e mira invece a sviluppare l'energia idroelettrica. Lo scioglimento dei ghiacciai sta anche rilasciando una farina di roccia ricca di minerali che può essere utilizzata come fertilizzante nei terreni impoveriti o aridi in Africa e Sud America.
Prima linea del riscaldamento globale
L'enorme territorio sta sperimentando in prima persona gli effetti del riscaldamento globale, con l'Artico che si riscalda quattro volte più velocemente del resto del pianeta.
Numerosi studi hanno anche dimostrato che lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia ha accelerato dal 1979. Se la massa di ghiaccio, la seconda più grande al mondo dopo l'Antartide, dovesse sciogliersi completamente, potrebbe causare un innalzamento del livello del mare di oltre sette metri.
Rotte settentrionali
La Groenlandia non ha una rete stradale o ferroviaria, quindi per i trasporti ci si affida a elicotteri, aerei e barche. L'aumento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacci stanno nel frattempo aprendo nuove e più brevi rotte di navigazione, rafforzando la posizione strategica del territorio. Conta sulla crescita del turismo per dare impulso alla sua economia: a novembre l'aeroporto di Nuuk è stato aperto ai voli a lungo raggio, rendendo più facile l'accesso internazionale al territorio.
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