La Flotilla è pronta a ripartire. La delegazione italiana resta a bordo delle navi, Tajani: “Sanno quali sono i rischi”

  • Postato il 27 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La Sumud Flotilla nelle prossime ore riprenderà la rotta verso Gaza, nonostante i guasti, gli attacchi di Israele e gli appelli a desistere. È quanto si apprende dai membri degli equipaggi, secondo cui le notizie fornite sulle condizioni meteo permetterebbero la navigazione. Alcuni, però, avrebbero deciso di non ripartire e sarebbero comunque in corso interlocuzioni riguardo all’ipotesi di una mediazione, affinché si possano scongiurare tensioni con le autorità israeliane. Smentita, invece, la voce circolata nelle ultime ore secondo cui gli italiani presenti sulle oltre 40 barche della Flotilla avrebbero deciso di tornare a terra: “Nonostante i sabotaggi la missione continua. L’attenzione deve essere rivolta a Gaza, dove solo all’alba di oggi sono state uccise altre 44 persone. La delegazione italiana presente a bordo è composta da circa 50 persone – è sottolineato – di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l’attività insieme all’equipaggio di terra. Tra di loro la portavoce Maria Elena Delia, come è stato già comunicato”.

Gli italiani accusano la Farnesina

L’annuncio della delegazione italiana, inoltre, prosegue con un’accusa dura al ministero degli Esteri: “La missione è complessa e delicata – hanno scritto – Le imbarcazioni sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. A questo – si legge ancora – si aggiunge che ieri la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo“. Non solo: “Per queste ragioni, oltre che per altre di natura personale, è assolutamente legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma”. Gli attivisti inoltre hanno fatto sapere che “ridurre la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all’ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin dall’inizio – hanno spiegato – l’attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale – illegale dal 2007 – di Israele a largo di Gaza, sull’assedio alla popolazione palestinese, sull’occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone”. “La delegazione italiana – hanno concluso – continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza”.

La nave più importante non può ripartire

La ripartenza della Flotilla verso Gaza, tuttavia, è contraddistinta anche da una notizia non buona per la missione: “La Family Boat ha subito un guasto catastrofico al motore e non può più proseguire” ha scritto su Telegram la Global Sumud Flotilla. La Family Boat è la nave di 35 metri che ha già resistito ad attacchi di droni con ordigni incendiari nelle acque tunisine e ha superato continue difficoltà burocratiche. Nonostante lo stop all’imbarcazione più importante, però, i responsabili dell’iniziativa hanno fatto sapere che “la nostra missione è incrollabile. Ci stiamo adattando immediatamente, riassegnando il coordinamento della nostra flotta e assicurandoci di continuare la nostra missione urgente. L’invasione completa di Gaza City – hanno fatto sapere – continua a una velocità incessante e la nostra necessità di agire non è mai stata così grande. Andiamo avanti – hanno concluso – portando con noi tutti gli aiuti che possiamo, tutte le persone che possiamo e i cuori e le menti delle maggioranze sociali del mondo. Non ci arrenderemo mai”.

Altre navi da Catania verso Gaza

Alla defezione della Family Boat, però, fa da contraltare l’arrivo di altre imbarcazioni. La pioggia battente che cade su Catania infatti non ha fermato gli organizzatori delle due nuove flotte, una decina di barche, due al porticciolo di San Giovanni Li Cuti e le altre in rada, che si preparano a prendere il mare per Gaza. Sono quelle organizzate da Thousand Madleens to Gaza & Freedom Flotilla Coalition, che, meteo permettendo, dovrebbe salpare prima di sera dal capoluogo etneo. La flotta, hanno spiegato gli organizzatori delle due nuove flottiglie, partirà per “sfidare il blocco illegale imposto da Israele a Gaza ed esporre i sistemi che rendono possibili i suoi crimini di guerra”. “Navigheremo – dicono – perché le potenze mondiali consentono l’assedio illegale di Gaza da parte di Israele. Navigheremo per romperlo, per smascherare i sistemi che sostengono i crimini di guerra di Israele, e per affermare i diritti del popolo palestinese”.

Thousand Madleens to Gaza e Global Sumud sono “iniziative alleate e in contatto quotidiano” hanno spiegato gli organizzatori. “Navighiamo al loro fianco – hanno aggiunto – ma non aspetteranno che ci uniamo a loro in mare. Alcune imbarcazioni del Gsf, in particolare la Conscience, si uniranno alle Thousand Madleens in mare”. Le imbarcazioni per la “maggior parte, trasportano forniture mediche, cibo secco e materiale scolastico, poiché queste sono state segnalate come alcune delle principali priorità dai palestinesi sul campo”. “Siamo pronti a partire – hanno annunciato in conferenza stampa – e non finiremo fino a quando la Palestina, vittima di attacchi senza precedenti, non sarà libera. Con noi i cittadini del mondo che finalmente si stanno ribellando e lottano, con azioni non violente, per la liberazione del popolo palestinese”.

Frontex si sfila

Nelle scorse ore, inoltre, era circolata la voce che la Flotilla avrebbe potuto contare sull’aiuto di Frontex in caso di attacco. Non è così. “Siamo un’agenzia di controllo delle frontiere europee, un’organizzazione civile, non militare: non abbiamo la capacità di fornire protezione o scorta” ha spiegato all’Ansa un portavoce della stessa Frontex, precisandone i limiti di mandato dopo le sollecitazioni giunte dalla politica per l’impiego delle sue navi. In tutto, 58 eurodeputati di Sinistra, Verdi, Socialisti e non iscritti hanno scritto a Ursula von der Leyen per chiedere un intervento di Frontex. Da Bruxelles, ha evidenziato, non è arrivata alcuna richiesta in tal senso: “La Commissione sa che non rientra nei nostri compiti“.

La posizione di Tajani: “Flotilla va avanti? Agli italiani abbiamo spiegato i rischi”

Prima la possibilità di un colloquio per mediare, poi una sorta di avvertimento: “Conoscono i rischi”. Il rapporto tra il ministro degli Esteri Tajani e la delegazione italiana di Global Sumud Flotilla ha fatto registrare nuovi capitoli, per certi versi contraddittori. “Se lo chiederà, io sono disposto ad ascoltare tutti, a parlare con tutti. Il mio telefono è sempre acceso, sono pronto ad ascoltare chi vuole parlare, lo abbiamo sempre fatto con tutti i nostri concittadini” ha detto in mattinata il vicepremier durante la festa di Forza Italia a Telese Terme (Benevento), rispondendo a chi gli domandava se la Farnesina ha in programma un confronto con Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana di Global Movement to Gaza, che ieri ha lasciato la Flotilla per rientrare in Italia “al fine di condurre un dialogo diretto con le istituzioni per garantire l’incolumità dei membri italiani dell’equipaggio e il raggiungimento degli obiettivi della missione nel rispetto del diritto internazionale”. La replica non si è fatta attendere. “È apprezzabile la disponibilità del ministro degli esteri Tajani a proseguire nell’interlocuzione con la delegazione italiana del Global movement to Gaza” ha risposto Maria Elena Delia. Che poi ha aggiunto: “Auspichiamo tuttavia che si possa individuare rapidamente una soluzione che tenga conto tanto della gravissima emergenza umanitaria quanto della necessità di ripristinare la legalità internazionale”. Apertura, quindi, che però è durata fino a quando non si è diffusa la notizia che la Flotilla e la delegazione italiana hanno annunciato di esser pronte a ripartire. “Noi abbiamo detto quali sono i rischi e i pericoli. Lo ha detto il presidente della Repubblica, le parole del presidente della Repubblica sono inequivocabili. Assolutamente” ha commentato il numero uno della Farnesina, che ha sottolineando di condividere “parola per parola il presidente della Repubblica Mattarella – ha aggiunto Tajani – È quello che gli abbiamo detto dal fin primo giorno. Poi, fino a che noi possiamo fare qualcosa per scongiurare rischi per i cittadini italiani, lo facciamo. Se poi entrano dentro – ha concluso – li assisteremo là. La nave militare non gli fa la scorta, questa è l’unica cosa certa”.

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Il Fatto Quotidiano

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