Kennedy Center, da tempio della cultura dem a vessillo Maga

  • Postato il 18 dicembre 2025
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  • Di Agi.it
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Kennedy Center, da tempio della cultura dem a vessillo Maga

AGI - Il Kennedy Center for the Performing Arts cambia nome: da oggi è il Trump-Kennedy Center for the Performing Arts. Per volontà unanime, ha annunciato la Casa Bianca, del suo consiglio di amministrazione. Presieduto proprio da Donald Trump. Si apre dunque ufficialmente un nuovo capitolo Maga per una delle più prestigiose istituzioni culturali americane.

Alla sua nascita, nel 1958, doveva essere la vetrina della cultura americana nel cuore dell'America. Bipartisan, come la legge approvata dal Congresso e firmata dal presidente Dwight D. Eisenhower per creare un Centro Culturale Nazionale nella capitale, sulle rive del Potomac. Ma i lavori non iniziarono subito.

La campagna di John Fitzgerald Kennedy

Furono John Fitzgerald Kennedy e la moglie Jackie, nel novembre del 1962, a lanciare la campagna per la raccolta di 30 milioni di dollari per la realizzazione del Centro. Cui, sempre nello spirito bipartisan dell'iniziativa, aderirono anche l'ex presidente Eisenhower e sua moglie Mamie.

L'intitolazione a Kennedy

Ma Kennedy non poté veder nascere il centro che fino a oggi ha portato il suo nome. Due mesi dopo il suo assassinio a Dallas, con un atto del Congresso convertito in legge dal presidente Lyndon B. Johnson il 23 gennaio 1964, il National Cultural Center fu intitolato alla sua memoria. Fu un riconoscimento "all'attenzione del presidente Kennedy per l'avanzamento delle arti dello spettacolo negli Stati Uniti", si legge sul sito del Centro che da allora ha sempre ospitato spettacoli di altissimo livello. E che da molti è stato considerato tempio della cultura democratica.

La missione culturale del centro

"La missione del Centro è stabilita nel suo statuto: musica classica e contemporanea, opera, dramma, danza e altre arti provenienti dagli Stati Uniti e da altri paesi", si legge ancora sul sito. Lo sforzo è di garantire che il centro ospiti "programmi e politiche di educazione e sensibilizzazione" al "più alto livello di eccellenza e rifletta la diversità culturale degli Stati Uniti". Per onorare la propria missione, il Kennedy Center propone "opere d'arte di livello mondiale degli artisti che definiscono la nostra cultura oggi, offre potenti opportunità di educazione artistica a livello nazionale e incarna gli ideali del presidente Kennedy in tutte le attività del Centro".

L'era Trump al Kennedy Center

Questo fino al 20 gennaio, quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca. Neppure un mese dopo il suo insediamento, il 12 febbraio, Trump è stato eletto all'unanimità presidente del consiglio di amministrazione del Centro. Ha avviato lavori di ristrutturazione in stile Trump e inaugurato un nuovo corso anche in tema di contenuti, tanto che diversi artisti hanno rinunciato a esibirsi sul palco del Kennedy Center. Quando a giugno il presidente si è presentato con Melania alla prima del musical Les Misérables, è stato fischiato a lungo e ha dovuto assistere a una sfilata di drag queen.

I Kennedy Center Honors e gli artisti Maga

Otto giorni fa il presidente ha voluto presentare di persona la cerimonia per l'assegnazione dei prestigiosi Kennedy Center Honors, che andrà in onda sulla Cbs il 23 dicembre. Un tempo andati a stelle del calibro di Aretha Franklin o Plácido Domingo, i riconoscimenti sono stati assegnati quest'anno ad artisti dichiaratamente Maga, da Sylvester Stallone, al cantante country George Strait, dalla leggenda della disco-music Gloria Gaynor e alla rock band Kiss.

Il futuro del centro con il doppio nome

Non è chiaro se il doppio nome porterà anche una seconda mostra gemella di quella permanente su 'Arte e ideali' di Jfk, all'ultimo piano del centro, dedicata a 'Arte e ideali' di Donald Trump.

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Autore
Agi.it

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