Juventus, conclusa la squalifica di Andrea Agnelli dopo 34 mesi: il web bianconero lo acclama, gli scenari possibili
- Postato il 20 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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Un capitolo chiuso: duro, lungo, dolente, ma chiuso. Andrea Agnelli può ufficialmente tornare a ricoprire ruoli operativi nel mondo del calcio. La sua inibizione si è conclusa dopo 34 mesi.
- Andrea Agnelli, conclusa l'inibizione
- I filoni d'inchiesta
- Il patteggiamento
- I tifosi della Juve lo acclamano
- Agnelli torna in pista
- Agnelli e l'Opa alla Juventus
- Gli scenari possibili
Andrea Agnelli, conclusa l’inibizione
L’ex presidente della Juventus, della quale era stato alla guida dal 2010 al 2022, era stato inibito dalla Corte Federale d’Appello della Figc per 24 mesi nell’ambito del processo sportivo sulle plusvalenze della Juventus. Squalifica che era stata poi confermata il successivo 23 aprile, quando il Collegio di Garanzia del Coni aveva respinto il ricorso del diretto interessato.
I filoni d’inchiesta
Successivamente si era aggiunto il secondo filone dell’inchiesta sportiva sulla manovra stipendi, i rapporti con gli agenti e le partnership con altri club: in seguito a ciò, il 10 luglio Agnelli era stato inibito per ulteriori 16 mesi dal Tribunale Federale Nazionale della Figc. Pena poi ridotta a 10 mesi dopo il ricorso accolto in parte dalla Corte Federale d’Appello, così come l’ammenda è stata ridotta da 60.000 a 40.000 euro.
Il patteggiamento
La manovra stipendi si riferisce alla gestione degli stipendi dei giocatori durante la pandemia Covid-19: secondo la ricostruzione, la Juventus avrebbe promesso tagli agli stipendi, ma avrebbe continuato in parte a pagare in modo “nascosto”. Agnelli ha contestato la squalifica anche al Tar del Lazio, denunciando il provvedimento e chiedendo l’annullamento. Per quanto riguarda la giustizia ordinaria, a settembre Andrea Agnelli aveva patteggiato una pena di 1 anno e 8 mesi, da lui definita una scelta “sofferta ma giusta” nonché “coerente con la mia posizione di innocenza”.
I tifosi della Juve lo acclamano
Tutto il mondo Juve si chiede: e ora? Con le polemiche e l’insoddisfazione legata alla gestione di John Elkann, nel tifo juventino il partito dei pro-ritorno di Agnelli non ha fatto che crescere. E tanti tifosi, ora che è finita l”inibizione, sperano in un rientro del presidentissimo. Chiaro che si tratta di uno scenario difficilmente percorribile in questo momento, dato che l’assemblea degli azionisti ha conferito pieni poteri a Damien Comolli, ma il futuro è ancora tutto da scrivere.
Agnelli torna in pista
L’ex dirigente bianconero resta tra i principali azionisti della Giovanni Agnelli BV, la cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann, e quindi a cascata anche di Exor, la holding di famiglia: conclusa l’inibizione, potrebbe tornare ad avere ruoli in ambito Figc, Uefa e Fifa a livello di club e di istituzioni. “Il mio amore per la Juventus resta totale e immutato – aveva detto non molto tempo fa – così come il mio legame con l’Italia e, in particolare, con Torino, la mia città”.
Agnelli e l’Opa alla Juventus
Da due anni Andrea Agnelli vive ad Amsterdam con la famiglia: in primavera era circolata la voce che l’ex presidente stesse formando un gruppo di investitori per acquistare direttamente la Juventus. Operazione tutt’altro che semplice, al netto della eventuale volontà (mai manifestata da John Elkann) di vendere. Anzi. Oggi la Juve vale in borsa 1,15 miliardi, e chiunque acquisti almeno il 30% di una società quotata è obbligato a lanciare un’offerta pubblica di acquisto, per tutelare gli azionisti di minoranza che in Juventus sono Lindsell Train, la società di cryptovalute Tether e altri piccoli azionisti.
Gli scenari possibili
A quel punto, come riporta il Corriere dello Sport, “proprio per il frazionamento della compagine azionaria, la Juve potrebbe essere controllata anche senza superare il 30% se Exor (che resterebbe comunque un socio amico) mantenesse una quota. A quel punto, il rischio è che la Consob ravvisi un concerto tra i principali azionisti obbligando l’acquirente a lanciare comunque l’Opa totalitaria che comporterebbe un dispendio di risorse ben superiore al minimo teoricamente necessario”. Ma per ora, questi scenari sono ben al di là da venire.