Israele contro la Spagna per le misure su Gaza: “Antisemiti”. E vieta l’ingresso alla vicepremier Diaz e alla ministra Rego

  • Postato il 8 settembre 2025
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Guerra diplomatica tra Madrid e Tel-Aviv. Dopo l’annuncio del premier spagnolo Pedro Sanchez di una serie di misure “per fermare il genocidio a Gaza”, Israele ha parlato di “attacchi antisemiti” e ha risposto vietando l’ingresso nel Paese alla vice premier e ministra del Lavoro Yolanda Diaz e alla ministra per i Giovani, Sira Rego, entrambe del partito di sinistra Sumar.

Per il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar, “il governo spagnolo sta portando avanti una linea anti-israeliana ostile, con una retorica selvaggia e piena di odio. Il tentativo del corrotto governo Sanchez di distogliere l’attenzione da gravi casi di corruzione attraverso continui attacchi anti-israeliani e antisemiti è evidente”. Il ministro israeliano ha affermato che c’è una “evidente mancanza di consapevolezza storica dei crimini commessi dalla Spagna contro il popolo ebraico” e ha detto che Madrid sta “deliberatamente e grossolanamente danneggiando le relazioni” bilaterali.

Poco prima Sanchez, intervenendo davanti alla stampa per presentare il nuovo pacchetto di provvedimenti, avvea dichiarato: “Quello che fa Israele non è difendersi, è sterminare un popolo indifeso e violare le leggi del diritto umanitario”. Sanchez ha ricordato “la sofferenza”, l’Olocausto e “le persecuzioni” del popolo ebreo nella storia. E ha ribadito la condanna per il sequestro degli ostaggi da parte di Hamas. “Ma con la stessa convinzione, il governo di Spagna crede che una cosa sia proteggere il tuo Paese, la società e un’altra, molto diversa, è bombardare ospedali e uccidere per fame bambini innocenti”.

Subito dopo, ha preso la parola la stessa vicepremier spagnola e fondatrice di Sumar, Yolanda Diaz: in un messaggio sulla piattaforma social Bluesky ha accolto con favore il pacchetto di nove misure di Sanchez, ma ha esortato a fare di più, sollecitando il ritiro dell’ambasciata spagnola da Israele. “Siamo al governo per questo”, ha scritto la fondatrice di Sumar, alleato con il Psoe nel governo minoritario progressista. “La scorsa settimana abbiamo comunicato al nostro partner: il nostro Paese deve fare di più per frenare il genocidio”, ha segnalato nel post, pubblicato dopo l’annuncio del presidente del governo. “Non possiamo accontentarci: bisogna ritirare l’ambasciata spagnola da Tel Aviv. La Palestina ci sta aspettando”, ha segnalato. Quanto alle sanzioni personali, la vicepremier ha replicato in un altro post sullo stesso social: “E’ un orgoglio che uno Stato che perpetua un genocidio vieti e me e a Sira Rego l’ingresso nel Paese. Continueremo a lottare per i diritti del popolo palestinesi, gli piaccia o meno al signor Netanyahu”.

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