Intelligenza artificiale: un risiko globale tra colossi, start-up e nuove potenze
- Postato il 5 ottobre 2025
- Di Panorama
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Parlare di Intelligenza artificiale al singolare, confonderla o ridurla alla sola ChatGpt, significa scivolare su un equivoco. Alla pari dell’automobile, si tratta di un concetto plurale che contiene un mondo sfaccettato e competitivo. Una selva di realtà più o meno note, alcune già affermate, altre debuttanti o in ascesa, l’«una contro l’altra armate». Decise a darsi battaglia.
Come ci sono i fuoristrada e le city car, le vetture con le linee minimali o aggressive, così esistono diverse IA con precisi punti di forza: quelle più abili ad analizzare documenti e generare testi, per esempio Claude dell’americana Anthropic, ex start-up oggi valutata 183 miliardi di dollari, o NotebookLM, parte della galassia Google; quelle per trasformare sequenze di testo in immagini, dall’australiana Canva Ai a Firefly di Adobe.
La guerra dei colossi tecnologici
In questo scenario si è scatenato un risiko, uno scontro infuocato tra aziende per garantirsi un futuro in un’arena tecnologica in grande metamorfosi. È una sfida che non si basa sulla mera efficacia di una soluzione, ma fa leva sulla percezione degli utilizzatori finali – tutti noi – che dobbiamo decidere se e a cosa abbonarci, chi pagare e per quanto tempo, come avviene per le piattaforme di streaming.
Delle rendite di posizione, la campionessa è Meta Ai, ultima ossessione di Mark Zuckerberg, che ha annunciato di investirci almeno 600 miliardi di dollari entro il 2028. Il problema? Secondo TechCrunch, i primi esperimenti sono stati un «disastro sul piano della privacy».
Ecco poi Elon Musk con il suo assistente Grok, presentato come «il più intelligente del mondo», nonostante i clamorosi scivoloni tra antisemitismo e lodi ad Adolf Hitler.
Gemini, Copilot, Apple Intelligence: la battaglia è ovunque
I più agguerriti restano i vecchi colossi: Google con Gemini, onnipresente su Android e Gmail; Microsoft con Copilot dentro Word, Excel e gli altri software di produttività; Adobe con il suo assistente IA nei Pdf e nei programmi di fotoritocco; Apple con la sua Intelligence integrata in iPhone, iPad e Mac.
La Bbc ha ricordato come la sola ChatGpt abbia raddoppiato in pochi mesi gli utenti settimanali: da 400 milioni a 800.
L’ascesa di Perplexity
Tra i protagonisti più interessanti c’è una quasi start-up: Perplexity, fondata nel 2022 in California e già valutata 20 miliardi di dollari. La sua forza? Spegnere le perplessità: sceglie automaticamente il modello più adatto alla richiesta, integrando ChatGpt, Grok, Gemini, Claude e altri. E soprattutto non nasconde le fonti.
Il suo fondatore, Aravind Srinivas, ex ricercatore di OpenAi, punta a stimolare il senso critico degli utenti mostrando sempre da dove arrivano le informazioni.
Un tema geopolitico
Non c’è una cittadinanza unica per l’IA: è una competizione globale. Lo Stanford AI Index Report 2025 assegna il podio agli Stati Uniti con 40 modelli, seguiti da Cina con 15 e Europa con appena 3. La più rilevante è la francese Mistral Ai, già valutata 14 miliardi.
Ma il vero fermento è a Pechino, dove il Dragone accumula brevetti, spinge sull’open source e vuole stravincere con un approccio spregiudicato: nessuna etica, solo risultati. L’obiettivo è affidare all’IA il 90% delle chiavi dell’economia entro il 2030.
Un futuro da superpotenze dopate
Il magazine Time ha inserito tra i 100 leader più influenti Liang Wenfeng, ceo di DeepSeek, il modello gratuito cinese che ha sfidato frontalmente ChatGpt.
Uno degli scenari più cupi? Che un giorno queste intelligenze artificiali possano fare a meno di noi. La buona notizia, per ora, è che sono troppo occupate a farsi la guerra tra loro.