Imperia, negata al Pd la sala comunale per una conferenza stampa: “Democrazia sospesa, credono di essere a Villa Ninina”
- Postato il 17 marzo 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Niente sala, all’interno del Palazzo comunale, al Partito democratico. I quattro consiglieri dem di Imperia si sono visti rifiutare dal presidente del Consiglio, Simone Vassallo, la sala Commissioni per una conferenza stampa sul bilancio del Comune. “L’utilizzo degli spazi comunali” ha scritto l’esponente di Forza Italia “non è concesso ai consiglieri per tale finalità, mentre è prassi consolidata che [iniziative di questo tipo] vengano fatte presso le sedi dei rispettivi gruppi”. Per tutta risposta i quattro (Ivan Bracco, Loredana Modaffari, Daniela Bozzano e Lucio Sardi) hanno organizzato il punto stampa sui gradini del Comune.
“Purtroppo nella nostra città la democrazia è sospesa da tempo – ha commentato Bracco – probabilmente in questo caso hanno confuso il Palazzo comunale con Villa Ninina“. Il riferimento è all’abitazione del sindaco Claudio Scajola intorno alla quale sono stati avviati processi giudiziari (nei quali l’ex ministro è stato assolto e prescritto). Sabato Bracco invia una pec in Comune, chiedendo di poter utilizzare la sala “come è sempre stato fatto in passato”. Ma stamattina ha ricevuto il no. La motivazione del rifiuto “svela l’idea di democrazia del presidente Vassallo, che ritiene che la casa comunale sia di ‘proprietà’ di chi governa e non di tutte le forze democraticamente rappresentate nel consiglio, a cui lui dovrebbe garantire diritti, dignità e rispetto. Consigliano al presidente Vassallo” ha aggiunto Bracco, che ha fatto parlare di sé, lo scorso ottobre, per essere stato portato via a forza dalla polizia dall’aula consiliare, denunciando la Giunta di “comportamenti fascisti”, “di rinominare la sala Commissioni Consiliari (che per regolamento e prassi democratica è anche a disposizione dei gruppi consiliari) in sala del faraone“.
Al centro della conferenza stampa c’è la denuncia “del comportamento dell’organo di revisione“. Secondo i consiglieri del Pd, infatti, i revisori dei conti si sarebbero rifiutati “di confrontarsi e fornire risposte a quesiti su fondate e argomentate problematiche relative al bilancio”. Un diniego che “per le dinamiche con cui si è manifestato rende evidente una azione di condizionamento da parte dell’amministrazione”.
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