Illusione finita: per le  Borse i titoli della difesa saranno  le vere colombe della pace

  • Postato il 20 agosto 2025
  • Di Panorama
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La pace, quella vera, non vola con le colombe. Viaggia su jet da combattimento, sorvola le frontiere con i droni, si appoggia ai satelliti militari e, se serve, si fa scudo con missili guidati dall’intelligenza artificiale. Altro che ramoscelli d’ulivo: in Ucraina, per far tacere le armi, servono altre armi. Quelle che dovranno garantire la tregua sul bacino del Donetz.

E così, mentre le diplomazie si affannano a scrivere comunicati pieni di buone intenzioni, a Washington si ragiona in termini molto più concreti: Donald Trump ha chiesto al generale Dan Caine di predisporre un piano di sicurezza per le truppe alleate. Nessun soldato americano sul terreno, ma una rete di caccia schierati ai confini, droni da ricognizione pronti a sorvegliare ogni metro quadrato e una logistica capace di muovere uomini e mezzi europei come pacchi Amazon Prime. La pace, versione 2025, funziona così: un gigantesco “ombrello militare” che non ferma la pioggia, ma i missili.

Reazioni dei mercati e paradosso economico

I mercati, inizialmente, hanno reagito come se il lieto fine fosse dietro l’angolo. Martedì le Borse sono salite avendo un ramoscello d’ulivo in bocca. Complice l’ipotesi di un incontro tra Trump, Zelensky e Putin hanno toccato nuovi massimi. Milano ha superato di slancio quota 43 mila che non vedeva dal 2007. Contemporaneamente gli investitori hanno mollato i titoli della difesa: Leonardo e Fincantieri giù del 10%, Rheinmetall a -4,9%, Saab a -7%. Sembrava la fine della corsa, e invece è stato solo un inciampo. Perché se la pace arriva, va difesa. E difendere significa spendere.

La nuova normalità della spesa militare

Gli Stati Uniti hanno già fatto sapere che non lesineranno aerei, satelliti e droni per vigilare sul cessate il fuoco. L’Europa, da parte sua, dovrà continuare ad aprire il portafoglio. E non pensino i mercati che basti un comunicato congiunto a disarmare i bilanci: le commesse arriveranno lo stesso, e anzi, potrebbero pure accelerare. Lo sa bene anche il Giappone, che ha appena annunciato una richiesta record di 8,8 trilioni di yen (circa 60 miliardi di dollari) per la difesa 2026. Un segnale che la spesa militare, più che una parentesi di guerra, è ormai la nuova normalità.

Opportunità e strategie

Gli analisti non hanno dubbi: Leonardo (target price a 52 euro) e Fincantieri (16,4 euro) sono ben piazzate per cavalcare l’ondata di investimenti europei. Tradotto dal gergo finanziario: i ribassi in Borsa non sono una resa, ma un saldo di stagione.

Il paradosso resta: la pace è un obiettivo, la difesa è un business. Le colombe continueranno pure a volare, ma lo faranno al sicuro soltanto se scortate da un F-35.

Autore
Panorama

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