Il malgoverno del sindaco di Bologna, tra pipe del crack regalate, alberi tagliati e limiti di velocità

  • Postato il 16 settembre 2025
  • Di Panorama
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L’idea di combattere la diffusione di crack regalando pipette per fumare crack ha qualcosa di geniale. Avanti di questo passo all’anonima alcolisti cominceranno a brindare con bottiglie di grappa e al centro lotta contro l’obesità si celebrerà il Pasta Day, carbonara e amatriciana per cominciare a dimagrire. Eppure il sindaco di Bologna Matteo Lepore ne è convinto: dice che è orgoglioso del progetto pipe perché tutela la salute e la sicurezza. Sicurezza che per la verità a Bologna non è molto tutelata: gli abitanti del quartiere Bolognina, per esempio, sono esasperati. Hanno filmato gli spacciatori che agiscono indisturbati tra negozi e bimbi in passeggino, chiedendo che qualcuno intervenga per fermarli. Speriamo solo che quel qualcuno non sia il Comune perché non dev’essere facile fermare gli spacciatori regalando loro pipette per il crack.

Sicurezza e degrado urbano a Bologna

Nell’ultima classifica del Sole 24 Ore Bologna era al sesto posto fra le città più insicure d’Italia. Violenze, scippi, rapine qui sono all’ordine del giorno. Si spaccia ovunque. Persino all’interno del centro per minori stranieri non accompagnati, come ha documentato Fuori dal Coro. «Non siamo mica poliziotti», si sono giustificati in assessorato di fronte alle immagini. Come se fosse normale mantenere (a spese dei contribuenti italiani) ragazzini immigrati in modo che possano andare in giro per la città a spacciare, rubare e accoltellare il prossimo. Uno di questi pochi giorni fa è andato in escandescenze in centro città: ci sono voluti dieci vigili urbani per fermarlo. «Dateci il taser», hanno chiesto i vigili. Ma il sindaco Lepore ha risposto: «Non siamo interessati. La Polizia locale non si occupa di ordine pubblico». E che deve fare la Polizia locale? Distribuire pipe per il crack?

Il profilo e le controversie di Matteo Lepore

Bel personaggio comunque Matteo Lepore. Bolognese doc, già dipendente Legacoop, nei Ds dall’età di 19 anni, poi nel Pd, prima elezione in Consiglio comunale nel 2011 (subito assessore), sindaco dal 2021. È diventato celebre per aver imposto con massima severità il limite dei 30 chilometri all’ora in città: nel sito del Comune si diceva che era un modo per ridurre i rumori e sentire il canto degli uccellini. Fin dall’inizio furono appioppate multe inflessibili anche a chi sgarrava di poco: c’è stato chi ha dovuto mettere mano al portafoglio per essere andato a 39 chilometri all’ora, che neanche le Ferrari, in questo periodo, vanno così piano. Ma poi, come ha sottolineato lo psichiatra Paolo Crepet, ha senso imporre il limite dei 30 all’ora sulle strade dove passano gli strafattoni (con pipe fornite dal Comune) che manco si accorgono dell’esistenza dei semafori?

Ambiente, traffico e politiche green

A Lepore invece i semafori piacciono moltissimo. Perché bloccano il traffico. E perché contengono i suoi due colori preferiti: il rosso e il verde. In Italia pochi sono green come lui, anche se nel 2025 ha già abbattuto 500 alberi. Nel 2024 ne aveva abbattuti 655. I cittadini lo chiamano il sindaco boscaiolo: solo per costruire la tramvia, alla fine, farà tagliare 700 piante. E se sono secolari, chi se ne importa? L’importante è montare (a volte: montare, smontare e rimontare per errori di posizionamento) i nuovi binari e soprattutto alzare il prezzo del biglietto dei mezzi pubblici. A Bologna è diventato il più alto d’Europa. E dire che un tempo qui si viaggiava gratis…

Critiche e politicamente corretto

Accusato di aver scoperchiato i canali cittadini favorendo l’alluvione che nell’autunno 2024 travolse il capoluogo, accusato di aver sottovalutato gli allarmi per la torre Garisenda tanto da rischiare di farla cadere e accusato (dal New York Times) di aver trasformato la città in un «mangificio di mortadella», Lepore ovviamente si rifà con il politicamente corretto. Ha imposto un apposito manuale comunale per bandire parole come «fratellanza» (troppo maschilista) o «paternità dell’opera» (meglio dire «maternità dell’opera»). Però poi è stato fregato dai suoi esperti di informatica che hanno scelto come password comunale la formula “27Up1d0c09lion3”: nel linguaggio social significa «stupido cogl…». Può il sindaco del politicamente corretto dare degli stupidi a tutti i suoi dipendenti? Non sia mai detto. Per recuperare Lepore ha preteso, da settembre, un menu halal in tutte le mense scolastiche della città. E naturalmente gioca al piccolo partigiano appena può. «Abbiamo i fascisti alle porte», ha tuonato nel luglio 2022, prima delle elezioni vinte da Giorgia Meloni. «Il governo ci ha mandato le camicie nere», ha protestato nel novembre 2024 dopo una manifestazione di CasaPound. Più volte ci siamo chiesti: ma cosa si fumano da quelle parti per vedere Mussolini dappertutto? Ora, purtroppo, lo sappiamo. 

Autore
Panorama

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