Il crollo dell’export lucano

  • Postato il 12 marzo 2025
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Il crollo dell’export lucano

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Impietosi i dati Istat: le esportazioni in territorio lucano giù del 42,4%, incide la crisi dell’auto


Chi di auto s’ingrandisce, di auto appassisce. Parafrasando il classico proverbio latino sul destino di chi ferisce con la spada, si può sintetizzare il tracollo dell’export lucano: meno 42 per cento e oltre dal 2023 al 2024, come da dati Istat appena diffusi.

TRACOLLO DELL’EXPORT LUCANO

In anni passati i numeri si erano gonfiati come si trattasse delle esportazioni di un’area molto industrializzata, economicamente sana. E invece a falsare le statistiche era l’industria automobilistica e in parte il petrolio. Con la crisi dell’auto – e il calo della Stellantis, l’azienda presente con un suo stabilimento a San Nicola di Melfi – la situazione statistica è precipitata.
I dati del IV trimestre 2024 sono espliciti. L’Italia ha una lieve flessione: -0,4%. «Sintesi – spiegano dall’Istat – di dinamiche negative di diversa intensità che riguardano tutte le aree, a esclusione del Centro. La Toscana è la regione che fornisce l’impulso positivo maggiore alla dinamica dell’export nazionale nel 2024. All’opposto, Marche, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Veneto e Basilicata forniscono i contributi negativi più ampi».

I DATI NEL DETTAGLIO


Con maggiore dettaglio: «Nel complesso del 2024, le flessioni più ampie delle esportazioni riguardano Basilicata (-42,4%), Marche (-29,7%) e Liguria (-24,1%); le regioni più dinamiche all’export, invece, sono Toscana (+13,6%), Valle d’Aosta (+11,1%), Calabria (+9,4%), Lazio (+8,5%) e Molise (+5,8%). Nel 2024, le minori esportazioni di autoveicoli da Piemonte, Basilicata, Campania e Abruzzo (-0,9 punti percentuali) e la forte riduzione delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalle Marche (-0,8 punti percentuali) contribuiscono a frenare l’export nazionale.

All’opposto, gli aumenti delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Toscana, Lazio e Campania (+1,0 punti percentuali) e di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti non classificati altrove dalla Toscana (+0,7 punti percentuali) forniscono un impulso positivo alle vendite nazionali sui mercati esteri».
In altre parole, ci sono settori che vanno bene e avrebbero portato l’Italia a sfoggiare un segno “più” .

MINORE RICHIESTA DI AUTO

Ma la minore richiesta estera di auto fa sì che le regioni che ne producono divengano una palla al piede.
E infatti «nel 2024, le province che più contribuiscono a frenare l’export nazionale sono Ascoli Piceno, Torino, Genova, Potenza, Siracusa e Ancona».
L’auto viaggiava sull’autostrada in quinta, e ora va in retromarcia. Col rimorchio del resto del Paese.

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