I rebus di Chivu: le sconfitte nei big match, quel baricentro troppo alto e la “percezione del pericolo”

  • Postato il 25 novembre 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Cristian Chivu ricomincia da tre. Purtroppo per lui. Perché il ‘tre’ è indice delle sconfitte negli scontri diretti, quelli persi contro Napoli, Juventus e Milan, nel derby. La quarta è stata contro l’Udinese, meno influente a livello di una classifica che ora rappresenta i nerazzurri al quarto posto, a -3 dalla Roma (l’unica che ha battuto quando l’ha affrontata) e a -1 proprio da Napoli e Milan. Nulla di irreparabile, anzi: l’identità dei nerazzurri anche nel derby si è vista. Nel bene, come nel male.

Il problema è proprio questo. Anche il derby è stato interpretato con il solito copione: l’Inter si è dimostrata aggressiva e ha mostrato tutte le sue caratteristiche principali, che riguardano soprattutto l’attenzione al gioco nel terzo offensivo. I dati infatti confermano questo: in Serie A, nessuno, a parte Inter e Roma, staziona così avanti sul campo di gioco, cosa che porta molto in avanti il baricentro della squadra ed espone a una serie di rischi in fase difensiva. Non è nemmeno un caso che l’Inter di Chivu, rispetto a quella di Inzaghi, abbia aumentato anche la media dei falli a partita (13,46 contro 10,61, dati Soccerment), di cui molti nel suo terzo offensivo. Cosa vuol dire? Che di fronte a un rischio di contropiede, i centrocampisti o gli esterni che rientrano commettono sùbito il classico fallo tattico. Solo, non è bastato.

“Dobbiamo migliorare nella percezione del pericolo, spendere qualche fallo e qualche cartellino giallo in più”, ha detto Chivu dopo il derby. In cui il gol di Pulisic è arrivato su contropiede, confermando proprio i dati di cui sopra: l’Inter si espone, anche un po’ troppo. E contro una squadra di contropiedisti contro il Milan, è stato letale. In generale, il problema è questo: a livello di expected Goals, sempre secondo Soccerment, il dato è di 1,78 per i nerazzurri contro 0,92 dei rossoneri. Quasi il doppio. E i tiri sono stati 20 a 7. Il risultato, invece, tutto il contrario: sconfitta per l’inter che è arrivata a subire il tredicesimo gol (Roma, Napoli e Milan sono rispettivamente a 6, 9 e 11) e soprattutto tanto rammarico che dovrà essere trasformato in rabbia per affrontare l’Atletico Madrid.

Per prepararsi alla sfida con gli spagnoli, quasi non c’è tempo: oggi è stata svolta una seduta di scarico, domani la rifinitura e quindi la partenza per Madrid. Mercoledì c’è il big match di Champions contro l’Atletico. Tra gli assenti ci sarà ancora Dumfries (out anche per la partita dopo contro il Pisa), con un adattato Carlos Augusto pronto a ricoprire il ruolo che invece a Luis Henrique non viene proprio dato: il brasiliano non sta convincendo Chivu e per lui potrebbero aprirsi le porte del mercato. Ma questo è un altro discorso, ancora probabilmente prematuro da affrontare. La priorità, ora, resta recuperare le forze e soprattutto registrare una difesa che per ambire ad alti livelli si espone troppo. È una questione di gioco, con un’idea anche lodevole da portare avanti. Ma non può diventare un’arma troppo a doppio taglio.

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Il Fatto Quotidiano

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