“Habanero”, la Dda chiede il processo per 24 persone e stralcia la posizione di Gaetano Emanuele
- Postato il 18 aprile 2025
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Il Quotidiano del Sud
“Habanero”, la Dda chiede il processo per 24 persone e stralcia la posizione di Gaetano Emanuele
La Dda ha chiesto il rinvio a processo per 24 persone nell’ambito dell’inchiesta “Habanero” contro il clan Maiolo di Acquaro ed Emanuele di Soriano e Sorianello. Stralciata la posizione di Tarzia e soprattutto di Gaetano Emanuele, originariamente accusato di triplice omicidio
IL 30 aprile prossimo inizierà l’udienza preliminare per le 24 persone nei confronti delle quali la Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta “Habanero” contro il clan Maiolo di Acquaro ed Emanuele di Soriano e Sorianello il cui blitz scattò a giugno dello scorso anno.
STRALCIATA LA POSIZIONE DI GAETANO EMANUELE, ACCUSATO DI TRIPLICE OMICIDIO
A differenza della conclusione indagini della Dda notificate qualche settimana fa agli indagati di “Habanero”, sono esclusi dalle richieste di processo Francesco Tarzia, 42 anni, nato a Vibo Valentia, residente ad Acquaro, e soprattutto Gaetano Emanuele, 49 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Gerocarne, colui il quale viene indicato quale vertice dell’omonimo clan operante nel territorio montano, originariamente accusato del triplice omicidio passato alla cronaca vibonese come la strage dell’Ariola, (che prende il nome da una località di Gerocarne), del 25 ottobre 2003 in cui vennero uccise tre persone, mentre una quarta riuscì a salvarsi gettandosi da una scarpata. Lui si diede alla macchia il giorno dell’operazione salvo poi costituirsi nel momento in cui il Riesame, dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione, rimosse l’ordinanza cautelare nei suoi confronti.
I PRONUNCIAMENTI DI CASSAZIONE E RIESAME SU EMANUELE
La Suprema Corte, a dicembre 2024, nello specifico, aveva accolto il ricorso degli avvocati Di Renzo, Alessandro Diddi e Mauro Lanzo, rilevando che «non emergeva alcun elemento dal quale si potesse desumere che quanto raccontato dal collaboratore Tonino Forastefano in merito a Gaetano Emanuele facesse parte di un patrimonio comune del gruppo». E ancora, si metteva in evidenza come nessuno degli altri collaboratori abbia reso dichiarazioni sul punto «né l’indicazione di altri argomenti dai quali emerga che la notizia rientrasse tra quelle pacificamente note all’interno del clan». Insomma si trattava di una informazione «corretta solo in ordine a quanto narrato da Angelo Maiolo in merito alla propria responsabilità nel delitto, che aveva “confessato” al collaboratore, ma che non poteva essere esteso alla posizione di Emanuele».
Il Riesame di Catanzaro, che avrebbe dovuto pronunciarsi in sede di annullamento con rinvio, si era di fatto uniformato all’orientamento della Suprema corte annullando l’ordinanza cautelare e mandando libero Emanuele che pochi giorni dopo si costituì presso i carabinieri di Soriano.
“HABANERO”: GLI IMPUTATI A RISCHIO PROCESSO
A rischiare il processo “Habanero” sono i seguenti indagati: Luciano Barone, 50 anni, nato ad Atri (TE), residente a Montesilvano (PE); Cosimo Bertucci, 51 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Orbassano (TO), Francesco Bertucci, 51 anni, nato a Vibo Valentia, Cristian Domenico Capomolla, 36 anni, di Acquaro, Francesco Capomolla, 41 anni, di Gerocarne, Giuseppe Chiera, 35 anni, di Soriano Calabro, Francesco Antonio Ciconte, 28 anni, di Soriano, Domenico Fusca, 43 anni, di Dasà, Giorgio Galiano, 49 anni, di Vibo, Sandro Ganino, 39 anni, di Acquaro, Cosmo Damiano Inzitari, 47 anni, di Acquaro, Rinaldo Loielo, 29 anni, di Soriano.
E ancora, Angelo Maiolo, 40 anni, di Acquaro, Francesco Maiolo (cl. 1979), 45 anni, di Acquaro, Francesco Maiolo (cl. 1983), 41 anni, di Acquaro, Luca Marano, 45 anni, di Ortona, Filippo Monardo, 28 anni, di Soriano, Nicola Antonio Papaleo, 65 anni, di Rosarno, Rodolphe Pinto, 63 anni, nato in Francia, Vincenzo Pisano, 30 anni, di Gerocarne, Francesco Sorleto, 45 anni, di Acquaro, Pasquale Rottura, 30 anni, di Acquaro, Francesca Silipo, 39 anni, di Acquaro, Giuseppe Taverniti, 47 anni, di Vibo.
A GIUGNO 2024 GLI ARRESTI DELLA DDA NELL’INCHIESTA “HABANERO”
L’inchiesta “Habanero” – condotta dai pm della Dda Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Buzzelli, con il coordinamento del procuratore della Repubblica facente funzioni, Vincenzo Capomolla – aveva portato a 14 arresti, mentre erano state in tutto 26 le persone accusate a vario titolo associazione di tipo mafioso armata, omicidio plurimo, concorso esterno in associazione mafiosa, e altri gravi reati, aggravati dalle modalità e finalità mafiose, quali estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi, che saranno reiterate nell’eventuale processo. Le attività illecite si sarebbero concentrate soprattutto nel territorio delle Preserre vibonesi, ed in particolare nei comuni di Acquaro, Gerocarne, Soriano e Dasà, e ad una serie di perquisizioni e sequestri di beni mobili e immobili. Tra gli omicidi contestati soprattutto quello della cosiddetta “Strage dell’Ariola”.
IL COLLEGIO DI DIFESA DEGLI IMPUTATI DI “HABANERO”
Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Vincenzo Cicino, Antonio Barilaro, Pamela Tassone, Vincenzo Sorgiovanni, Cataldo Domenico Intrieri, Giuseppe Antonio Damini, Luigi Chiappero, Ermenegildo Massimo Scuteri, Beatrice Biamonte, Sandro D’Agostino, Nicola Loiero, Vincenzo Cicino, Alessandro Diddi, Giuseppe Di Renzo, Nicola Pistininzi, Francesco Schimio, Sergio Rotundo, Michelangelo Miceli, Luca Cianferoni, Lucio Canzoniere, Laura Castellano, Giuliana De Nicola, Giuseppe La Rana, Ilario Tripodi, Giuseppe Gervasi e Francesco Lojacono.
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“Habanero”, la Dda chiede il processo per 24 persone e stralcia la posizione di Gaetano Emanuele