Giorgia Meloni ieri e oggi, dalla memoria del web emerge l’evoluzione di un politico di valore

  • Postato il 9 novembre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Giorgia Meloni ieri e oggi, scavando nella memoria del web si può apprezzare l’evoluzione di un politico di razza. La storia offre ripetuti esempi. Il caso di Meloni affascina. Non puoi non sentire simpatia per un personaggio passato dal sottoproletariato romano alla guida, finora con successo, della nostra Italia.

Siamo davanti a una reincarnazione degli eroi del Ca Ira di Giosuè Carducci? “Son della terra faticosi i figli, /che armati salgon le ideali cime /gli azzurri cavalier bianchi e vermigli /che dal suolo plebeo la patria esprime”.

Non ci sono armi, il manganello è stato buttato nel Tevere, al posto dell’azzurro c’è il verde, ma l’afflato epico rimane.

Ripropone il tema sul Fatto Tommaso Rodano, che non è Carducci ma va alla scoperta della Meloni di ieri con una vena di simpatia che fa onore alla sua onestà intellettuale.

Qualcosa si sapeva già degli esordi cyber-wertheriani di Giorgia Meloni, forse non abbastanza.

Meloni draghetta

Giorgia Meloni ieri e oggi, dalla memoria del web emerge l’evoluzione di un politico di valore
Giorgia Meloni ieri e oggi, dalla memoria del web emerge l’evoluzione di un politico di valore – Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

Nel 1998, ventunenne, apre una pagina su Undernet Italia e si presenta come la “draghetta Khy-ri”: “Sono diplomata al liceo linguistico, studio all’università e nella vita vorrei tutto il possibile (e mi sembra abbastanz a . .) ”.

Il pantheon è un po’ didascalico, per una giovane missina: “I libri fantasy naturalmente (Il signore degli Anelli di Tolkien è il mio preferito), libri di filosofia (adoro N i e tzsche); libri horror (soprattutto Stephen King).

Ascolto un sacco di musica, ma preferisco quella dei complessi irlandesi, tipo Sinéad O’Connor ed i Cranberries”

.

Scavando un po’ , prosegue Rodano, si scoprono tesori. Da quando è un perso-

naggio pubblico, Meloni tenta di accreditarsi come tifosa della Roma, sebbene sull’autenticità della fede più di un dubbio fosse stato sollevato. Ora scopriamo,

per dirla come Mario Brega, che Meloni non era “laziale così, ma lazzzziale cosììì” (con doppio braccio teso al cielo), apre e gestisce una pagina di tifosfegatato per gli aquilotti.

Assai virulenti gli sfoghi contro gli arbitri, “un’ostilità che anticipa quella per la magistratura: una sezione del sito è tutta de-

dicata ai fischietti. Titolo:“Fagli male!”, illustrata con un simpatico corredo di pomodori da lanciare virtualmente ai nemici”.

“Come sta andando il campionato è sotto gli occhi di tutti. E riduttivo e ingenuo pensare che (gli arbitri) siano solo degli incompetenti incapaci di fare quello per cui sono lautamente pagati ogni domenica” .

La draghetta allarga la platea: “Diamo un po’ di spazio anche a due

significativi esponenti di quelle società che da sempre ne traggono vantaggi… e

cioè Zio Fester… ops! volevamo scrivere Galliani, e l’ineffabile Pippo Inzaghi, meglio noto come Superpippa” .

Non tutti gli Inzaghi vengono per nuocere, commenta Rodano: il fratello Simone gioca per la Lazio e Meloni custodisce per lui una predilezione assoluta, tale da dedicargli un intero sitarello: sioneinzaghi.com (ne restano solo tracce d’archi vio). “In questa mia pagina –scrive – troverete tutto quelloche volete sapere, vedere e conoscere del mitico Simone! Ho inserito anche delle immagini

inedite (le ho scattate io!)”

 

NEGLI ALTRI frammenti della Giorgia post-adolescente emerge un odio viscerale per la Juventus: “In tema di furti non credo proprio che voi possiate fare la morale a nessuno… – risponde a un tifoso bianconero – In materia di ‘v i s c i di ’ invece vi concedo ampiamente una libera docenza, considerando i vari Bettega,

Moggi, Giraudo, Agnelli”.

Pochi anni dopo, nel 2008, sa rebbe diventata ministra della Gioventù nel governo Berlusconi, ma prima non pare coltivasse simpatie per il Cav: “Le partite le vedo in pizzeria – confessa a un utente che snobba le pay tv– i soldi miei Berlusca e Galliani non li beccano” .

Poi accusa Mediaset – come cambia il mondo– di manipolare l’informazio –

ne:

“Ieri ho atteso con interesse che su Tg5 e Studiosport venisse spesa una parola sul rinvio a giudizio di Galliani (…) invece, ahimé, non una parolina sul nostro presidente di Lega che dovrà rispondere per fondi neri del Milan ed evasione fiscale”

A testimoniare l’evoluzione di Giorgia Meloni c’è nell’archivio di Blitzquotidiano una invettiva lanciata contro una giornalista italo-australiana al tempo, era il 2009, dello scandalo del bunga bunga.

Il video non si trova più, forse è stato rimosso. La Meloni appariva al massimo di proletario. Diceva:

«Agli italiani interessano altre cose. Ma cosa state dicendo? Siete tutti montando solo un mucchio di bugie e le state diffondendo in tutto il mondo. Questo è intollerabile perché si gioca con la nostra democrazia, si sta giocando con il nostro orgoglio nazionale. Lei sta inventando le cose. Non è tollerabile. Mi dispiace, non è tollerabile», ha risposto il ministro per le Politiche Giovanili alla corrispondente della Abc-Australia, Emma Alberici.

Questo il testo in inglese, cioè le parole uscite dalle labbra della futura premier che parla bene la lingua pur con una inflessione non proprio da Oxford.

“What are you talking about? You are all making up a pack of lies and spreading them throughout the world and this is intolerable because you are playing with our democracy, you are playing with our national pride. You’re inventing things. It’s not tolerable. I’m sorry, it’s not tolerable.

Continua Tommaso Rodano

C’è spazio per una Meloni cinofila e nostalgica, che apre una pagina al suo bulldog Ringhio: “Benito era uno dei nomi che avevamo pensato per lui, poi il film di Aldo, Giovanni e Giacomo ci dirottò!” .

E una dolente e romantica, che scrive una poesia fantasy: “ A volte penso che se fossi un drago, sarei un vento tempestoso. Sarei un fuoco ardente, la fornace nel

centro di un vulcano, il ribollire della lava. Un’onda di tempesta, che nasce alla fine del mondo, laggiù dove la terra è sconfitta dal mare”

.

Sono parole ingenue, persino tenere, di una giovane donna: nulla su cui speculare. C’è solo una questione meno innocua di quello che appare: gli italiani perdonano ogni forma di tradimento, ma la squadra di calcio non si cambia; qualcuno chiederà mai a Giorgia Meloni perché abbia mentito e si sia dichiarata romanista?

L’altra domanda – come si sia trasformata da draghetta pasionaria a

grigia imitazione di un Draghi– è senza risposta. Ma in fondo

quasi tutti invecchiamo male.

Nella storia d’Italia vale per tutti il percorso di Francesco Crispi: da garibaldino alla repressione armata.

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Autore
Blitz

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