Fronte Est, l’Italia manda gli Eurofighter
- Postato il 7 ottobre 2025
- Di Panorama
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Cambio di assetto per la missione Nato Eap (Enhanced Air Policing), appunto di Polizia aerea, in corso ai confini Est dell’Europa. Rientreranno in Italia gli F-35 impegnati nel ruolo di intercettori e saranno sostituiti con gli Eurofighter, anche questi utili per la sorveglianza e la difesa dei confini orientali. Con la cerimonia del passaggio di consegne si è infatti conclusa la missione del “Task Group Lighting” che ha operato per due mesi in Estonia con i Joint Strike Fighter, missione per la quale sono state compiute oltre 150 sortite per un totale di circa 300 ore di volo. Durante i voli sono state condotte numerose intercettazioni di velivoli non identificati ed è stato impiegato anche il velivolo Gulfstream G-550 Caew in forza con la nostra Aeronautica ed equipaggiato per la sorveglianza aerea e le attività di ricerca econtrollo, nonché il sistema missilistico Samp/T per la protezione da effettori come missili e altri velivoli. Ora la missione proseguirà con l’impiego degli Eurofighter, e come ha dichiarato lo Stato Maggiore dell’Aeronautica saranno “inalterate le capacità,confermando l’impegno italiano per la sicurezza collettiva dell’Alleanza Atlantica.” Nel corso del 2025 l’Italia ha messo in campo per la Nato 15 velivoli, ma la missione Nato è in corso dal 2014 come Polizia aerea del Baltico ed è stata costantemente potenziata da un secondo distaccamento con base ad Ämari, in Estonia. A sud, le capacità nazionali di Polizia aerea delle forze aeree di Romania e Bulgaria sono state temporaneamente potenziate da distaccamenti di varie Forze aeree alleate. Tante le missioni volate e tra queste quella del 19 settembre scorso che ha visto l’intercettazione di tre aeromobili russi MiG-31 che avevano lambito lo spazio aereo estone sorvolando l’isola di Vaindloo per circa dodici minuti ma con il risponditore radar (transponder)spento e quindi rilevabili ma non identificabili ai radar. Dopo tale evento il governo estone aveva inviato una protesta diplomatica formale criticando l’accaduto, mentre il ministero della Difesa russo aveva subito negato la violazione affermando che i jet avevano rispettato le norme internazionali volando su acque neutrali e nelle traiettorie previste. Nei giorni seguenti erano state rilevate più incursioni da parte di droni e, da parte del governo polacco, anche di un ulteriore sconfinamento da parte di un Mig-31 che avrebbe volato a bassa quota nei pressi di una piattaforma petrolifera situata nel Mar Baltico. Dell’evento, come di altre segnalazioni di droni nei pressi di aeroporti tedeschi, non esiste però alcuna prova, mentre addirittura l’organizzazione per il controllo dello spazio aereo polacco ha dichiarato che non erano avvenute violazioni dello spazio aereo nazionale, tanto che la Difesa di Varsavia non aveva fatto decollare alcun intercettore.Bisogna però ricordare che l’11 settembre scorso, ovvero all’indomani dei fatti riguardanti i sospetti droni russi, il Comando operativo delle Forze Armate polacche aveva annunciatol’applicazione di un provvedimento restrittivo del traffico aereo lungo i suoi confini orientali insieme con Bielorussia e Ucraina. Tale iniziativa proibisce i voli dall’alba al tramonto per tutti gliaeromobili a eccezione di quelli equipaggiati con transponder eche mantengono aperta una comunicazione bidirezionale con i centri di controllo del traffico aereo, nonché dei voli militari e speciali. La scelta di limitare il proprio traffico aereo sul confine èarrivata il giorno dopo l’invasione dello spazio aereo nazionale da parte di droni non identificati che, tuttavia, la Polonia sostiene essere di origine russa. Anche sull’episodio del 19 settembre restano aperte alcune considerazioni: nei corridoi di spazio aereo definiti in quella parte di Nord Europa esistono da decenni problemi di navigazione. In parte sono provocati dalle limitazioni geografiche, per le quali l’ampiezza delle rotte è molto limitata, ma anche dalla declinazione magnetica, ovvero dalla differenza tra nord magnetico e nord geografico che può variare notevolmente rendendo i sensori bussola meno precisi. Infine, a complicare la vita degli equipaggi ci sono i disturbi elettromagnetici indotti alle costellazioni di satelliti preposti alla navigazione, l’americano Gps e il russo Glonass. Lo stesso comandante della Nato in Europa, il generale Alexus Grynkewich, ha spiegato che l’incursione russa in Estonia è probabilmente stata accidentale, dovuta ai motivi che abbiamo descritto uniti alla scarsa esperienza dei piloti russicoinvolti.