Flotilla, apprensione per Pietro Queirolo Palmas ma Tajani rassicura: “Gli ultimi italiani rientrano oggi”

  • Postato il 6 ottobre 2025
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  • Di Genova24
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viani queirolo nivoi

Genova. Domenica sera, con un post su X, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che gli ultimi 15 cittadini italiani ancora in Israele dopo essere stati arrestati durante l’abbordaggio alla Global Sumud Flotilla partiranno per tornare a casa nella giornata di oggi, lunedì.

Tajani ha scritto “partiranno da Israele con un volo charter per Atene”, e che una volta “arrivati in Grecia verranno assistiti dall’ambasciata italiana per poi essere riportati in Italia”. Tra loro dovrebbe esserci Pietro Queirolo Palmas, il 23enne unico genovese a non essere ancora stato reimpatriato.

Molta apprensione per Pietro, detto Pepe, nelle ultime ore. Perché se inizialmente era parso che i ritardi nel suo rientro fossero legati alla volontà del giovane di non firmare l’espulsione volontaria (che comprendeva una sorta di autodichiarazione sulla violazione dei blocchi israeliani).

Quello che hanno raccontato i compagni della Flotilla tornati in Italia, però, è uno scenario diverso. Jose Nivoi, il portuale del Calp, questa sera sarà con l’altro genovese sulla Flotilla, il cuoco Luca Viani, al Cap di via Albertazzi per una conferenza stampa insieme a un’assemblea del Collettivo autonomo dei portali. Ma in un video circolato sui social ha già rivelato alcuni dettagli sulle condizioni di detenzione e ha detto che a Pietro Queirolo Palmas, come ad altri fermati, non è stato consentito di firmare per la procedura. Israele sta invece facendo passare il messaggio che alcuni flotilleros abbiano “volutamente insistito per prolungare la loro permanenza in custodia”.

Entrambi gli attivisti, Viani e Nivoi, sono quindi a Genova. Da dove tutto era partito, quel 30 agosto e nei giorni precedenti, con la raccolta di cibo e aiuti per Gaza. Materiale sulle cui sorti resta il totale buio. Probabilmente sarà distrutto dalle forze di Tel Aviv che, peraltro, hanno negato ci fosse cibo a bordo delle barche di Global Sumud.

“Quello che abbiamo provato sulla nostra pelle è in piccola pelle quello che devono sopportare tanti detenuti palestinesi nelle carceri israeliane – hanno raccontato – quello che vogliamo raccontare alla cittadinanza, che si è mobilitata in sostegno alla causa palestinese e al fianco della Global, sono le condizioni di detenzione cui gli attivisti sono stati sottoposti e denunciare l’operato complice del governo italiano. E’importante continuare la mobilitazione per la popolazione di Gaza, contro lo stato terrorista d’Israele e per i compagni ancora detenuti”.

“Vorrei ringraziare l’equipaggio di terra per tutto il sostegno e le mobilitazioni che ci sono state – ha aggiunto Viani in un pubblico su Instagram – nonostante una parte di noi sia riuscita a rientrare, è importante mantenere alta l’attenzione e continuare le mobilitazioni per tutte le compagne e i compagni che sono ancora ingiustamente detenuti dallo stato di occupazione sionista e soprattutto perché il genocidio a Gaza sta continuando. Ora più che mai è importante continuare a mobilitarsi, scendere in piazza e sostenere la resistenza palestinese”.

Autore
Genova24

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