Fabio Fazio fa la figura del cioccolataio: 13 sanzioni per 100 mila euro alla sua azienda dolciaria

  • Postato il 18 aprile 2025
  • Di Panorama
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L’affaire con i dolci, per i volti noti italiani, non sembra essere un binomio fortunato. Questa volta a finire sotto la lente del Codacons è Fabio Fazio, conduttore storico di Che Tempo Che Fa e, da qualche anno, anche imprenditore del cioccolato. L’associazione dei consumatori ha presentato un esposto contro di lui, accusandolo di aver promosso i prodotti della sua azienda, Lavoratti 1938, sfruttando impropriamente la propria visibilità televisiva. L’impresa, ribattezzata Dolcezze di Riviera Srl, è stata destinataria di ben tredici sanzioni amministrative, per un ammontare complessivo vicino ai 100.000 euro.​

Il Codacons, attraverso il presidente Carlo Rienzi, ha inoltre invitato chiunque abbia acquistato i prodotti dell’azienda a valutare la possibilità di richiedere un risarcimento, evocando una violazione delle norme in materia di pubblicità e concorrenza. Il caso è diventato di dominio pubblico dopo che, il 23 febbraio scorso, i Carabinieri del Comando per la Tutela agroalimentare di Torino hanno eseguito un’ispezione presso lo stabilimento di via Parasio 36 a Varazze, quartier generale della produzione dolciaria griffata Fazio. I controlli hanno portato al sequestro di 1.200 confezioni e 5.400 etichette, per un valore commerciale di 18.600 euro.​

L’inchiesta de La Verità: etichette ingannevoli e ingredienti non certificati

Secondo quanto riportato da La Verità in un’inchiesta firmata da Giacomo Amadori, il nodo principale riguarda le etichette dei prodotti, ritenute “ingannevoli”. A far discutere è stata l’indicazione di ingredienti DOP e IGP, come il pistacchio di Bronte, il sale di Trapani e la nocciola di Giffoni, che in realtà non sarebbero stati effettivamente utilizzati. Il pistacchio era genericamente siciliano, la nocciola proveniva dal Piemonte, ma senza certificazione. Un’irregolarità che è costata all’azienda tredici violazioni amministrative. Le sanzioni, notificate nei giorni successivi all’ispezione, sono state parzialmente saldate da Fazio & Co. entro cinque giorni, beneficiando così dello “sconto”: 62.400 euro pagati su quasi 100.000 previsti.​

E pensare che solo pochi giorni prima del blitz, La Stampa aveva celebrato l’impegno imprenditoriale del conduttore, soprannominandolo il “Willy Wonka della Riviera”, in un articolo dai toni encomiastici. Sul sito ufficiale, Fazio raccontava con trasporto l’origine del suo legame affettivo con il marchio Lavoratti: “I miei nonni che a ogni Pasqua mi regalavano l’uovo Lavoratti… La mia ambizione? Fare il miglior cioccolato del mondo!”​

Ambizione che ha trovato forma concreta quando, insieme alla moglie Gioia Selis (oggi ex presidente, come lui) e a una coppia di ristoratori amici, ha deciso di salvare dal fallimento lo storico marchio nato nel 1938, investendo quasi due milioni di euro e puntando anche sugli incentivi del piano Industria 4.0. Una rinascita che ha però preso la via del lusso: uova di Pasqua vendute a 80 euro, prodotte in collaborazione con Gucci Osteria di Firenze, fino ad arrivare al “top di gamma”, l’Uovo Futurista 2025, edizione limitata a 340 euro.​

Il cioccolato di Fazio si è fatto cultura, moda e simbolismo. Le barrette vestite come libri, le confezioni trasformate in matite, le parole sul sito che parlano di “cura e intransigenza”. Ma l’intransigenza, almeno secondo i Carabinieri, non avrebbe trovato riscontro nelle materie prime dichiarate.​

Dopo la tempesta, Fazio si è dimesso da presidente il 29 febbraio scorso, seguito poco dopo dalla moglie. L’azienda ha provveduto a eliminare dal sito le indicazioni contestate e a riformulare la composizione dei prodotti, che oggi riportano correttamente ingredienti e certificazioni.​

Resta però la questione aperta per chi ha acquistato quelle uova da 98 o 340 euro, ignaro che il contenuto potesse non corrispondere alle promesse in etichetta. Il Codacons, ora, invita questi consumatori a farsi avanti. Il re è nudo, si direbbe. O, meglio, “ha fatto la figura da cioculatè”.​

Autore
Panorama

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