Donne d’Impresa: Iolanda Riolo, una siciliana tutta da scoprire
- Postato il 23 novembre 2025
- Agenzie
- Di Blitz
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Donne d’Impresa: Iolanda Riolo, una siciliana tutta da scoprire.
È di Palermo, dal 2023 nominata anche Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana, Iolanda
Riolo non smette di stupirci per il suo costante e generoso impegno di Donna Imprenditrice, ora
anche impegnata come Presidente dell’Istituto Finanziario della Regione. Già ex assessore
comunale all’Innovazione e alla Mobilità in una delle Giunte guidata da Leoluca Orlando, ci
racconta con tanti ricordi della sua infanzia quando, con nonna Iolanda Riolo passava le sue estati in
ufficio, cresciuta a “pane e azienda”.
“Fiducia, cura e responsabilità unite ad un ben collaudato “lavoro di squadra” sono alla base del suo
successo personale di Donna Manager ma anche di cittadina sempre pronta e disponibile al servizio
del Bene Comune. Senza mai dimenticare di essere prima di tutto anche la mamma di due figli,
Iolanda, è attivissima anche in AIDDA come socia e tesoriera nazionale: punto di riferimento e
guida per tante amiche imprenditrici siciliane e non solo!
È lei a capo del Gruppo di Concessionarie Riolo Group srl, fondatore di R.Motors srl, R. Star spa,
Riolo Automobili srl. La sua azienda offre soluzioni di mobilità a 360 gradi, con servizi di vendita
di auto nuove e usate, di assistenza, riparazione e manutenzione meccanica.
Da oltre 30 anni, Iolanda vive con entusiasmo e costante impegno il mondo dell’Impresa, con progetti innovativi per lo sviluppo della stessa. La “meritocrazia” è sua parola d’ordine ma anche la chiave del successo
delle sue aziende oltre che nella vita. Il suo percorso d’imprenditrice di successo ne è la prova. Suo
orgoglio e vera sfida, pur in un momento storico di così difficile politica economica, è poter
valorizzare e riconoscere il valore oltre che la qualità delle aziende del suo territorio.
Sulle varie testate giornalistiche si scrive di lei che è passata con grande disinvoltura dalle auto alle banche,
come una vera imprenditrice sa fare, perché con competenza e responsabilità guiderà anche l’Irfis.
La sua visione lungimirante della vita e del lavoro fanno scuola in Sicilia. Fondatrice del format
socio-culturale “L’Impresa al Centro”, ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il Premio Talamone
e il Premio Genio di Palermo. Per conoscerla meglio e di più le abbiamo chiesto:
Nonna Iolanda fin da bambina ha visto in lei le potenzialità di una manager ma, se non avesse
avuto l’azienda di famiglia alle spalle, cosa avrebbe voluto “diventare” da grande?
Non so se lei, se mia nonna, vedeva il mio potenziale, non credo. Sicuramente io guardavo lei, affascinata ed
estasiata, non solo come madre di quattro figli, ma come donna alla scrivania, circondata dalla carta e dal
lavoro. Mi piaceva moltissimo guardarla, mi sembrava una regina sul trono.
Se non avessi avuto l’azienda di famiglia, avrei voluto fare l’insegnante, perché penso che l’insegnante può
avere molte idee per coinvolgere i ragazzi e dalla loro motivazione dipende il futuro del Paese. Credo che
oggi la criticità che stiamo vivendo dipenda essenzialmente da questo. Tutti noi perdiamo ogni giorno
qualcosa per le lacune di questo settore. Soprattutto al sud.
Imprenditrice al comando di aziende di oltre 250 dipendenti come può trovare il tempo per
famiglia, hobby, AIDDA e ora anche Irfis?
Facile: Delegando, facendomi aiutare, facendo crescere le persone che mi circondano.
A proposito di Intelligenza Artificiale così detta “Aumentata” quali sono i programmi per
poterla usufruire nelle sue aziende?
Nelle mie aziende i programmi sono nati già subito dopo il COVID e sono programmi che mirano a
valorizzare le persone, per far sì che queste svolgano dei ruoli in cui possano adoprarsi con creatività, con
umanità, con empatia, lasciando ai robot tutti i ruoli meccanici possibili. Le persone hanno bisogno di
soluzioni e di confrontarsi continuamente con noi, perché la nostra non è tanto un’azienda di commercio, ma di servizi in Sicilia.
In Sicilia, la parità di genere è ancora un problema? Cosa ci può raccontare della sua
esperienza di ufficio e di vita in famiglia?
Sicuramente, quando ho cominciato, qualche collega mi ha sottovalutata, devo darne atto. Poi sul campo le
cose sono cambiate nel tempo, perché tutti loro hanno dovuto farsi una ragione del fatto che quelle 4 donne
su 200, con questo tipo di azienda, eravamo comunque in gamba. Ora siamo molte di più, perché ci sono
diverse figlie, generazione giovane, che hanno la possibilità di confrontarsi con dei modelli veri, in carne
d'ossa, che siamo noi donne operative nel settore dell'automotive.
Un sogno nel cassetto ancora da realizzare?
Trasformare nel tempo la mia azienda in una pura azienda di servizi, anche perché penso che il momento
della vendita verrà sempre più relegato in un angolino, a livello di capacità professionale e dunque diventare
il più possibile in un’azienda creativa, in un’azienda di servizi, che cambia ogni giorno in base alle esigenze
del cliente, per la soddisfazione massima del cliente, che è il nostro mantra, il nostro diktat e anche la nostra
“pozione magica”, la nostra arma segreta e quindi affinarla sempre più.
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