Delitto di Garlasco, la gip accoglie la ricusazione dei pm e revoca la nomina del “suo” perito
- Postato il 15 aprile 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Che sarebbe stata una battaglia tra perizie e consulenze era stato evidente sin dalla riapertura delle indagini sul delitto di Garlasco, ma sorprende che sia stato la stessa gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, a “eliminare” il suo specialista. La giudice ha infatti accolto l’istanza di ricusazione avanzata dalla Procura del genetista Emiliano Giardina, che avrebbe dovuto occuparsi della superperizia nell’ambito della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi che vede indagato Andrea Sempio (nella foto) in concorso con altri. La giudice ha nominato un collegio composto da due esperti e ha convocato le parti in aula per il prossimo 16 maggio per il conferimento dell’incarico.
Per la gip l’intervista rilasciata anni fa a Le Iene sullo stesso “oggetto” della consulenza (il tracciato genetico sulle unghie della 26enne uccisa il 13 agosto 2007) potrebbe “compromettere l’apparenza di imparzialità” del professionista che decifrò ‘Ignoto 1’ nel caso di Yara Gambirasio. Nel provvedimento, che accoglie l’istanza della pm Valentina De Stefano con l’aggiunto Stefano Civardi, la giudice “non dubita della assoluta correttezza dimostrata e della imparzialità” del professor Giardina che è stato “scelto per le sue indiscusse capacità professionali, per la preparazione scientifica e la riconosciuta autorevolezza”. Con l’ordinanza notificata oggi sono stati nominati i nuovi periti. Si tratta della dottoressa Denise Albani come genetista e Domenico Marchigiani come perito dattiloscopico.
La Procura di Pavia – mossa dalle deduzioni della difesa Stasi affidate al genetista Ugo Ricci e al consulente Lutz Roewer – ha messo in discussione le conclusioni della perizia dell’appello bis e i dati del genetista Francesco De Stefano che – insieme ai consulenti di parte – aveva ritenuto non utilizzabile il Dna maschile trovato sui margini ungueali della vittima. Una traccia non databile, non riconducibile a un singolo (indica una linea maschile, cromosoma Y) e comunque da trasferimento, cioè non da contatto diretto tra Sempio e Chiara Poggi. Quella traccia da sola dimostra solo che Sempio frequentava quella casa, era la conclusione che ha portato nel 2017 alla sua archiviazione.
Nelle settimane scorse la giudice per le indagini preliminari di Pavia aveva quindi acconsentito a “compiere nuovamente la valutazione relativa alla utilizzabilità del profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto sotto le unghie della vittima” e a confrontarlo con Sempio, sottoposto a prelievo coatto, ma anche ad eventuali altri maschi che verranno indicati dal giudice (“con prelievo del Dna e modalità previste dalla legge”) o dai partecipanti all’incidente probatorio. L’incidente probatorio partito il 9 aprile scorso aveva subito il primo sto con l’istanza di ricusazione. Il primo passo dei nuovi periti sarà stabilire la possibilità o meno di comparazione, il resto prescinde dalle provette: l’eventuale nuova analisi dei dati sulle tracce raccolte sui margini delle unghie della ventiseienne sarà solo sulla carta perché il materiale biologico di Chiara Poggi è terminato.
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