Dall’energia al calcolo, ecco come avanza l’Intelligenza Artificiale. Il dibattito a Med Or
- Postato il 16 aprile 2025
- Economia
- Di Formiche
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L’Intelligenza Artificiale al servizio dell’economia. Dunque della crescita e, perché no, della sicurezza e dell’efficienza. Ormai è quasi banale, eppure è una rivoluzione. Altrimenti il gigante dei processori Nvidia non si sarebbe scomodata a mettere sul piatto 500 miliardi di dollari per rendere gli Stati Uniti leader mondiali dell’Intelligenza Artificiale. L’Italia, dinnanzi a questa immane sfida, non può certo tirarsi indietro.
E proprio di questo si è parlato nel pomeriggio di ieri presso la Fondazione Med Or, in occasione del dibattito “AI e supercomputing al servizio dell’intelligence economica”. A confrontarsi sul tema, presso la sede dell’ente in via Cola di Rienzo, Marco Minniti, presidente di Med Or, Emilio Billi, docente alla San José University ed esperto di AI, Andrea Bairati, presidente dell’Associazione italiana ricerca industriale e in veste di moderatore per l’occasione e Stefano Ciurli, head of global service di Enel.
DA PAESE A SISTEMA PAESE
Nel suo saluto iniziale, Minniti ha posto l’accento su due aspetti: l’importanza di essere sistema Paese e di ricorrere al soft power. “Non tutti i Paesi sono bravi a muoversi come sistema, in modo organico, organizzato. Ci sono Paesi più bravi dell’Italia, che a volte si muove bene, altre no. L’altro punto è il soft power. Oggi, in tempi in cui sembra andare di moda l’hard power, sapersi muovere a un ritmo diverso, diventa ancora più essenziale e necessario”, ha premesso l’ex ministro dell’Interno. “In questa fase storica abbiamo bisogno come sistema produttivo, oltre che sistema Paese, di essere connessi al Global South: per l’Italia è potenzialmente un mercato enorme, dalle grandi potenzialità, specialmente in tempi di protezionismo. E l’idea di lasciare il sud globale nelle mani della Cina mi pare la scelta più sbagliata che si possa fare”.
Minniti ha poi citato un esempio di sistema Paese, decisivo quando serve: la Turchia. “Fino a pochi mesi fa il Pese aveva un’inflazione al 90%. Eppure non è fallita, non l’hanno fatta fallire. Perché? Per il suo ruolo geostrategico. Quando c’è qualche situazione delicata, la Turchia ha sempre un ruolo di mediazione, capace di parlare sia con l’Ucraina, sia con la Russia. La Turchia è un Paese strategico e centrale”. Quanto guerra dei dazi, essa “ha a che fare con l’intelligenza Artificiale e le terre rare, visto che la Cina ne è primo possessore al mondo. La Cina ha degli strumenti in grado di condizionare le grandi aziende statunitensi che negli anni passati hanno fatto un’operazione di decentramento della produzione che, ad oggi, è difficilmente recuperabile”, ha aggiunto Minniti.
IL SECOLO DELL’AI
Poi, la discussione ha virato intorno al cuore dell’evento, l’Intelligenza Artificiale. Qui la parola è passata a Billi, il quale ha tratteggiato l’evoluzione storica dell’Intelligenza Artificiale. “Dal 2014 in avanti la potenza di calcolo è letteralmente esplosa. E il motivo per cui oggi l’AI sembra qualcosa di molto simile all’intelligenza umana è perché la potenza di calcolo di un computer ha eguagliato quella del cervello umano”, ha spiegato l’esperto. “Possiamo definire l’intelligenza come il modo di risolvere qualcosa in modo non rigido, senza ricorrere a modelli matematici. Fino a poco tempo fa, penso agli anni 70, il computer era una macchina rigida. Poi però i pc hanno cominciato a imparare da soli dai dati che gli venivano forniti. Ed ecco che la macchina diventa improvvisamente intelligente. Oggi abbiamo la stessa potenza di calcolo del cervello umano, domani ne avremo di più”.
IL RUOLO DI ENEL
L’Intelligenza Artificiale, però, non può prescindere dal contributo delle grandi imprese. “Se andiamo nell’ambito degli impianti della generazione di energia, per esempio, vengono forniti dei dati per capire se la macchina è a regime, se lavora bene e che performance può avere in futuro”, ha spiegato Ciurli. “Questo per dire che l’Intelligenza Artificiale è alleata delle imprese e delle sue macchine. E lo stesso vale per il versante del mercato, basti pensare alla profilazione dei consumi e delle abitudini dei clienti. Dal 2022 ci siamo posti in Enel il problema di mettere le infrastrutture sotto il cappello dell’Intelligenza Artificiale. E questo senza incorrere nell’errore di mettere diverse tecnologie in contrapposizione tra loro”.
Ciurli ha poi raccontato la crescita di Enel sul fronte dell’Intelligenza Artificiale. “Al momento, per un’azienda che ha dei presupposti di gestione di digitale elevato, ci sono numeri significativi. Questa innovazione comporta efficienza e velocità, in Enel abbiamo ridotto i tempi di molti processi sensibilmente”. Ma c’è un tema: i nuovi mestieri. “Ci troveremo dinnanzi a un cambiamento della nostra vita, ci saranno nuove prospettive. Non voglio dire che perderemo tutti il lavoro, ma certamente ci sarà una diversa struttura di certi lavori. In questo senso occorre acquisire un’attitudine trasformativa”.
D’altronde, “in un contesto geopolitico in costante mutamento, l’intelligenza artificiale può essere una delle leve decisive per ridefinire sapientemente i processi di business e i relativi settori operativi, a partire dal Procurement. Dalla cura della supply chain agli assistenti virtuali, dagli agenti AI alla qualificazione dei fornitori, Enel può cogliere le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale in forza di un posizionamento digitale solido e di una propensione trasformativa che, di fronte alla complessità odierna, è oggi un elemento imprescindibile per comprendere e assorbire positivamente le repentine evoluzioni tecnologiche che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni”, ha spiegato Ciurli.
“Nella complessità moderna, infatti, l’AI può essere il nodo intelligente della rete globale: capace di leggere ciò che accade, ma anche di orientare le decisioni. Ecco che qui rientra in gioco il procurement e il suo ruolo chiave nelle dinamiche aziendali; un ruolo che Enel ha voluto strutturare nella relazione biunivoca che abbiamo chiamato AI for Procurement-Procurement for AI. Se con l’AI for Procurement, fra le altre cose, abbiamo attivato agenti AI per interpretare i dati e assistenti virtuali per domande complesse legate alla policy, con il Procurement for AI, ovvero l’acquisto di soluzioni basate su AI, scegliamo con ancora più accortezza i nostri partner e affiniamo con costanza la compliance ai regolamenti europei in materia”.