Dal 2026 più tutele per i lavoratori fragili: arriva la legge 106 con nuovi permessi, congedi e smart working prioritario
- Postato il 24 ottobre 2025
- Economia
- Di Blitz
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Dal 1 gennaio 2026 entreranno in vigore importanti novità per chi convive con patologie croniche, invalidanti o oncologiche. Si tratta delle misure introdotte dalla legge 106 del luglio 2025, entrata formalmente in vigore il 9 agosto 2025, ma con piena operatività dal nuovo anno.
Queste norme non sostituiscono la legge 104, bensì la affiancano, rafforzandone le tutele e ampliando i diritti dei lavoratori che affrontano gravi condizioni di salute o che assistono familiari malati. L’obiettivo è quello di garantire maggiore flessibilità e protezione, in modo da conciliare meglio le esigenze di cura con quelle professionali.
Più ore di permesso e nuove agevolazioni
La principale novità è rappresentata dalle 10 ore aggiuntive di permessi retribuiti all’anno che si sommano ai tre giorni mensili già previsti dalla legge 104. Queste ore extra potranno essere utilizzate per esami, terapie o visite mediche, ma solo da chi si trova in particolari situazioni di salute, come malattie oncologiche, croniche o invalidanti.
La norma prevede inoltre che il beneficio sia esteso anche ai genitori di minori affetti da tumori, malattie rare o con invalidità pari o superiore al 74%. I nuovi permessi saranno validi sia per i lavoratori pubblici sia per quelli privati, con copertura contributiva garantita. L’articolo 2 della legge specifica che tali ore “si applicano in aggiunta alle tutele previste dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali di lavoro”.
Congedi, smart working e tutele per gli autonomi
La legge 106 non si limita ai permessi orari: introduce anche un congedo non retribuito fino a 24 mesi, durante il quale il dipendente mantiene il diritto al proprio posto di lavoro. Al termine del congedo, chi rientra potrà richiedere in via prioritaria lo smart working, purché compatibile con le mansioni svolte.
Le novità riguardano anche i lavoratori autonomi: chi è affetto da una patologia grave potrà sospendere la propria attività fino a 300 giorni all’anno, mantenendo attiva la posizione previdenziale e contributiva. Per accedere alle nuove tutele, basterà presentare una certificazione medica del proprio medico di base o dello specialista curante.
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