Così Trump rinvigorisce la sua presenza militare in America latina
- Postato il 19 dicembre 2025
- Di Il Foglio
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Così Trump rinvigorisce la sua presenza militare in America latina
Malgrado quanto previsto da Wilson Tucker, Trump non ha colto l’occasione del suo discorso alla nazione per annunciare formalmente la guerra al Venezuela. Ma intanto in risposta al suo ordine di “blocco” per le petroliere sanzionate in rotta da o per il Venezuela Maduro ha dato ordine alla flotta venezuelana di scortarle, e così tra martedì sera e mercoledì mattina diverse navi che trasportavano sottoprodotti petroliferi dal Venezuela hanno lasciato la costa orientale del paese, dirette verso l’Asia. Gesto simbolico, vista la tremenda sproporzione delle forze in campo.
Intanto, però, a questa partita a scacchi si sta sviluppando una trama parallela di avvolgimento. Mercoledì con la motivazione ufficiale di combattere il narcotraffico gli Stati Uniti hanno dispiegato del personale militare a Manta: una base strategica sulla costa dell’Ecuador dove avevano operato fino al 2009, e da cui erano stati estromessi dal governo filo-chavista di Rafael Correa. “Questo sforzo congiunto a breve termine fa parte della nostra strategia di sicurezza bilaterale, in linea con gli accordi vigenti ai sensi della legge ecuadoriana”, ha dichiarato la delegazione americana sui social. Il 16 novembre scorso una richiesta di autorizzare basi straniere sul territorio nazionale era stata inserita dal presidente Daniel Noboa in una lista di referendum che sono stati però tutti bocciati. Dunque, la cosa diviene possibile a patto di formalizzare che non si tratta di una base permanente, ma comunque una base. Già giorni prima dell’annuncio ufficiale, erano iniziati ad arrivare aerei americani con equipaggiamento militare. Oltre a essere uno dei principali porti dell’Ecuador, Manta è anche il punto continentale più vicino alle Isole Galápagos: un’area chiave per le rotte del narcotraffico, ma anche per la lotta alla pesca illegale e al traffico di esseri umani. Il Pacifico orientale è l’area dove il Comando sud ha annunciato il nuovo affondamento di una asserita narcoimbarcazione, con quattro uccisi.
Intanto lunedì era stato firmato a Washington un accordo di cooperazione militare e di sicurezza tra il ministro degli Esteri paraguayano Rubén Ramírez Lezcano e il segretario di stato statunitense Marco Rubio, durante la visita dello stesso Ramírez Lezcano a Washington. “Questo strumento regolerà in modo chiaro e preciso le condizioni legali applicabili al personale militare e civile statunitense che partecipa ad attività di cooperazione nel territorio paraguaiano”, ha poi spiegato il ministro mercoledì in conferenza stampa, dopo il ritorno ad Asunción. Martedì era anche arrivata in Bolivia una missione americana per esplorare opportunità di investimento, dopo il cambio di governo che ha visto la fine di un ventennio di potere della sinistra filo-chavista e la ripresa delle relazioni con Washington, interrotte dal 2008. Per ora si parla di economia, ma viene da pensare che anche qui si prospettino sviluppi in campo militare. E lunedì era arrivata anche la notizia che Trinidad e Tobago consentirà agli aerei militari statunitensi di transitare nei suoi aeroporti, proprio a ridosso del Venezuela. Secondo il ministero degli Esteri del paese, gli Stati Uniti hanno indicato che i movimenti degli aerei saranno “di natura logistica, facilitando il rifornimento di carburante e la rotazione di routine del personale”. Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno condotto esercitazioni militari e installato un sistema radar nella nazione caraibica, che, secondo Trinidad e Tobago, ha lo scopo di monitorare i narcotrafficanti in mare.
Già il 26 novembre Il presidente della Repubblica Dominicana Luis Abinader aveva annunciato di aver autorizzato le Forze armate americane a operare temporaneamente in aree riservate, per aiutare Washington a combattere il narcotraffico. Da ricordare che anche con il governo di sinistra Xiomara Castro gli americani hanno mantenuto in Honduras la base di Palmerola, dal marzo 2020 gli Stati Uniti hanno firmato con il presidente di El Salvador Nayib Bukele un accordo che consente loro di utilizzare il moderno aeroporto di Comalapa per un periodo di dieci anni, e anche a Panama in risposta alle pressioni di Trump addirittura per la restituzione del Canale dallo scorso ottobre è stato concesso il ritorno di truppe americane, anche se per ora solo come sede di esercitazioni.
Insomma, Trump sta effettivamente procedendo ad estendere una presenza militare nella regione. C’è da capire se Maduro ne sia l’obiettivo o il pretesto.
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