Cosenza, fermato per terrorismo un tunisino di 28 anni: “Radicalizzato, si era affiliato all’Isis”

  • Postato il 18 aprile 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Voi siete gli infedeli e se Dio vuole ce la possiamo fare e vedrete cosa possiamo fare… non vi perdoneremo, verrete massacrati, strangolati ed impiccati, non vedrete la pace”. “Non meritate niente, meritano la morte, meritate solo di essere sgozzati, infatti… sgozzati, da arteria ad arteria …. tutti… tutti!”. Sono alcune delle frasi pronunciate da Halmi Ben Mahmoud Mselmi, il giovane tunisino residente a Cosenza arrestato stamattina dalla Digos che ha eseguito un decreto di fermo disposto dal procuratore di Catanzaro Salvatore Curcio, dall’aggiunto Giulia Pantano e dal sostituto procuratore della Dna Paolo Sirleo. L’accusa è di associazione di natura transnazionale con finalità di terrorismo. Secondo i pm, infatti, il 28enne tunisino aveva aderito all’Isis ricoprendo un ruolo da organizzatore. Oltre all’attività di indottrinamento e di autoaddestramento, dall’inchiesta della Digos è emersa anche la “disponibilità a votarsi al martirio” – si legge nel capo di imputazione – “sia colpendo gli occidentali ed Israele che il regime all’epoca presente in Siria”.

In un’intercettazione del 29 agosto 2024, Mselmi avrebbe manifestato “la sua indole violenta nei confronti dei poliziotti” chiamati “serpenti”. Ma anche nei confronti di un tale “Saber”, un potenziale adepto poi definito “cane” per la sua “ritrosia a sacrificarsi al martirio”. “Uno con la pazienza – sono le parole del tunisino arrestato – aggredisce e ne cattura uno ogni giorno; significa un cane, un serpente ogni giorno avrei catturato uno dei gruppi dei serpenti e l’avrei aggredito e se Dio avesse voluto in un anno ne avrei finito dieci o venti, grazie a Dio così anche se dormi, ti trovi in paradiso”. Descrivendo l’indagato, nel provvedimento di fermo, i magistrati sottolineano la “personalità inquietante, profondamente radicalizzata e disponibile ad immolarsi per la causa musulmana”. Il 29 agosto 2024, infatti, Mselmi manifestava “intendimento di raggiungere uno Stato estero per sostenere i “fratelli in Dio musulmani”: “Ti giuro su Dio se mi aprono il confine vado in Palestina, non voglio proprio niente. Vado in Palestina se Dio vuole e do vittoria ai miei fratelli lì (nel senso che va ad aiutarli per farli vincere, ndr) e faccio allontanare il male degli ebrei su di loro. Hai capito? È questo che voglio”.

Oltre a essere solito ascoltare delle canzoni in arabo “che esaltavano la morte e la certezza di raggiungere il paradiso”, Mselmi parlava spesso da solo e lamentava “il suo malessere interiore, dovuto al fatto che risiedeva in un paese over vivevano gli infedeli”: “Italiani…. tu stai parlando del mio paese…e così dico io… ma vaffanculo, tu il tuo paese, la Polizia di merda e i Carabinieri, tutti gli italiani di merda del tuo paese, Francia, Germania, tu…voi siete tutti criminali, ipocriti e bugiardi… … di Dio, vaffanculo Italia vaffanculo… vaffanculo”. In alcune occasioni poi, l’uomo dava “conto delle sue intenzioni volte a dare un senso alla sua vita”: “si chiedeva cosa gli avesse dato l’Italia ed affermava che la sua vita non sarebbe stata vana, evocando, nella sua convinzione takfirista, il compimento di un gesto estremo”: “Affrettiamo i passi verso il martirio – canticchiava sempre da solo – e moriremo con il nostro consenso e prepareremo trappole con cui distruggere i tiranni con la morte comincia la mia vita”. E ancora: “Vi raggiungeremo a casa vostra e vi sgozzeremo come gli agnelli”.

Confidandosi con un amico, l’indagato aveva evocato il martirio fino a poche settimane fa: “Non c’è una cosa migliore di quello che abbiamo in testa, spero che dio ci dia la possibilità, così uno può riposare andando verso la morte amico… non ce la faccio… almeno uno muore facendo qualcosa per essere accettato da Dio”. Stando alle indagini l’organizzazione di cui faceva parte l’arrestato sarebbe stata in grado di gestire il flusso migratorio clandestino dalla Tunisia all’Italia.

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Il Fatto Quotidiano

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