Cos’è il Wto, l’Organizzazione Mondiale del Commercio tirata in ballo dalla Cina nella guerra dei dazi
- Postato il 14 aprile 2025
- Politica
- Di Blitz
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Nella guerra in corso dei dazi scatenata da Trump c’è un organismo che viene spesso tirato in ballo specialmente dalla Cina ma anche dall’Unione Europea. Si tratta del Wto, l‘Organizzazione Mondiale del Commercio. Vediamo cos’è nello specifico questa organizzazione e di cosa si occupa.
Nei giorni scorsi la Cina ha replicato al “bullismo unilaterale di Trump” alzando i dazi e presentando ulteriori ricorsi al Wto (uno lo aveva già presentato più di una settimana fa). Si tratta tuttavia di una mossa solo simbolica anche perché gli Stati Uniti, che hanno aderito al Wto solo nel 2001, appaiono molti critici verso l’Organizzazione Mondiale del Commercio, spesso accusata di fare gli interessi proprio della Cina.

Cos’è il Wto, quando è nata e cosa regola
La nascita della Wto ha rappresentato un momento fondamentale nella disciplina delle relazioni internazionali commerciali a partire dal 1947, ossia subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. La sua sede si trova a Ginevra: il Wto presiede al funzionamento di una serie di accordi multi e pluri-laterali sul commercio internazionale, i più conosciuti dei quali sono gli accordi sullo scambio di merci (GATT), sullo scambio di servizi (GATS), e sulla proprietà intellettuale (TRIPS).
Si tratta di un meccanismo che incoraggia le parti in conflitto per ragioni di commercio a raggiungere una soluzione concordata reciprocamente attraverso consultazioni bilaterali obbligatorie prima e durante le fasi del procedimento. Sulla carta ciò servirebbe ad escludere forme di ritorsione reciproche lesive per un ordinato commercio internazionale.
Gli Usa risultano essere stati chiamati in giudizio per ben 155 casi e di aver presentato ricorsi in ben altri 124 casi. Trump, già durante il suo primo mandato aveva accusato la Wto di danneggiare gli Stati Uniti e propendere per gli altri paesi, prima fra tutti la Cina, nella risoluzione di dispute commerciali transnazionali. Nello specifico, la prima amministrazione Trump aveva accusato la Wto di aver inserito la Cina nella categoria PVS, ossia paesi in via di sviluppo e con l’aggiunta della dicitura “non market economy”, favorendo in questo modo l’ascesa economica della Repubblica Popolare.
Wto trasformata in un’organizzazione debole già durante l’amministrazione Obama
Prima di Trump fu anche l’amministrazione Obama a inceppare volutamente lo strumento con cui il Wto fa giurisprudenza e supera le leggi nazionali. Si tratta dell’organo di appello (Appellate Body), che ha l’ultima voce in capitolo quando uno Stato contesta una decisione del Wto. Dal 2016 gli Usa bloccano la nomina dei membri decaduti, di fatto rendendolo un organo non funzionante, con l’effetto che ogni decisione presa dall’organizzazione può essere ignorata dal membro che la contesta.
Non è l’unico aspetto che rende l’organizzazione del commercio un’anatra zoppa. L’obbligo dell’unanimità impedisce alla maggior parte dei ricorsi di arrivare a meta ostaggio dei veti incrociati di Usa, India, Sud Africa e Cina, con quest’ultima che ha ormai il sostegno della maggior parte dei 170 membri, molti in via di sviluppo.
Dal 2019, parallelamente al dibattito per riformare il meccanismo decisionale e far tornare gli Usa a bordo, alcuni membri tra cui la Ue hanno dato vita ad un altro meccanismo, esclusivamente volontario, per risolvere le dispute. Si chiama Multi-Party Interim Agreement (Mpia) e segue le regole del Wto. Vi fanno parte oltre 50 Paesi tra cui Ue, Cina e Canada.
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