CNDDU: All’istituto penitenziario Beccaria di Milano tradita non solo la legge, ma l’idea stessa di umanità – e il compito educativo dello Stato
- Postato il 10 agosto 2025
- Società
- Di Paese Italia Press
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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani CNDDU esprime profondo sdegno e preoccupazione per quanto emerso dall’indagine della Procura di Milano sulle violenze, fisiche e psicologiche, subite dai giovani detenuti dell’Istituto Penale Minorile “Cesare Beccaria”. Le accuse, che parlano di torture, maltrattamenti aggravati, lesioni, condotte omissive, falsi referti e persino di un episodio di violenza sessuale, non raccontano solo un grave fatto di cronaca giudiziaria: descrivono un fallimento culturale ed educativo che interroga l’intera società.
Chi lavora in un istituto penitenziario minorile non ha soltanto un compito di custodia, ma esercita una funzione educativa che lo Stato stesso riconosce e affida. Quando questa funzione viene stravolta, il danno va oltre le vittime dirette. Ogni ragazzo sottoposto a umiliazioni e violenze impara, suo malgrado, che il potere può trasformarsi in abuso, che la legge può essere piegata, che la dignità può essere negata. È un insegnamento rovesciato, in totale antitesi con ciò che la scuola e l’educazione alla legalità cercano di trasmettere ogni giorno: il rispetto reciproco, la giustizia, la fiducia nelle istituzioni.
Per questo il caso Beccaria non può essere relegato alle aule di tribunale. Deve entrare anche nelle aule scolastiche, come occasione di riflessione e di discussione. Parlare di questi episodi con gli studenti significa far capire che la legalità non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana che deve valere per tutti, in ogni luogo e in ogni circostanza, tanto più quando si esercita un ruolo di responsabilità verso persone fragili o private della libertà. La scuola può e deve aiutare a formare cittadini consapevoli, ma questo compito rischia di essere vanificato se le istituzioni non sono coerenti nel rispetto dei principi che pretendono di insegnare.
Il nome “Beccaria” dovrebbe evocare l’idea che la pena sia proporzionata, umana e finalizzata alla rieducazione. Oggi, se le accuse troveranno conferma, quel nome è stato tradito. E con esso, l’idea stessa che l’educazione possa cambiare le persone. È dovere dello Stato ristabilire la verità, garantire giustizia e restituire fiducia, non solo ai ragazzi direttamente coinvolti, ma a tutti i giovani che guardano e cercano di capire se il mondo degli adulti in cui stanno entrando è capace di essere giusto.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU
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