Caso Equalize, respinta la richiesta di arresti domiciliari per Pazzali

  • Postato il 31 luglio 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il Tribunale del Riesame di Milano, nel caso Equalize, decidendo sui ricorsi della Procura, ha disposto gli arresti domiciliari solo per l’immobiliarista romano Lorenzo Sbraccia, già ai domiciliari in un altro filone dell’inchiesta. Respinte, invece, le altre richieste, tra cui quella per Enrico Pazzali. I giudici hanno, comunque, riconosciuto il “grave quadro indiziario” prospettato dai pm per tutti gli indagati, tra cui lo stesso Pazzali. Non necessarie, però, le misure cautelari.

Il Riesame, si legge in una nota firmata dal presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, “ha depositato in data 30 luglio 2025 tutte le 12 ordinanze relative agli appelli presentati dal Pubblico Ministro nella vicenda giudiziaria connessa alla società Equalize”. In precedenza, “erano state depositate altre 4 ordinanze con declaratoria di inammissibilità”.

I giudici, si legge ancora, “hanno ravvisato la sussistenza di un grave quadro indiziario in relazione alla prospettazione accusatoria per tutti gli indagati”. Soltanto relativamente alla posizione di Sbraccia, “in stato di detenzione per altra causa”, sono state ravvisate “anche esigenze di tipo cautelare con conseguente adozione della misura degli arresti domiciliari che ovviamente risulta sospesa dovendosi attendere l’eventuale giudizio di legittimità”. Ovvero Sbraccia potrà fare ricorso in Cassazione e nel frattempo la decisione dei giudici resta sospesa.

“Tutte le ordinanze sono già state comunicate in mattinata alle parti”, si legge ancora. Proprio ieri, nel frattempo, è stato chiuso il primo filone della maxi inchiesta, condotta dal Ros dei carabinieri e coordinata dal pm Francesco De Tommasi della Procura diretta da Marcello Viola e dai colleghi della Dna Antonello Ardituro e Barbara Sargenti, dopo i quattro arresti e le due misure interdittive del 25 ottobre. Erano stati arrestati, tra gli altri, Nunzio Samuele Calamucci, esperto informatico del gruppo, e l’ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto lo scorso marzo.

Per i pm, al “vertice” dell’associazione per delinquere per i presunti spionaggi, con accessi abusivi alle banche dati ai danni di centinaia di persone, anche vip e personaggi noti, e dossieraggi illegali ci sarebbe stato Pazzali. Gravità indiziaria riconosciuta anche dai giudici del Riesame, senza esigenza di misura cautelare. Per cinque anni, tra il 2019 e il 2024, il gruppo delle presunte cyber-spie di Equalize avrebbe agito “per finalità di profitto”, vendendo “informazioni illecitamente acquisite, oppure a scopo estorsivo e ricattatorio, per condizionare e influenzare” settori “della politica e dell’imprenditoria”.

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Il Fatto Quotidiano

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