Big Tech, utili record nelle trimestrali: ma il futuro è a rischio tra dazi, tensioni geopolitiche e nuove regolamentazioni

  • Postato il 2 maggio 2025
  • Di Panorama
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Banco di prova superato per le Big Tech. In quella che gli analisti alla vigilia hanno definito come la stagione delle trimestrali più attesa e delicata degli ultimi tempi, i conti delle “Magnifiche Sette” hanno, quasi tutti, superato le aspettative (solo Tesla la grande delusa e Nvidia pronta a salire sul palcoscenico ma lo farà il 27 maggio). Ma ci sono anche segni di preoccupazione. Da inizio 2025 le Big Tech hanno perso 2.500 miliardi di dollari di capitalizzazione, travolte dalla nuova ondata di dazi voluta da Donald Trump. Nelle ultime quarantotto ore gli occhi erano puntati su Microsoft, Meta, Apple e Amazon, che insieme rappresentano quasi un quarto del valore dell’S&P 500. Dati diffusi: solidi utili e il Nasdaq ha fatto un balzo dell’1,5% a fine giornata. Ma dietro il rimbalzo si nasconde una verità scomoda: l’AI tira, ma con le guerre commerciali i modelli produttivi e strategici vanno verso un cambiamento.

Apple e Amazon: utili per 42 miliardi complessivi, ma i dazi costeranno 900 milioni nel prossimo trimestre

Apple ha chiuso con un fatturato in crescita del 5% a 95,4 miliardi di dollari e un utile per azione di 1,65 dollari (+8%). Il traino è arrivato ancora una volta dall’iPhone, le cui vendite sono salite a 46,84 miliardi di dollari, con acquisti anticipati per prevenire i dazi. I servizi, diventati da tempo il secondo motore della macchina Apple, hanno registrato ricavi per 26,65 miliardi, in crescita di quasi il 12%. Ma la vera notizia è arrivata con l’Outlook: il gigante di Cupertino stima in circa 900 milioni di dollari l’impatto dei dazi nel solo trimestre in corso. E da qui la conferma: a giugno la maggior parte della produzione destinata agli Stati Uniti sarà spostata fuori dalla Cina, tra India e Vietnam. Per tranquillizzare gli investitori, Apple ha anche annunciato un piano di buyback da 100 miliardi di dollari, il più grande della sua storia, e un aumento del dividendo del 4%.

La trimestrale di Amazon ha confermato il momento favorevole per l’e-commerce e soprattutto per il cloud. Il colosso fondato da Jeff Bezos ha registrato un fatturato netto di 155,7 miliardi di dollari, in crescita del 9% rispetto all’anno precedente, con un utile operativo salito a 18,4 miliardi e un utile netto che ha toccato i 17,1 miliardi di dollari. Ma il ceo Andy Jassy ha riconosciuto l’incertezza del futuro: “Nessuno sa davvero dove finiranno le tariffe, né quando”, ha ammesso. E infatti la guidance per il secondo trimestre prevede ricavi tra i 159 e i 164 miliardi di dollari, sotto le aspettative del mercato.

Microsoft e Meta: l’AI e Cloud trainano le trimestrali

E prima di Apple e Amazon era stata la volta di Microsoft e Meta. Conti spinti dalla domanda per l’intelligenza artificiale e dai ricavi in crescita nei rispettivi core business. Microsoft ha riportato ricavi in aumento del 13% a 70,1 miliardi di dollari. Il servizio cloud del gruppo ha messo a segno un’espansione del 35%. Meta, dal canto suo, ha superato le attese per il nono trimestre consecutivo: fatturato +16% a 42,3 miliardi e utile +35% a 16,6 miliardi. A spingere la performance è stata la crescita dei ricavi pubblicitari, che hanno toccato i 41,39 miliardi (+16,2%). Mark Zuckerberg ha confermato un forte incremento degli investimenti in intelligenza artificiale e realtà aumentata.

Tesla e Nvidia: gli estremi della curva tech E per finire le “Magnifiche Sette” ci sono i due estremi: Tesla e Nvidia. Tesla è la grande delusa, l’unica a mancare le attese nel primo trimestre, a causa della contrazione della domanda globale e dal “cambiamento” delle condizioni operative in Cina. Nvidia, invece, è attesa il 27 maggio e le aspettative sono altissime. Dopo un 2024 stellare, il titolo ha iniziato il 2025 con forti volatilità legate ai timori su valutazioni e dazi.

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Panorama

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