Autotrasportatori, allarme ritardi: “Vogliamo porti aperti h24 e corsie dedicate in autostrada di notte”
- Postato il 26 settembre 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 3 Visualizzazioni


Genova. Magazzini e porti aperti 24 ore su 24, corsie autostradali riservate ai camion di notte, digitalizzazione delle procedure e un vero autoparco in prossimità del porto di Genova capace di contenere 800 mezzi. Sono le principali richieste degli autotrasportatori di Trasportounito che oggi a Palazzo San Giorgio hanno organizzato un convegno dal titolo emblematico per denunciare una situazione che si protrae da anni, e non solo a causa dei cantieri in autostrada: Attese e ritardi per l’autotrasporto: la logistica finisce sotto scacco.
“I ritardi sono ormai strutturali – spiega Giuseppe Tagnochetti, coordinatore di Trasportounito -. Un autotrasporto con camion fermi non produce economia. Noi oggi abbiamo lanciato un messaggio molto chiaro. Riteniamo che i 4mila camion che lavorano nei porti liguri non possano operare in fasce orarie così ristrette. Il servizio apre alle 6 e chiude alle 21 con interruzioni durante la giornata, cambi turno e tutti i problemi che ci sono nei terminal. Troppe poche ore per caricare e scaricare, bisogna allargare la fascia operativa”.
Troppo tempo per caricare e scaricare la merce
La nuova legge nazionale prevede un sistema di indennizzi alle aziende con parametri fissi per le attese, 100 euro all’ora dopo 90 minuti di fermo del camion. Ma tutto questo non basta, secondo gli autotrasportatori: “Oggi viaggia su gomma l’80% delle merci che attraversano il sistema logistico italiano, è decisivo riconoscere la centralità dell’autotrasporto. Anche i magazzini del Nord Italia devono essere coinvolti in un processo di aggiornamento della catena logistica. Bisogna lavorare h24, bisogna aprire i magazzini di notte, bisogna far viaggiare i camion quando le autostrade non sono impegnate dal traffico cittadino. Un’unica corsia di notte con i cantieri dedicata ai camion può essere sicuramente una velocizzazione commerciale utile a tutti“.
L’associazione ha presentato in un video un caso emblematico. Un camion parte alle 5.30 dal parcheggio a Genova, va a caricare il container vuoto, va a Milano e resta fermo tre ore ad aspettare il carico (è il tempo di tempo di attesa medio). Il mezzo riparte, fa le soste previste dalla normativa – 45 minuti ogni 4 ore e mezza – e torna a Genova per entrare in porto. Qui serve altro tempo per fare tutta la documentazione, poi tre quarti d’ora per il cambio turno e infine l’uscita. In tutto, secondo questa simulazione, sono passate 15 ore dall’inizio della giornata. “Siamo già in deroga, perché l’ordinario per un autista è 13 ore di lavoro – ricorda Tagnochetti – quindi la mattina dopo dovrà aspettare due ore per recuperare e ripartirà in ritardo. Così l’azienda continua a perdere produttività, marginalità e capacità di servizio, perché ad oggi l’autotrasporto si paga ancora a chilometro e non a tempo”.

Autoparco, Genova guarda ancora all’area ex Ilva
E poi l’autoparco. Che dopo anni di ipotesi e promesse non esiste ancora. “Continuiamo ad avere delle soluzioni parziali, temporanee – conferma Tagnochetti -. Bene che il Comune si continui ad impegnare in qualche maniera, ma un autoparco capace di servire 800 camion non è un servizio all’autotrasporto, è un servizio alla merce”.
L’opzione ex Ilva “rimane in piedi”, conferma il presidente Marco Bucci: “Un’altra opzione importante è quella dell’ex centrale, perché l’abbattimento è già finanziato, quindi ci sono opzioni interessanti. D’altra parte se riusciamo a concentrare altre cose nell’area ex Ilva ci sono altre aree che si liberano, quindi è un effetto domino”. Ma quella zona è stata individuata anche per l’eventuale forno elettrico, quindi il risiko non si potrà risolvere finché non saranno chiari i piani per l’acciaieria
“Credo che questa città debba avere un autoparco definitivo, quindi bisogna mettere fine alle soluzioni tampone o temporanee che stanno facendo perdere una marea di risorse pubbliche – commenta il vicesindaco di Genova Alessandro Terrile -. So che l’Autorità portuale sta facendo tutto quello che deve fare per individuare l’area. che ci auguriamo possa essere definitiva. Nel frattempo il Comune sta facendo un lavoro per risolvere l’emergenza rispetto ad aree che erano state o sono ancora destinate ad autoparco provvisorio e che adesso devono mutare funzione. Penso all’area di Erzelli o alcune aree e che servono per i lavori propedeutici al lotto zero della Gronda, quindi la stiamo lavorando sull’area ex Derrick all’aeroporto per far sì che possa essere il più prima possibile adattata a ricevere circa 140-150 mezzi”.
Parola d’ordine digitalizzazione: “Basta carta”
Altra urgenza, la digitalizzazione: “Vuol dire non avere più carta, non scendere più dal camion, dare sicurezza agli autisti, dare velocizzazione commerciale – sottolinea Tagnochetti -. Siamo arrivati a metà della strada, bisogna andare in fondo e velocemente. Oggi siamo tra carta e file digitali e questo per noi è inaccettabile. Dobbiamo portare a casa il risultato di lavorare meglio anche a livello digitale”.
Per Bucci si tratta della priorità numero uno: “Il progetto che stiamo portando avanti grazie ai ristori di Aspi ci porterà alla alla gestione completa di tutti i movimenti nell’area metropolitana di Genova, porto incluso. Questo sistema ci garantirà di prevedere gli eventuali accodamenti e dare a ciascuno un orario preciso di ingresso senza dover rimanere in coda. Ci vorrà ancora un annetto, penso, per poter arrivare alla soluzione finale. I varchi li stanno già montando”.