Askatasuna e il patto con il comune di Torino per renderlo bene comune: lo stabile è stato ripulito e riordinato
- Postato il 18 novembre 2025
- Società
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Askatasuna bene comune: lo stabile di corso Regina Margherita 47, occupato 29 anni fa, è stato ripulito e riordinato da esponenti del comitato dei proponenti e dei garanti, tra cui lo psichiatra Ugo Zamburru e il sindacalista Giorgio Cremaschi che hanno annunciato l’avvio delle attività.
L’iniziativa fa parte del patto di collaborazione tra il comune di Torino e il centro sociale Askatasuna. Con l’avvio dei lavori è anche partita una raccolta fondi sulle principali piattaforme che si chiamerà “supporta il 47”, dal numero civico, e prevede iniziative, anche musicali, sia all’Askatasuna, sia in altri luoghi.
Ma a non vedere nulla di positivo nell’iniziativa sono esponenti di FI e FdI.
“Definire Askatasuna un “bene comune” è un vero insulto al buon senso dei torinesi. Qui non siamo davanti a uno spazio condiviso, ma a un luogo che da anni rappresenta illegalità e violenza. Altro che bene comune: è un male comune, che pesa sulla sicurezza della nostra città”. È questa la posizione netta espressa dal senatore Roberto Rosso, vicesegretario regionale di Forza Italia e dal segretario cittadino Marco Fontana, che aggiungono:
“Riconoscere dignità istituzionale a chi ha costruito la propria identità su scontri, minacce, aggressioni e disprezzo delle regole significa legittimare l’illegalità. È un messaggio devastante lanciato dall’Amministrazione Lo Russo: si premiano gli occupanti e si mortificano i cittadini perbene e le donne e gli uomini in divisa che ogni giorno presidiano quell’area.
Le finte “attività di pulizia” di oggi sono solo l’ennesima presa in giro: uno stabile con luci accese, ingressi continui e presenze fisse non è un bene comune, ma un’occupazione a tutti gli effetti. E chi continua a coprirla, anzi ad appoggiarla, si assume una responsabilità gravissima verso i torinesi.
La nostra linea è una sola: serve un intervento deciso e senza tentennamenti. Chi guida le istituzioni ha il dovere di ristabilire ordine e rispetto, senza scorciatoie. Ma a Torino questa regola non vale più, da anni ormai. Vorremmo chiedere al sindaco se il giovane riconosciuto dal giudice con “indole violenta” e arrestato per aggressione alle forze dell’ordine durante il No Meloni Day o i due fuggiaschi pro pal trovati sempre dagli agenti ospitati nella “non più okkupata Askatasuna” fossero nella pattuglia di chi faceva le pulizie di Natale. C’è un limite alla decenza, l’Amministrazione Lo Russo l’ha superata da un bel pezzo insieme ai pseudo garanti di questo patto scellerato”, concludono Rosso e Fontana.
Stessa linea seguita anche dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Roberto Ravello:
“Quanto sta accadendo a Torino è semplicemente vergognoso. Il Comune decide di ‘premiare’ chi ha occupato illegalmente per anni uno stabile pubblico, trasformando Askatasuna in un presunto ‘bene comune’. È un capolavoro di resa istituzionale: invece di ristabilire la legalità, Lo Russo consegna un attestato di legittimità a chi ha costruito la propria storia su scontri, devastazioni e odio verso le forze dell’ordine.
Gli ultimi episodi del ‘No Meloni Day’, con violenze gravissime e un arrestato legato proprio ad Askatasuna, avrebbero dovuto imporre una reazione ferma. Invece no: il Comune si inginocchia davanti a chi disprezza le regole. Nessuno sgombero, nessun ripristino della legalità. Anzi: pulizie, riordino e un progetto che trasforma un luogo simbolo dell’illegalità in una realtà istituzionalmente riconosciuta. Un’assurdità che offende cittadini, commercianti, lavoratori e soprattutto le Forze dell’ordine che da anni fronteggiano le stesse frange estremiste”.
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