Altitudine, palloni sgonfi e Var Ancelotti e le follie del Sud America

  • Postato il 10 settembre 2025
  • Di Panorama
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Giocare a oltre quattromila metri di altitudine era un’esperienza che Carlo Ancelotti non aveva mai provato. Se poi la partita oltre a giocarla la perdi per un rigore concesso dal Var e molto contestato dal c.t. italiano e da tutto l’ambiente brasiliano allora la notte di El Alto (4150 metri sul livello del mare) diventa indimenticabile. Per Ancelotti, che era già sicuro della qualificazione della sua squadra al Mondiale del 2026, quella in Bolivia è la prima sconfitta da quando è il commissario tecnico della Selecao. Con la vittoria il Bolivia si guadagna i playoff intercontinentali per accedere al Mondiale 2026.

Ossigeno e palloni sgonfi

Carletto, vista la qualificazione già blindata anche se con il peggior piazzamento della storia del Brasile, aveva optato per un ampio turnover, Considerava il match con la Bolivia un test utile per fare esperimenti. Ma la realtà è stata ben diversa. Oltre alle difficoltà di respirazione dei giocatori brasiliani (ognuno dei quali aveva a disposizione una riserva di ossigeno) il Brasile non ha tenuto conto del fatto che il pallone con l’aria rarefatta viaggia più velocemente e quei furbacchioni dei boliviani hanno pure consegnato agli arbitri dei palloni sgonfi. Cosa non si fa per andare a un Mondiale… A completare l’opera un rigore concesso dal Var che ha deciso la partita e fatto infuriare Carletto, supportato dalla Federazione. Il presidente Samir Xaud è stato durissimo: “Abbiamo giocato contro 14 (gli 11 boliviani, arbitro e guardalinee, ndr). È triste quello che è successo qui oggi. Siamo venuti qui per giocare a calcio e ciò che abbiamo visto fin dal nostro arrivo è stato antigioco. A 4.000 metri di altitudine, abbiamo giocato contro gli arbitri, la polizia e raccattapalle, togliendo palloni dal campo e mettendone altri. È stata una vergogna. Calcio da oratorio”.

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Panorama

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