Al Trentino i supermondiali di ciclismo del 2031: Ciccone sogna il podio a Kigali, il caso Israel si allarga

  • Postato il 25 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Non abbiamo tante carte per tornare a vestire la maglia iridata, ma intanto un mondiale ce lo siamo portati a casa. Anzi, un supermondiale: l’edizione 2031 sarà infatti ospitata dal Trentino, in quella che con cadenza quadriennale è una rassegna che non riguarda soltanto il ciclismo su strada ma anche tutte le altre discipline legate al mondo del pedale (quindi ciclocross, mountain bike, pista, gravel, bmx trial, enduro, granfondo, indoor cycling, cycling E-Sports, pump track e bike polo). Un evento nell’evento che porrà l’Italia al centro del villaggio, sperando che per quella data un italiano possa realmente ambire alla maglia iridata.

Un mondiale formato extra: 200 titoli in palio in 10 giorni

Il supermondiale è una creazione abbastanza recente, che ha avuto a Glasgow nel 2023 il primo esperimento (riuscito, a detta dell’UCI). Nel 2027 sarà l’Alta Savoia (quindi la Francia) a ospitare la seconda edizione, con la particolarità che a differenza dei mondiali canonici di ciclismo su strada, programmati a settembre inoltrato, le gare si disputeranno dal 24 agosto al 5 settembre.

La scelta del Trentino è stata ufficializzata nel corso del congresso UCI tenutosi a Kigali, a margine dei mondiali in corso di svolgimento. “Questo risultato che premia la già più volte comprovata capacità del Trentino di ospitare eventi dalla grande portata e di grande respiro internazionale”, ha commentato il presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti. “Già con le gare di sci di fondo e salto con gli sci dei giochi olimpici e paralimpici di Milano-Cortina 2026 il nostro territorio aveva ricevuto un grosso attestato di stima. Siamo estremamente orgogliosi che l’Unione Ciclistica Internazionale abbia voluto affidarci l’organizzazione dei supermondiali di ciclismo nel 2031”.

Una formula che piace a sponsor e TV (200 titoli in palio, migliaia di atleti coinvolti), meno forse ai corridori, soprattutto ai polivalenti (vedi Ganna), costretti a scegliere se fare una disciplina piuttosto che un’altra (nel caso di Ganna, che nel 2031 avrà 35 anni, strada o pista).

Ciccone sogna il podio a Kigali: “L’Italia se la deve giocare”

Con 6 anni d’anticipo, però, il pensiero corre al mondiale che tra poco più di 48 ore vedrà l’Italia protagonista a Kigali, con Giulio Ciccone capitano unico di una nazionale che vuole inserirsi nel discorso medaglie (dal 2008 ad oggi abbiamo raccolto solo un argento con Trentin nel 2019).

Pogacar ed Evenepoel probabilmente faranno corsa a sé, ma Ciccone ha fatto capire di non voler partire battuto. “Dopo loro due c’è l’Italia, non soltanto Ciccone”, ha affermato l’abruzzese, appena sbarcato in Ruanda. “Loro sono oltre, ma lo sono per tutti. Poi però ci siamo anche noi in una dimensione che definirei medio-alta. Penso che sarà una gara che si svilupperà da lontano, con tanti fattori in gioco: altitudine, smog, pavé, dislivello, circuito sfiancante… sarà una sfida di sopravvivenza”.

Il caso Israel spaventa anche il Giro dell’Emilia

Intanto il mondo del ciclismo è sempre alle prese con la situazione legata alla presenza della Israel Premier Tech nelle principali competizioni internazionali. E aspettando che l’UEFA prenda posizione, escludendo i club israeliani impegnati nelle coppe europee del calcio, l’UCI potrebbe prendere in seria considerazione l’ipotesi di fare altrettanto, quantomeno chiedendo alla squadra con licenza israeliana di cambiare nome o di rimuovere del tutto l’accostamento con Israele.

Il pericolo di nuove manifestazioni pro Pal, come quelle che hanno condizionato e non poco l’andamento della Vuelta, rischiano peraltro di far saltare addirittura il Giro dell’Emilia, in programma sabato 4 ottobre (i centri sociali bolognesi hanno annunciato proteste: il GS Emilia, che organizza la corsa, è seriamente preoccupato perché in assenza di comunicazioni non potrebbe escludere l’Israel Premier Tech dalla corsa senza incorrere in multe e sanzioni), rendono l’argomento molto delicato.

Ma adesso c’è un elemento di novità rilevante: Premier Tech, sponsor canadese della squadra israeliana, ha minacciato di lasciare se la dirigenza del team non opterà per un radicale cambio di strategia comunicativa. E molti corridori cominciano a pensare a loro volta di salutare. L’UCI non ha ancora preso posizione, ma l’immobilismo alla lunga non potrà pagare.

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Virgilio.it

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