Aggressione al sindacalista, la Cgil replica a Rixi: “Se ha informazioni si rivolga agli inquirenti e ripassi la storia”

  • Postato il 18 aprile 2025
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Genova. La Cgil Genova e Liguria replica al viceministro Rixi dopo le esternazioni sul caso dell’aggressione al sindacalista del 15 aprile e dopo il ritiro della denuncia.

In una nota il sindacato si rivolge al viceministro: “Le ‘ardite’ ricostruzioni di Rixi sull’aggressione al sindacalista Cgil e su possibili scenari di rigurgiti d’odio costruiti ad arte e, come lui sostiene, smentiti dai fatti che evidentemente conosce, potrebbero contenere notizie utili agli inquirenti a cui è bene che il viceministro si rivolga. Nel frattempo gli sarebbe utile un ripasso di storia sulla presenza dei fascisti a Genova visto che oltre ad essere ‘ardite’ le sue dichiarazioni sono anche ‘negazioniste’. Così la Cgil di Genova e della Liguria commentano le dichiarazioni a mezzo stampa nelle quali il viceministro parla di ‘odio strumentale’ e di rigurgiti d’odio dei professionisti dell’antifascismo che su quello hanno fatto carriere”.

La Cgil sottolinea: “Nonostante gli attacchi alla libertà di stampa e alla magistratura, al diritto di cronaca, a quello di manifestare, di scioperare, al ruolo e all’autonomia della magistratura e, non per ultimo, alla Costituzione antifascista a opera della maggioranza e del governo di cui Rixi è esponente, in Italia le indagini e le sentenze le fanno ancora gli inquirenti e la magistratura. Saranno le indagini degli inquirenti a dire cosa è accaduto: se l’aggressione c’è stata saremo tutti molto preoccupati, in caso contrario saremo tutti molto contenti perché il sindacato, la Cgil, le stagioni dell’odio le ha combattute e ha avuto i suoi caduti e subito assalti di vandalismo alle proprie sedi: non nel 1945, nel 2021“.

E poi ancora: “Le piazze pacifiche, democratiche e antifasciste, come quella dell’altra sera a Sestri o come quelle del 25 aprile, del Primo maggio, del 30 giugno – Rixi ripassi cosa è accaduto a Genova nel sessanta, non nel 1945 – e le tante che anche in questi mesi hanno manifestato per la pace, contro il ddl sicurezza e la precarietà, contro la desertificazione industriale e per il rinnovo dei contratti di lavoro, contro i femminicidi e i morti sul lavoro, contro le mafie, per la sanità e la scuola pubblica, sono piazze democratiche ed antifasciste che da sempre hanno fatto e continueranno a fare da argine alla mala politica, alla corruzione, a chi vorrebbe demolire i principi di democrazia, di libertà, di giustizia sociale propri della nostra Costituzione”.

La Cgil si dice consapevole “che queste piazze possano non piacere a quell’Italia che avremmo voluto pacificata dalla condivisione dei valori della nostra Costituzione antifascista scaturita dalla Resistenza, oltre che dal giudizio della storia. Ma c’è chi continua a non riuscire neanche a pronunciare la parola antifascista, chi si vanta di fare collezione di reliquie fasciste e chi, come il viceministro Rixi ritiene che le piazze antifasciste siano un teatrino che serve a seminare odio o siano retorica da corteo. Genova si è dimostrata una volta ancora antifascista e democratica non in nome di qualcuno o di un episodio, su cui è la Cgil la prima a chiedere che la giustizia faccia il suo corso, ma in nome dei tanti valori condivisi in una storia comune”.

E infine la proposta: “Se il viceministro volesse davvero dare il suo contributo, a proposito di clima di odio e di violenza, potrebbe trovare il tempo per fare il suo lavoro tutelando lavoratrici e lavoratori che ogni giorno operano sui treni e che subiscono continue violenze: su questo in Liguria è stato proclamato lo stato di agitazione. Infine, se al viceministro resta tempo, potrebbe consigliare al suo “capitano”, di cui è prode uncino, di evitare di esibirsi in continue campagne che alimentano paure e odio sociale. Ma forse questo è chiedere troppo”.

 

Autore
Genova24

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