Addio uomini: il trono del pop è saldamente in mano alle ragazze
- Postato il 16 aprile 2025
- Di Panorama
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Niente è per sempre nella musica pop, nemmeno un successo stratosferico come quello di Taylor Swift. Basta un attimo e si diventa obsoleti, superati in freschezza da qualche collega che si è insinuata nelle orecchie dell’intero mondo con un motivetto che piace da impazzire senza un perché. È il caso di Espresso, l’hit mondiale di Sabrina Carpenter, che ha scalzato dal primo posto in classifica la compassata ed eternamente politically correct Taylor. Tre minuti e rotti di disco music riverniciata con abbondante uso di suoni digitali che hanno agganciato giovani e meno giovani ammaliati dalla nuova bionda bambolina del pop da Quarkertown, Pennsylvania. Un mix tra passato e presente che caratterizza anche l’atmosfera del patinato videoclip irradiato dal sole, girato in parte in bianco e nero e con una bizzarra atmosfera da anni Sessanta la Carpenter in spiaggia agghindata retrò e accompagnata da fascinosi ragazzi con la tavola da surf.
Sabrina alterna canzoni per cuori infranti e teenager innamorate a siparietti hot, simulando sesso a tre con due ballerini in scena o parlando in concerto di momenti a quattro zampe e manette rosa per giochi proibiti. Il tutto in un tripudio di mise sexy, lingerie rosso fuoco e campagne promozionali con gli abiti di un brand di Kim Kardashian. Insomma, non manca nessuno degli stereotipi delle popstar degli ultimi decenni, incluso il debutto, come Britney Spears, in una serie Disney (Girl meets world).
Nel pop business non si butta via niente tutto si ricicla e quello che passa di moda oggi diventa la tendenza di domani. Madonna ha inventato tutto o quasi ai tempi dell’autoerotismo in diretta tv con Like a Virgin e tutte le altre si sono adeguate di decennio in decennio. Britney Spears, Christina Aguilera, Katy Perry… Con un paio d’eccezioni: Lady Gaga, che con la lungimiranza della stratega alterna brani torridi da discoteca a momenti jazz swing (vedi il repertorio con Tony Bennett), colonne sonore, duetti (Die with a smile con Bruno Mars e Sweet sounds of heaven con i Rolling Stones) e una discreta carriera cinematografica. E Billie Eilish, che dal punto di vista sonoro e dell’immagine, ha ribaltato le convenzioni e che soprattutto è riuscita, giovanissima ad azzeccare un pezzo che vale tutta la carriera: What I Was Made For?, presente nella colonna sonora di Barbie e vincitore di un Oscar come Miglior Canzone Originale.
Una su un milione ce la fa, per tutte le altre c’è l’anonimato o quasi. Parliamo al femminile, perché mai come oggi il trono della musica pop è saldamente in mano alle ragazze. Fatta eccezione per Harry Styles, gli uomini preferiscono una carriera, o presunta tale, da rapper o trapper: in giro non ci sono più personaggi carismatici alla Elton John o Robbie Williams, ma quasi esclusivamente una moltitudine di cloni in salsa hip hop che cantano (si fa per dire) e si atteggiano a duri del quartiere mimando una vita di strada senza arte né parte. E così l’autostrada pop è tutta delle fanciulle come la canadese Tate McRae (in concerto a Bologna il 13 giugno) che oggi ha 21 anni e che ha fatto uscire il suo primo singolo quando ne aveva quindici. Ex ballerina classica è andata al primo posto in mezzo mondo grazie all’album So Close So What. Fedele alla linea, ispirata senza se e senza ma dalla Spears di fine anni Novanta, alterna canzoni d’amore ad altre che trattano sì d’amore, ma in una versione un po’ meno pudica: Come Purple Lace Bra: «Mi ascolti solo quando sono svestita. Senti quello che ti piace e niente altro, sto perdendo la testa perché farti godere è l’unico momento in cui pensi che io abbia profondità Senti quello che ti piace e niente altro».
Conta molto nell’universo pop la narrazione della propria vita e della strada che ha condotto al successo. Quella di Chappell Roan (vincitrice quest’anno del Grammy come miglior artista esordiente) è un classico: la ragazza della provincia cresciuta in un campeggio per roulotte, ma educata ai valori più tradizionali della famiglia americana, che sogna Los Angeles e lo star system per dare sfogo alla sua personalità creativa. E così Kayleigh Rose Amstutz da Willard, Missouri, grazie a un fenomenale singolo, Good Luck, Babe! ha realizzato il suo sogno, quello per cui aveva lavorato duramente come commessa di un fast food per potersi permettere la fuga in California. E adesso, il suo stile, antitetico alla sobrietà, da clown con il viso sempre iper truccato è diventato un marchio di fabbrica che la accompagna in tutte le sue esibizioni. Idolo della comunità queer, Chappell ha rimescolato magistralmente il meglio della dance degli anni Ottanta e Novanta. Difficilmente sbaglia un pezzo ma una gaffe l’ha fatta nei giorni scorsi: «Tutti i miei amici che hanno figli piccoli stanno vivendo un inferno. Non conosco nessuno che sia felice». In poche ore migliaia di mamme le hanno spiegato sui social che invece essere genitori è anche la più eccitante ed emozionate avventura della vita».