Zuckerberg patteggia con Trump (e cerca casa vicino a lui): 25 milioni per chiudere la causa dopo l’assalto a Capitol Hill

  • Postato il 31 gennaio 2025
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L’avvicinamento di Mark Zuckerberg alla nuova amministrazione di Donald Trump si traduce in azioni sempre più concrete. Dopo avere presenziato al giuramento del presidente Usa, il fondatore di Facebook ha deciso di patteggiare col tycoon, accettando di pagare 25 milioni di dollari per risolvere la causa intentata dal presidente nel 2021 contro Meta – che possiede Facebook e Instagram – e il suo amministratore delegato dopo la sospensione degli account di Trump in seguito all’attacco del 6 gennaio. Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, 22 milioni andranno a un fondo per la biblioteca presidenziale e il resto coprirà le spese legali. E per lavorare sempre più a stretto contatto con la Casa Bianca, il fondatore del social – scrive il Financial Times – sta valutando la possibilità di acquistare una casa a Washington, finalizzata ad aver un impatto sull’approccio di Trump al settore tecnologico per cercare di influenzarlo nel decidere le regole del settore, inclusa l’intelligenza artificiale.

La scelta del patteggiamento ha fatto volare Meta a Wall Street, dove è arrivata a guadagnare fino al 5%. Negli ultimi tre mesi del 2024 meta ha registrato un aumento dei ricavi del 21% a 48,39 miliardi di dollari, sopra le attese degli analisti, e un utile netto in crescita del 49% a 20,83 miliardi. Per il primo trimestre del 2025 Meta stima ricavi per 39,5-41,8 miliardi, mentre le spese per l’anno in corso sono previste a 114-119 miliardi. Questo sarà un anno molto importante per la società, ha detto Zuckerberg. “La traiettoria di molte delle nostre iniziative di lungo termine sarà più chiara entro la fine dell’anno”, ha aggiunto mettendo in evidenza come la nuova amministrazione rilancerà l’innovazione. “Continuiamo a fare buoni progressi sull’IA e sul futuro dei social media”, ha messo in evidenza.

Il nodo delle pillole abortive – Ma sui social di Meta incalza la polemica, dopo che Instagram e Facebook hanno recentemente nascosto, bloccato o rimosso i post di due fornitori di pillole abortive. Instagram ha anche sospeso diversi account e nascosto i fornitori dalle ricerche e dai suggerimenti agli utenti del social. Le azioni sono aumentate nelle ultime due settimane e sono state particolarmente evidenti negli ultimi due giorni, secondo quanto riporta il New York Times. Meta ha confermato alcune sospensioni e l’offuscamento dei post. L’azienda di Mark Zuckerberg ha poi ripristinato diversi account e post dopo che il Nyt ha chiesto informazioni sulle sue azioni. Aid Access, uno dei maggiori fornitori di pillole abortive negli Stati Uniti, ha affermato che alcuni post sono stati rimossi dal suo account Facebook e nascosti su Instagram da novembre, e altri negli ultimi giorni. Inoltre, dice che è stato bloccato l’accesso all’account Facebook da novembre e quello Instagram è stato sospeso la scorsa settimana, sebbene sia stato successivamente ripristinato. Anche gli account Instagram di altri fornitori di pillole abortive, tra cui Women Help Women e Just the Pill, sono stati sospesi negli ultimi giorni, riporta il quotidiano. Meta, nell’occhio del ciclone da quando Zuckerberg ha annunciato cambiamenti radicali alle politiche sulla libertà di espressione all’inizio del mese, ha affermato che le azioni sugli account incentrati sull’aborto non sono correlate al cambiamento di tali politiche. Ma la tempistica degli incidenti, spiega il Nyt, ha sollevato diversi dubbi. Un portavoce della società ha attribuito alcuni dei recenti incidenti alle regole che proibiscono la vendita di farmaci sulle sue piattaforme senza la dovuta certificazione, parlando per alcuni episodi di “applicazione eccessiva”

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