Zola presenta la Champions: “Donnarumma sposta gli equilibri, non capisco il Psg. Tra le italiane dico Napoli. E Maresca è una delle nostre eccellenze”
- Postato il 16 settembre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Quella parata di Donnarumma sul 2-0…”. Il derby di Manchester, stravinto domenica dal City ben oltre il 3-0, con una doppietta del solito Haaland che si è regalato una settimana da sette gol tra nazionale e club, è terminato da un paio di ore. Gianfranco Zola risponde da Londra, nel bel mezzo di Milan-Bologna. A un certo punto, segna Modric e scappa un “woow” all’ex giocatore di Torres, Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari, 59 anni, miglior italiano di sempre nella storia della Premier e del campionato inglese in generale. Il tema della conversazione è la Champions al via, un lungo cammino che porterà alla finale di Budapest, in programma il 30 maggio 2026.
Dicevamo di Donnarumma, trionfatore dell’ultima edizione, con il 5-0 del Psg sull’Inter entrato nel libro dei record.
Donnarumma è stato subito protagonista con il City. La parata sul tiro di Mbeumo al 61’ è stata un capolavoro. Solo lui poteva arrivare con la mano su quel pallone. Donnarumma è uno splendido acquisto per il Manchester City e può spostare gli equilibri della Champions. Lui tra i pali, Rodri recuperato a centrocampo, Foden tornato a livelli altissimi e poi quel mostro davanti, Haaland.
Possiamo affermare, senza mancare di rispetto nei confronti di Mbappé, che il norvegese è il miglior attaccante del mondo?
Sono due giocatori diversi. Mbappé è più esterno, Haaland è più centravanti in senso pieno, ma in questo momento è il più bravo in assoluto. Nei club, ha segnato 284 gol. In nazionale, 48 in 45 presenze. Numeri eccezionali per un ragazzo di 25 anni.
Torniamo a Donnarumma.
Mi chiedo per quale ragione il Psg lo abbia lasciato andare. Ci sono le mani di Gigio sulla Champions vinta nella finale contro l’Inter. Senza Donnarumma, il Psg sarebbe stato eliminato dal Liverpool o dall’Arsenal. Ho notato anche come è stato abbracciato dai giocatori del City dopo quella parata mostruosa. È stato il suo biglietto da visita per farsi subito amare, dai compagni di squadra e dal pubblico. L’Etihad è impazzito dopo quel capolavoro.
Il suo giudizio sulla nuova formula della Champions dopo la stagione d’esordio?
Confesso che ero tra gli scettici. Un po’ perché sono un dinosauro in tutte le cose della vita, un po’ perché mi è sempre piaciuto il format del dentro o fuori, ma ammetto che alla fine il parere è positivo. La dinamica del campionato rende tutte le partite aperte perché si gioca per la classifica. Poi scattano gli scontri diretti e si torna all’antico, ma in generale credo che sia stato scelto un compromesso giusto.
Secondo il supercomputer della società di analisi calcistica Opta, il favorito è il Liverpool, con il 20,4% di probabilità. Poi Arsenal (16%), Psg (12,1%), Manchester City e Barcellona (8,4% a testa). L’Inter è nona con il 3% insieme al Newcastle, il Napoli 12esimo con l’1,4%, Juventus e Atalanta sono 18esime con lo 0,6%.
Qui torna il dinosauro. Questi numeri sono un’indicazione, elaborata con i dati del momento, ma nel corso della stagione possono cambiare tante cose: infortuni, cali di forma, indisponibilità dei giocatori nei match chiave. Il quadro mi pare in ogni caso realistico, riferito all’attualità. Il Liverpool ha stravinto l’ultima Premier e si è ulteriormente rinforzato, l’Arsenal da diverse stagioni è sul pezzo in Inghilterra ed Europa, il Psg è campione in carica e il City ha completato il suo mercato con Donnarumma.
Le italiane?
Il Napoli mi ha impressionato in questo avvio di Serie A. De Bruyne e Hojlund sono rinforzi di altissimo livello. Se Conte, bravissimo, riesce a gestire bene il doppio fronte, il Napoli arriverà davvero lontano. In questo momento, non solo perché ha lo scudetto sul petto, mi pare la squadra italiana più competitiva.
La possibile sorpresa di questa Champions?
Il Chelsea, ma in realtà non sarebbe una sorpresa. Ha vinto il mondiale per club e Maresca ha superato con voto altissimo l’esame della prima stagione con i Blues. Maresca è una delle nostre eccellenze. Si era già capito a Leicester.
Il terzo allenatore italiano di questa Champions è De Zerbi.
Ha avuto un percorso entusiasmante fino a Brighton, portato in Europa, poi ha avuto qualche problema. Il suo calcio mi è sempre piaciuto. Vediamo che cosa accadrà quest’anno. Marsiglia non è un ambiente facile.
Mancherà Ancelotti, mister Champions con cinque trionfi.
Carlo mancherà davvero a tutti. È il simbolo di questo torneo.
Otto allenatori spagnoli nelle 36 squadre al via, poi tre olandesi, italiani, danesi, croati e belgi, due tedeschi e portoghesi: non ci sono dubbi sulla scuola calcistica dominante.
La Spagna è davanti a tutti come intero sistema. Guardiola ha segnato e sta segnando un’epoca.
Tra i giocatori italiani impegnati all’estero colpisce il dato inglese: Donnarumma, Calafiori, Tonali, Vicario e Leoni giocano in Premier. Tradotto, quasi mezza nazionale.
Una fortuna e un arricchimento. Guardate la crescita di Tonali a Newcastle. La Premier è l’esame di laurea più difficile. Superarlo significa essere davvero campioni di statura internazionale.
Sei squadre made in England al via: Liverpool, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Tottenham e Newcastle.
Il calcio inglese è l’unico che in questo momento riesci a opporsi allo strapotere degli spagnoli. Occhio però anche a Bayern, Psg e Napoli.
Londra sarà rappresentata da tre club.
Londra è Londra: una metropoli unica, anche sul piano sportivo.
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