Zerocalcare, scoppia la polemica internazionale per la foto con Hideo Kojima al Lucca Comics. Il fumettista: “Ora lo stanno a tartassà”

  • Postato il 5 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Zerocalcare e Hideo Kojima fanno una foto insieme al Lucca Comics &Games e scoppia la polemica internazionale. Il celebre game designer giapponese era in Italia, alla lucchese per presentare il suo ultimo lavoro, così come Michele Rech oramai ospite fisso a Lucca, ha voluto anticipare la nuova serie animata nel 2026 su Netflix, Due spicci. I due si sono incontrati nei corridoi della manifestazione e si son scattati una foto insieme. Foto che però dopo alcune ore è scomparsa dai profili social di Kojima dopo le numerose critiche provenienti dalla comunità turca. Al centro della polemica sarebbe lo scatto dove Kojima tiene in mano l’edizione giapponese di Kobane Calling, la graphic novel del 2016 di Zerocalcare, il reportage a fumetti dell’autore romano sulla resistenza curda al confine tra Turchia e Siria contro le forze dell’ISIS. Inutile dire che il post sia sulle pagine social di Bao Publishing che su quelle del game designer giapponese ha ottenuto milioni su milioni di visualizzazioni prima della sua rimozione.

Il fumetto al centro delle polemiche celebra l’operato dello YPG (Unità di Protezione Popolare), un gruppo politico considerato dalle autorità turche legato al PKK, quindi classificato organizzazione terroristica dalla Turchia, dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. Sono stati i media turchi a sottolineare la gaffe politica di Kojima che da tempo nei suoi videogiochi aveva denunciato il tema dei bambini soldato, tra questi proprio una cecchina curda che appare nella saga Metal Gear Solid. L’accusa internazionale, rilevata anche dai rapporti ONU, sarebbe quella che l’YPG recluti anche minori. Per questo la polemica si è infiammata ed è corsa su tutti i canali social, d’informazione e perfino politici di mezzo pianeta. Kojima, o chi per lui, ha rimosso dopo qualche ora la foto dai suoi profili ufficiali, mentre lo scatto rimane visibile sulla pagina di Bao Publishing, l’editore di Zerocalcare.

Quest’ultimo è intervenuto con un video dove appare nella classica e amata sua stilizzazione a fumetto e spiega l’accaduto. “Ho beccato Kojima a Lucca, il Gesù Cristo dei videogiochi”, racconta rapido e ironico Rech con il suo trafelato romanesco. “Il mio editore mi ha detto portagli l’edizione giapponese di Kobane calling (…) io gli ho chiesto una foto per cortesia, ma il libro l’ha alzato lui (…) qualcuno del suo giro gli deve aver detto guarda che questo è gobbo e pelato ma è forte. Poi lui posta sta roba e fa 200mila like. Il giorno dopo ha tolto la foto. Allora ho detto: maestro che t’ho fatto? Ho aperto internet e ho visto duecento siti turchi che dicevano che Kojima aveva pubblicato un post a favore del terrorismo. Eh certo per i turchi son tutti terroristi e ora stanno a tartassà il povero Kojima”. Intanto nel video dove si susseguono vignette di Zerocalcare a commento della vicenda, viene mostrato Kojima dietro le sbarre: “Potrebbe essere arrestato per il suo post su PKK, non ti volevo mannà carcerato”. Infine la battuta di Rech: “Storia oggettivamente drammatica che conferma brutto sospetto già sapevo: non posso andarmi a fare un trapianto di capelli in Turchia. Sono condannato alle calvizie per le mie opinioni scomode”.

Video @Zerocalcare Instagram

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Il Fatto Quotidiano

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