Zelensky attacca Mosca: “Farsa diplomatica” al vertice di Istanbul
- Postato il 15 maggio 2025
- Di Panorama
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Quello che doveva essere il primo giorno di colloqui fra Russia e Ucraina ad Istanbul si è trasformato in una “sceneggiata diplomatica”.
In mattinata, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato ad Ankara assieme alla sua delegazione, dove ha tenuto un bilaterale con il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Che i negoziati non stessero cominciando sotto i migliori auspici si era capito già all’arrivo in aeroporto nella capitale turca, infatti, il Presidente ucraino ha subito commentato aspramente la composizione della delegazione russa affermando: «Sappiamo tutti chi prende le decisioni in Russia, non conosciamo ancora il livello ufficiale della delegazione, ma da quello che vediamo sembra una farsa». Gli ha risposto subito a tono la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che dalla Russia ha definito Zelensky «un clown, un fallito, una persona dall’istruzione sconosciuta». Non esattamente uno scambio di battute “diplomatico”.
In Turchia erano presenti anche i due inviati speciali del Presidente americano, Steve Witkoff e Keith Kellogg, coadiuvati dal segretario di Stato Marco Rubio. Proprio lui, intervistato poche ore prima dell’inizio dei colloqui, ha dichiarato che gli Stati Uniti «vogliono vedere progressi», riaffermando la posizione aperta e disponibile di Washington per risolvere il conflitto: «Lo ripeto, non esiste una soluzione militare alla guerra in corso tra Russia e Ucraina. Questo conflitto non finirà con una soluzione militare, ma diplomatica. E prima si raggiungerà un accordo, meno persone moriranno e minore sarà la distruzione»
Il “giallo” relativo alla composizione della delegazione russa si era concluso ieri sera, quando il Cremlino, dopo un silenzio durato quasi due giorni, ha diffuso i nomi dei negoziatori impegnati da oggi nella città turca. La delegazione sarà guidata da Vladimir Medinsky, assistente del Presidente russo. Presenti anche il Viceministro degli esteri Galuzin e il Viceministro della difesa Fomin.
Nessun grande nome, dunque, né Putin, come auspicato dal Presidente ucraino Zelensky, né Lavrov, come ipotizzato dai media americani. Bensì una lunga lista di viceministri e tecnici, non dissimile dalla delegazione che partecipò ai colloqui di pace di marzo e aprile 2022 prima in Bielorussia e poi nella stessa Istanbul.
Il messaggio del Cremlino appare chiaro: i negoziati iniziati di oggi sono una continuazione di quanto avviato ormai più di tre anni fa. Lo ha detto espressamente anche il capo delegazione russo Medinsky: «Noi consideriamo questi colloqui come la continuazione del processo di pace di Istanbul». Secondo Mosca, infatti, i colloqui del 2022 avevano portato ad una bozza di accordo di pace, ma la trattativa era stata poi bruscamente interrotta da Kiev su imbeccata occidentale. L’Ucraina non ha mai confermato questa versione, con Zelensky che ha più volte dichiarato come le trattative fossero solamente in una fase di studio.
Per l’Ucraina, come dichiarato dallo stesso Zelensky, l’obiettivo è arrivare ad un cessate il fuoco, considerato come la base da cui procedere per ulteriori negoziati. Una misura che difficilmente Mosca, in chiaro vantaggio sul campo di battaglia, accetterà.
Ad ogni modo, la delegazione è composta dal ministro della Difesa Rustem Umerov, capo delegazione, dal ministro degli Esteri Andrei Sybiha e dal capo dell’Ufficio presidenziale Andrij Yermak. Nel pomeriggio Zelensky si è molto lamentato del fatto che la delegazione mandata da Mosca fosse di un livello inferiore rispetto a quella ucraina, arrivando a dire che la delegazione di rappresentanti «di un livello piuttosto basso» fosse un chiaro segno «di mancanza di rispetto, verso il mondo e verso tutti i partner».
Assente anche il Presidente americano Donald Trump, che in mattinata da Doha ha fatto sapere che «se succedesse qualcosa, andrei venerdì». Il Presidente americano ha comunque sottolineato che «non succederà nulla finché io e Putin non ci incontreremo», una breve ma scomoda verità.