Zelensky accetta di trattare sulla proposta di pace americana, l’Europa corre per mettersi di traverso

  • Postato il 21 novembre 2025
  • Di Panorama
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È bastato un colloquio con il Segretario all’Esercito americano Dan Driscoll per convincere il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a prendere in considerazione il piano di pace stilato da Steve Witkoff e Marco Rubio, con l’aiuto dell’inviato speciale del Presidente russo Kirill Dmitriev.

Zelensky accetta con riserva

In un breve filmato pubblicato poco dopo il termine del suo colloquio con Driscoll, il Presidente ucraino ha dichiarato sui social che «la parte americana ha presentato i punti di un piano per porre fine alla guerra: la loro visione. Ho delineato i nostri principi fondamentali. Abbiamo concordato che i nostri team lavoreranno sui punti per garantire che tutto sia autentico». Per la prossima settimana, invece, è prevista la telefonata tra il leader ucraino e il Presidente Donald Trump.

Un “sì” condizionato, insomma. E non è difficile ipotizzare i punti su cui Zelensky vorrà forzare la mano: garanzie che comportino un automatico intervento dell’Occidente in difesa di Kiev nel caso di una rinnovata aggressione russa, nessun limite sulle forze armate ucraine e, più importante di tutti, evitare di mettere un vincolo costituzionale che impedisca l’accesso di Kiev nella NATO.

Punti ribaditi anche ieri dalla rappresentante ucraina presso le Nazioni Unite Khrystyna Hayovyshyn, che ha asserito come le “linee rosse” di Kiev non dovranno essere superate, fra cui i limiti alle dimensioni dell’esercito e il diritto di scegliere le alleanze a cui appartenere.

L’Europa cerca di inserirsi

Si può affermare senza alcun tipo di esagerazione che la rinnovata spinta diplomatica ha spiazzato non poco i vari euroburocrati e ministri europei, che nella giornata di ieri si sono affrettati a ripetere il mantra di “nessuna pace senza Europa e Ucraina”.

Kiev è ora pienamente coinvolta, quindi l’unica esclusa, almeno per il momento, sembra proprio essere l’Europa. Nel pomeriggio di venerdì è comunque atteso un incontro tra una delegazione Usa e la delegazione Ue di stanza nella capitale ucraina, con il piano di pace come oggetto dell’incontro.

Inoltre, secondo quanto riportato dal Financial Times, i leader di Regno Unito, Germania e Francia (tutti in Sudafrica per il G20) terranno sabato un incontro che avrà come tema di discussione il piano.

la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, anch’ella in Sudafrica, ha dichiarato che «discuteremo della situazione sia con i leader europei che con i leader qui presenti a margine del G20», aggiungendo inoltre che «contatterà il presidente Zelensky per discutere la questione».

Il Piano sarebbe una sconfitta totale per l’Ue

Non è comunque difficile intuire il motivo che ha portato gli Stati Uniti a escludere l’Europa dalla stesura del piano. Il contributo europeo alla risoluzione del conflitto è semplicemente inesistente, giusto ieri il capo della diplomazia Ue, l’estone Kaja Kallas, ha dichiarato pubblicamente che gli obiettivi dell’Unione sono «primo, indebolire la Russia; secondo, sostenere l’Ucraina». Non sorprende quindi che un interlocutore di tal fattura non sia stato scelto come mediatore.

Il piano di pace, se implementato, avrebbe come unico vero sconfitto l’Ue. In esso Kiev dovrà cedere l’intero Donbass e inserire nella sua costituzione l’impossibilità di accedere alla Nato, mentre il dispiegamento di qualsiasi soldato appartenente a un Paese Nato verrebbe vietato, con buona pace della “coalizione dei volenterosi”. Kiev otterrebbe però garanzie di sicurezza dagli americani, gli europei, solo miliardi da spendere nella ricostruzione.

Autore
Panorama

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