Zaniolo, Vigorelli in esclusiva: "Vuole riprendersi l’Italia. A Udine Runjaic lo ha messo al centro del progetto"

  • Postato il 17 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Nicolò Zaniolo è ripartito da Udine con obiettivi importanti ma il più emblematico è quello che lo porta a puntare la maglia azzurra: l’ex giallorosso vuole riprendersi l’Italia e giocarsi chances per rientrare nel giro dei convocati di Gennaro Gattuso.

In questa pausa per gli impegni delle Nazionali si è molto parlato di calciomercato, in vista dell’ormai imminente sessione di gennaio. Ma c’è un giocatore che, dopo situazioni difficili, non occupa le prime pagine dei giornali per un trasferimento.

È Zaniolo, calciatore arrivato all’Udinese in prestito dal Galatasaray, l’estate scorsa e autore di tre gol in questo inizio di stagione bianconero. Di questo, e molto altro, abbiamo parlato con Claudio Vigorelli, storico agente del 26enne ex Roma.

La rinascita di Zaniolo all’Udinese

La rinascita di Zaniolo all’Udinese a passa da alcune esperienze negative. Cosa è cambiato dalla Roma ad oggi?

“Non vuole essere un alibi, ma questo ragazzo ha avuto due infortuni molto seri al ginocchio (lesione del legamento crociato anteriore destro e, poco dopo il rientro, di quello sinistro, entrambi nel 2020, ndr). È stato lanciato nel calcio che conta da giovanissimo: da una parte Roberto Mancini che lo convocò in Nazionale, dall’altra Di Francesco che lo mise in campo da titolare nella Roma contro il Real Madrid al Bernabeu. Una piazza fantastica quella giallorossa, ma, allo stesso tempo, particolare. La sua maturazione sta arrivando adesso, dopo una serie di situazioni che, comunque, lo hanno fatto crescere. Sta trovando anche una collocazione importante in campo con, finalmente, un allenatore, Kosta Runjaic, che gli ha dato responsabilità, ma anche libertà d’azione mettendolo al centro del progetto. Voglio mettere in rilievo anche l’operato del direttore Nani e della famiglia Pozzo che hanno creduto molto in questo rilancio. Ritorno in Nazionale? È il sogno di tutti i calciatori. Resta un obiettivo, ci auguriamo di rivederlo a breve in azzurro. Deve continuare a fare bene, tutto arriverà di conseguenza”.

Il nome sul taccuino: Michael Kayode

Altro calciatore che merita grande attenzione, presente nella scuderia della Vigo Global Sport Services, è Kayode, passato dalla Fiorentina al Brentford nel gennaio scorso.

“Sono molto contento di quello che sta facendo Michael. La Premier è il campionato fatto su misura per lui, la sua fisicità gli ha permesso di imporsi subito. È in continua crescita, anche lui deve continuare su questa strada. È un ragazzo che ha davanti una carriera importante”.

L’inizio della carriera di un agente

Facciamo un passo indietro: un racconto di quelli che incuriosisce sempre è quello dell’inizio della carriera di un agente. E quello di Vigorelli non fa eccezione.

“La passione è la leva di tutto e la mia è una storia da romanzo. Mi occupavo della gestione degli ospiti delle redazioni sportive dell’allora gruppo RTI, oggi Mediaset, per trasmissioni storiche come Pressing, condotto da Raimondo Vianello, e L’Appello del Martedì con Maurizio Mosca. C’erano sempre dei calciatori in studio. Una domenica, il mitico portiere Michelangelo Rampulla segnò un gol di testa in un Atalanta-Cremonese (23 febbraio 1992, ndr) e Mosca mi chiamò immediatamente per dirmi di invitarlo la settimana successiva. Diventai, poi, amico di Rampulla che mi chiese di fargli da procuratore. Da lì in poi feci tutti i passaggi per diventare agente e fui molto fortunato a partire con un giocatore di Serie A, che poi si trasferì dai grigiorossi alla Juventus subito dopo. Lui è stato il mio primo assistito, siamo rimasti amici e ci sentiamo spesso”.

Il passaggio di Eto’o dall’Inter all’Anzhi

Uno degli assistiti più importanti della carriera di Vigorelli porta il nome di Samuel Eto’o. Il suo passaggio dall’Inter all’Anzhi nel 2011 fece scalpore e, all’epoca, diventò il giocatore più pagato del mondo con 20 milioni di euro d’ingaggio all’anno. Come nacque quell’operazione?

“Ho avuto il privilegio di lavorare per un campione come Samuel Eto’o, mi sono occupato di sette operazioni che lo hanno riguardato. Dal Barcellona all’Inter e poi tutti gli altri. Il trasferimento all’Anzhi, all’inizio, sembrava quasi una follia. Il proprietario era un multimilionario russo che fece di tutto per portare grandi campioni in squadra, come Roberto Carlos. All’inizio non pensavo che la cosa potesse avere seguito, ma Samuel aveva tanta voglia di mettersi alla prova. Il braccio destro del presidente mi chiamò, primo appuntamento a Montecarlo e da quel momento le cose presero forma e affrontammo questa esperienza, anche se non durò tantissimo. Due anni dopo, infatti, tornò in Europa passando al Chelsea”.

Il baby talento su cui puntare

Nel frattempo, il lavoro di un procuratore resta sempre quello di scovare giovani calciatori dal grande potenziale. Attualmente, qual è quello più pronto per il grande salto tra quelli sotto la sua ala?

“Quello che mi piace di questa professione, che continuo a svolgere con tanta passione, è accompagnare i talenti fin da giovani nel loro percorso. La filosofia mia e dell’agenzia è quella di un avere un serbatoio di giocatori emergenti da seguire dall’inizio della carriera. Forse, ad oggi, quello maggiormente pronto per il grande salto è Giacomo Corona, classe 2004 del Palermo. Figlio d’arte, il padre Giorgio è stato un bomber che ha calcato anche i campi della Serie A con ottimi risultati. Da questa stagione è nel gruppo della prima squadra guidata da Filippo Inzaghi, un allenatore che gli può insegnare molto e sa riconosce il valore di un attaccante”.

Calcio, algoritmi e tecnologia: a che punto siamo

Infine, uno sguardo al futuro. Si parla sempre di più di algoritmi anche nel mondo del calcio, mettendo da parte lo scouting e la visione diretta sul campo dei calciatori. La tecnologia è un valore aggiunto per il mondo del pallone?

“Tutto si evolve, anche nel calcio. Non bisogna andare in un’unica direzione, un mix tra le due cose è la chiave vincente. Sicuramente, i numeri sono un supporto importante per individuare il profilo giusto. Così com’è altrettanto importante conoscere il giocatore sotto il profilo prettamente di campo, andando a vedere dal vivo le partite, e umano, conoscendo la famiglia e la vita privata”.

ALESSIO LENTO

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