Zaccardi: l'Hitler "comunista" imbarazza la sinistra
- Postato il 11 gennaio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Zaccardi: l'Hitler "comunista" imbarazza la sinistra
Hitler era comunista. Parola di Alice Weidel, leader del partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland (Afd). Intervistata su X dal patron di Tesla Elon Musk, Weidel è stata categorica: il suo non è un partito nazista, come vuole l'accusa mossa da più parti, ma l'esatto opposto.
Perché Hitler era di estrema sinistra. «All'epoca, durante il Terzo Reich, i nazionalsocialisti erano socialisti. Hitler è stato classificato come un conservatore, ma non lo era. Era un comunista, uno spirito socialista. Hitler era un socialista antisemita e noi siamo esattamente il contrario: noi siamo un partito conservatore» ha detto Weidel.
Affermazioni che scatenato la reazione di Angelo Bonelli di Avs. «Il plurimiliardario, proprietario di Space X, è riuscito nell'impresa di far parlare su X i neo nazisti di Afd veicolando la notizia che Hitler non era un nazista ma un comunista» ha detto il deputato di Avs. Ma quanto c'è di vero nelle parole di Weidel? O si tratta soltanto di un tentativo di rendersi presentabile in vista delle imminenti elezioni federali del 23 febbraio?
Per Marco Cuzzi, nelle parole della leader di Afd qualcosa di vero c'è. «Sia il fascismo che il nazionalsocialismo sono il risultato di un sincretismo di sistemi di pensiero precedenti. Sicuramente in entrambi c'è una forte componente statalista, nel senso che sia il nazismo hitleriano sia il fascismo mussoliniano erano favorevoli a un intervento dello Stato nell'economia, con una particolare attenzione al welfare» spiega Cuzzi. «Va riconosciuto che sia nel fascismo, in alcune sua fasi, sia nel nazismo ci sono aspetti che potrebbero far ascrivere alcune loro aspirazioni alla grande famiglia della sinistra. Non dimentichiamoci che le camicie brune, le Sturmabteilung meglio conosciute come SA, che arrivarono a contare anche 3 milioni di effettivi, venivano chiamate anche “battaglioni bistecca” perché brune fuori e rosse dentro: all'interno dei loro ranghi c'erano infatti tantissimi ex comunisti».
Che Alice Weidel abbia ragione? «Al netto di queste similitudini, il ragionamento della leader di Afd è sbagliato per una serie di motivi» prosegue Cuzzi. «Innanzitutto Weidel si dimentica che il 30 giugno del '34, in quella che divenne famosa come la Notte dei lunghi coltelli, Hitler decise di decapitare i vertici delle camicie brune. E capeggiò lui stesso, armi in pugno, l'incursione. La decisione fu presa in ossequio agli ordini dei poteri forti tedeschi: sia i capitalisti, che avevano finanziato l'ascesa del Führer, sia l'esercito volevano togliere di mezzo la parte rivoluzionaria e sovversiva del nazismo. Insomma, Hitler fece una scelta conservatrice, anzi reazionaria alleandosi con il grande capitale. Stessa cosa avvenne in Italia: anche Mussolini si schierò a favore dei grandi gruppi industriali. Poi, certo, in entrambi i regimi c'è un afflato sociale, ma né Hitler né Mussolini hanno smantellato il sistema capitalista».
L'accostamento fatto da Weidel tra Hitler e il comunismo è quindi solo un modo per rendersi presentabile? «È un modo per sdoganarsi visto che all'interno del suo partito le frange con simpatie naziste sono consistenti. Insomma, dare l'immagine di un partito liberale e liberista». I motivi per respingere la lettura di Weidel sono solidi. «Dire che Hitler era comunista è un'affermazione che non sta in piedi... Semmai socialista, ma il socialismo nazionale di Hitler passava da un compromesso con i poteri forti non certo per il socialismo teorizzato dai pensatori dell'800».
Anche il legame che unisce il nazismo con alcune posizioni di sinistra è piuttosto labile. «Ci sono stati alcuni interventi a favore delle classi lavoratrici, un certo sviluppo dello Stato sociale e una diminuzione della disoccupazione, ma in quel periodo il welfare state ha preso piede ovunque, sia negli Stati Uniti di Rooslvelt sia in Francia con il Fronte popolare». Anche per lo storico Gianni Oliva il paragone non regge. «Hitler ha conservato gli equilibri sociali della Germania. Ha praticato una politica antioperaia e contro le classi popolari. Non a caso durante il Terzo Reich la grande industria ha fatto ingenti profitti. Senza contare che Hitler mise a disposizione dell'industria tedesca una manodopera schiavizzata recuperata in mezzo mondo. Inoltre, all'epoca comunista era l'Urss e uno dei principii di Hitler era proprio l'anti bolscevismo la lotta all'Unione Sovietica». Insomma, quella di Weidel è solo una sparata? «Sono affermazioni da parte di un tipo di politica che parla di storia per mettersi delle bandiere. Il comunismo di Stalin, il fascismo di Mussolini, il nazismo di Hitler sono i grandi peccati del Novecento e andrebbero lasciati al passato».
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