YOON SAN-HA: «In CHAMELEON mostro lati di me che nessuno ha mai visto»

  • Postato il 9 agosto 2025
  • Di Panorama
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C’è qualcosa in YOON SAN-HA che sfugge a qualsiasi definizione. Una dolcezza che non è mai debolezza, una sensibilità avvolta nell’incanto, una voce che si piega, si adatta e si rimodella con la grazia di chi ha imparato a danzare nell’invisibile. Non è un caso che il suo nuovo mini album si intitoli CHAMELEON. Perché lui è sempre stato così: un artista camaleontico, in costante mutamento, capace di attraversare paesaggi sonori diversi senza mai perdere la propria luce.

Il 15 luglio, YOON SAN-HA — membro degli ASTRO e una delle voci più delicate della sua generazione — è tornato con un attesissimo progetto solista. L’annuncio era arrivato il 23 giugno, attraverso un mood film cinematografico pubblicato sui canali ufficiali della fantagio. Da lì è iniziato un viaggio visivo tra concept photo che erano vere e proprie schegge d’anima: EXHALE, INEXORABLE, EXCURSION, INCHOATE. Non un semplice esperimento di stile, ma un diario emotivo che racconta quanto l’artista sia cresciuto — e con quanta audacia oggi crei.

L’album, CHAMELEON, contiene cinque tracce: dalla title track EXTRA VIRGIN alla crepuscolare 6PM (Nobody’s Business), passando per Bad Mosquito, AURA e la struggente bellezza di Love you like fools. In ogni brano, SAN-HA mostra un volto diverso, una nuova sfumatura. Eppure, in ogni trasformazione, resta inconfondibilmente se stesso. C’è una leggerezza nella sua interpretazione, la sicurezza silenziosa di chi sa che la vera evoluzione non ha bisogno di essere annunciata: accade, e basta.

Nel commento all’album, diffuso prima del lancio, ha dichiarato: «Con CHAMELEON voglio mostrare una trasformazione completamente diversa rispetto a DUSK. In questo album convivono stili diversi. Voglio incontrare tutti attraverso lati nuovi e mai visti di me stesso». E ci riesce. Perché nella voce di YOON SAN-HA c’è qualcosa che sa di conforto. Come una carezza inaspettata. Come un ricordo che torna piano, senza avvisare.

Undici mesi dopo il suo debutto solista, torna con un progetto che è un manifesto silenzioso di libertà: la libertà di cambiare, di esplorare, di rischiare. Ma soprattutto, la libertà di restare fedeli a se stessi — anche quando tutto il resto si trasforma.

Panorama.it ha parlato con lui in esclusiva.

Potresti iniziare presentandoti e raccontandoci cosa significa per te personalmente questo ritorno con CHAMELEON?

Questo album riflette molto di più le mie idee rispetto al mio primo progetto solista. Ho lavorato ancora più duramente per mostrare un’ampia gamma di generi e lati di me stesso, in linea con il nome “CHAMELEON”. Essendo il mio primo comeback dopo undici mesi, ha per me un significato speciale.

Hai debuttato come membro più giovane degli ASTRO nel 2016. Come pensi di essere cresciuto, musicalmente e personalmente, da allora?

Negli ultimi dieci anni è cambiato molto. Attraverso le attività soliste ho potuto esprimere in modo naturale più delle mie capacità. Musicalmente, ho sperimentato stili che non avevo mai provato quando promuovevo con il gruppo, e mi sono reso conto che il mio spettro si è ampliato.

Cosa ha ispirato il concept del tuo secondo mini album CHAMELEON? Perché proprio quell’immagine di trasformazione?

Più che da un’ispirazione specifica, ho scelto il nome “CHAMELEON” perché l’idea di cambiare colore a seconda dell’ambiente si adattava perfettamente al tema della trasformazione. Spero che chi ascolterà l’album pensi: “YOON SAN-HA è in continua evoluzione, indipendentemente dal genere o dal concept.”

La title track EXTRA VIRGIN fonde country e hip-hop, un mix davvero unico. Come è nata questa combinazione e cosa rappresenta per te il brano?

Con il mio primo album solista, sentivo di non aver potuto mostrare abbastanza dal punto di vista performativo, quindi questa volta volevo includere qualcosa di più orientato alla performance. EXTRA VIRGIN lo fa. Il brano cattura la sensazione di trovarsi tra giovinezza ed età adulta, esattamente dove sono io ora, e ho pensato fosse il modo perfetto per esprimerlo.

“Love you like fools” è un messaggio toccante per i tuoi fan. Puoi raccontarci le emozioni che hai provato mentre lo registravi?

Love you like fools esprime la gratitudine che provo per i miei fan. L’ho registrata con sincerità, perché volevo davvero comunicare loro i miei sentimenti più autentici.

In CHAMELEON, ogni traccia sembra riflettere un umore e un genere diversi. È stata una scelta consapevole per allontanarti dal tuo precedente stile narrativo in DUSK?

Non è stato tanto un distaccarsi consapevolmente dal passato, quanto un forte desiderio di mostrare lati più diversi di me stesso. Per questo ho scelto di riempire l’album con brani che avessero ciascuno un’atmosfera completamente diversa.

Come affronti di solito la scrittura o l’interpretazione di nuovi brani? Hai un processo o un rituale specifico?

Di solito non mi siedo con l’intenzione di scrivere testi. Tendo a segnare appunti quando provo un’emozione forte, e a volte quelle idee si trasformano naturalmente in parole per una canzone.

Quale parte di te — a livello vocale, emotivo o creativo — pensi emerga di più in questo album?

Quello che spicca di più è la fiducia che ho avuto in me stesso durante la preparazione di questo album. Avevo molti rimpianti per non aver potuto promuovere abbastanza il mio primo lavoro solista, così questa volta ho voluto riempire la tracklist di brani che potessi davvero portare sul palco. Ho avuto fiducia nelle mie scelte e credo che questa sicurezza si rifletta nel risultato finale, di cui sono molto orgoglioso.

Parliamo di ASTRO. Anche da solista, come continuano le esperienze con il gruppo a plasmare la tua identità artistica?

Hanno avuto un’enorme influenza su di me. Parlo spesso con i membri più grandi dei nostri rispettivi progetti, quindi continuo ad affidarmi molto a loro, sia per la recitazione sia per la musica.

Qualche membro degli ASTRO ti ha dato consigli o incoraggiamenti specifici per questo comeback da solista?

Ho fatto ascoltare ai membri i brani prima dell’uscita e, all’inizio, le loro reazioni erano un po’ tiepide. Questo mi ha fatto dubitare un po’ di me stesso, ma ho proseguito con fiducia girando il video musicale e facendo le foto per la copertina. Quando ho mostrato loro il risultato, la reazione è cambiata completamente: hanno detto che stava benissimo e che si adattava perfettamente all’estate. È stato molto importante per me.

Qual è il momento della realizzazione di CHAMELEON che non dimenticherai mai?

Onestamente, ogni singolo momento mi è rimasto impresso. Questa volta ho avuto molto più spazio creativo e ho discusso a lungo con l’agenzia, quindi ogni fase del processo ha per me un significato speciale.

Se potessi descrivere CHAMELEON usando una sola parola, quale sarebbe e perché?

“Fiducia”. Questo album è il risultato di aver creduto in me stesso dall’inizio alla fine. Per questo penso che “fiducia” sia la parola che più gli si addice.

E infine, se dovessi descriverti con una sola parola — non come artista, ma come persona — quale sarebbe?

Maknae. Sono il più giovane sia nel mio gruppo che nella mia famiglia. Per quanto tempo possa passare, voglio continuare a mantenere questo titolo. Un giorno, mi piacerebbe sentire qualcuno dire: “È cresciuto bene”, proprio come il maknae perfetto.

Autore
Panorama

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