WhatsApp apre alla pubblicità: via libera a inserzioni, abbonamenti e canali sponsorizzati

  • Postato il 17 giugno 2025
  • Di Panorama
  • 1 Visualizzazioni

La pubblicità sbarca su WhatsApp. Meta ha annunciato l’introduzione di inserzioni, abbonamenti ai Canali e possibilità per le aziende di promuovere i propri contenuti. La società guidata da Mark Zuckerberg nel primo trimestre di quest’anno ha registrato ricavi per 42,31 miliardi di dollari. E oltre 41 di questi miliardi provengono dalla pubblicità. Ecco spiegato perché le inserzioni arrivano anche sull’app di messaggistica più utilizzata al mondo. Cosa cambia per gli utenti? E la privacy sarà a rischio di profilazione e quindi pioggia di annunci personalizzati?

Come funzionano gli annunci e i nuovi abbonamenti ai Canali

Tutto avverrà nella sezione “Aggiornamenti”, l’area dell’app consultata ogni giorno da circa 1,5 miliardi di persone per sfogliare gli “Stati” dei contatti e seguire i “Canali” di brand e personaggi pubblici. Restano escluse da queste novità le conversazioni personali, protette da crittografia end-to-end. Per gli utenti, la differenza sarà evidente: inizieranno a comparire inserzioni pubblicitarie tra uno Stato e l’altro, in modo simile a quello delle Storie di Instagram. Alcuni Canali offriranno contenuti esclusivi, dietro pagamento di un abbonamento mensile e le aziende potranno promuovere i propri Canali per guadagnare maggiore visibilità. Meta tratterrà una commissione del 10% sui ricavi generati dagli abbonamenti. La mossa punta a trasformare WhatsApp, che conta 3 miliardi di utenti, in un nuovo motore pubblicitario, accanto a Facebook e Instagram.

Pubblicità mirata su WhatsApp? I dati usati (e i rischi per la privacy)

L’inserimento della pubblicità in WhatsApp solleva dubbi sulla gestione dei dati personali. Meta afferma che non verranno usate chat, chiamate o gruppi per il targeting pubblicitario. Tuttavia, verranno utilizzate informazioni come città, lingua e interazioni con Canali e annunci. E, soprattutto, se l’utente ha collegato il proprio account WhatsApp a Facebook o Instagram tramite il Centro gestione account, i dati raccolti dalle tre piattaforme verranno combinati per generare pubblicità personalizzate. Questo come si pone davanti alle normative europee? Il Digital Markets Act punta a prevenire le distorsioni del mercato dettate da abuso di posizione dominante dettato dall’uso congiunto di più piattaforme. L’organizzazione Noyb fa notare che Meta sta invece facendo questo e “gli utenti vengono tracciati per scopi pubblicitari senza alcuna reale possibilità di scelta”.

Perché la pubblicità su WhatsApp? I numeri e il futuro della messaggistica aziendale

Meta spinge sull’acceleratore ora, dopo anni di discussioni e rinvii. Perché? Il contesto economico spiega bene il tempismo della decisione. Nel primo trimestre del 2025, il colosso ha contato 42,31 miliardi di dollari di ricavi, di cui ben 41,39 miliardi provenienti dalla pubblicità. La voce “altre entrate”, che comprende anche WhatsApp Business e i servizi a pagamento, è cresciuta del 34% su base annua, arrivando a 510 milioni di dollari. Ma è ancora poco, se paragonato al resto dell’impero Meta. La pubblicità su WhatsApp rappresenta quindi un tassello strategico, che punta a rendere la messaggistica aziendale un pilastro del business. Gli utenti quando vedranno le prime pubblicità tra gli Stati e le novità annunciate? Da subito, in modo graduale, ma da subito.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti