Washington e Damasco verso la pace: Trump accoglie al-Sharaa alla Casa Bianca, inizia una nuova era di distensione
- Postato il 12 novembre 2025
- Di Panorama
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È ormai ufficiale la distensione tra Washington e Damasco. Lunedì, Donald Trump ha ricevuto alla Casa Bianca il presidente siriano, Ahmed al-Sharaa.
“Vado d’accordo con il presidente, il nuovo presidente della Siria, e faremo tutto il possibile per garantire il successo della Siria”, ha dichiarato Trump nell’occasione, mentre al meeting prendeva parte anche il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan. Il leader siriano, dal canto suo, ha parlato dell’inizio di una “nuova era” di collaborazione con gli Stati Uniti. Nel frattempo, un funzionario americano ha confermato che Damasco si unirà alla coalizione internazionale che combatte l’Isis. Infine, pur escludendo un’imminente adesione della Siria agli Accordi di Abramo, al-Sharaa non l’ha neppure del tutto esclusa in futuro. “Non intendiamo avviare direttamente un negoziato in questo momento”, ha dichiarato lunedì parlando con Fox News. “Forse l’amministrazione statunitense, con il presidente Trump, ci aiuterà a raggiungere questo tipo di negoziato”, ha aggiunto. Secondo il ministro dell’Informazione siriano, Hamza al-Mustafa, i due leader hanno altresì discusso di cooperazione economica, revoca delle sanzioni statunitensi e dell’integrazione delle Forze democratiche siriane curde nell’esercito siriano.
La distensione tra la Casa Bianca e l’attuale regime di Damasco è iniziata lo scorso maggio, quando il presidente americano incontrò al-Sharaa a Riad attraverso la mediazione di Mohammad bin Salman e di Recep Tayyip Erdogan. Da allora, l’inquilino della Casa Bianca ha allentato le sanzioni nei confronti della Siria, migliorando notevolmente i rapporti con il Paese mediorientale. Alla base di questa svolta diplomatica emerge chiaramente il ruolo della Turchia: non a caso, come abbiamo visto, lunedì, alla Casa Bianca, era presente anche Fidan. Non dobbiamo infatti dimenticare che l’offensiva di al-Sharaa contro Bashar al Assad è stata spalleggiata principalmente da Ankara. La caduta del presidente baathista ha inflitto un duro colpo all’influenza della Russia sul Medio Oriente, incrementando invece quella di Erdogan, che da mesi lavora per promuovere una convergenza tra Damasco e Washington: convergenza che Trump ha acconsentito a portare avanti. È anche in cambio di questo “favore” che il sultano si è attivato per convincere Hamas ad accettare il piano di pace per Gaza, elaborato dalla Casa Bianca.
Dal canto suo, Trump, oltre a usufruire della sponda turca sulla crisi nella Striscia, ne sta approfittando per mettere sotto pressione il Cremlino in Medio Oriente. Vladimir Putin sta cercando di recuperare terreno in Siria. Ed è in questo senso che, a metà ottobre, ha ricevuto al-Sharaa a Mosca. Tuttavia, nonostante un parziale miglioramento dei rapporti, Damasco continua a essere sospettosa, dal momento che la Russia ha concesso asilo ad Assad dopo la sua caduta. Trump, dall’altra parte, si sta muovendo affinché l’attuale leader siriano interrompa definitivamente i suoi vecchi rapporti con le galassie jihadiste. Al contempo, il presidente americano sta da tempo spingendo affinché Damasco e Riad aderiscano ufficialmente agli Accordi di Abramo: per la Casa Bianca, si tratta di un passo fondamentale in vista della stabilizzazione del quadrante mediorientale.