Vuelta, Vingegaard teme Almeida. Poi "attacca" i media: "I manifestanti pro-Palestina vogliono essere ascoltati"
- Postato il 8 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Avrebbe dovuto essere una Vuelta chiusa a doppia mandata già dopo la prima settimana, e invece la terza settimana che scatta domani rischia di tramutarsi in una delle più incerte ed equilibrate delle ultime edizioni. Con Jonas Vingegaard che dovrà dissipare i dubbi sulla tenuta fisica dopo le fatiche della seconda settimana, e soprattutto Joao Almeida che dovrà dimostrare di saper affondare il colpo per davvero, sfruttando il lavoro dell’UAE e provando a ribaltare l’inerzia di una corsa comunque aperta. Perché 48 secondi da recuperare non sono pochi, ma neppure tanti. Specie vedendo il percorso che attende la carovana rossa.
- Insidia crono: "Almeida più forte, ma so quello che devo fare"
- Vingo pro-Palestina: "I manifestanti chiedono di essere ascoltati"
- Vuelta (poco) italiana: Pellizzari certezza, ora tocca a Ganna
- Geraint Thomas si è ritirato: Mr. G saluta col sorriso
Insidia crono: “Almeida più forte, ma so quello che devo fare”
Almeida sin qui il suo l’ha fatto debitamente. Ha limitato i danni quando Vingegaard ha attaccato sui Pirenei, poi ha cercato in tutti i modi di staccarlo, seppur senza riuscirci, nelle tremende rampe delle Asturie. Adesso avrà ancora almeno 4 opportunità per ribaltare la Vuelta: la cronometro di Valladolid (27 chilometri) potrebbe favorirlo se il danese sarà quello visto al Tour nelle prove contro il tempo, decisamente meno convincente rispetto al passato.
E poi gli arrivi in salita, su tutti quello della Bola del Mundo, dovranno dire se davvero il portoghese avrà la forza per attaccare, o se proverà semplicemente a fare il suo, sperando che il rivale ceda qualche metro strada facendo. Le fatiche del Tour potrebbero presentare il conto a Vingegaard, apparso meno brillante nella seconda settimana, ma pur sempre ancora padrone della corsa.
“Credo al 100% nelle mie possibilità”, ha spiegato Vingo nel giorno di riposo. “So di avere avuto alti e bassi, ma sono sicuro che l’ultima settimana sarà la migliore. Certo Almeida avrà anche la crono da poter sfruttare, ma io devo concentrarmi solo su me stesso e cercare di farla sembrare una prova a me favorevole. Due anni fa ricordo che feci male su un percorso simile, stavolta dovrò dimostrare di aver imparato la lezione”.
Vingo pro-Palestina: “I manifestanti chiedono di essere ascoltati”
Vingegaard, nell’incontro con la stampa, ha parlato anche della situazione legata alle manifestazioni pro-Palestina che tante grane hanno procurato all’organizzazione. “Chi protesta cerca una vetrina sui media e sta sfruttando la Vuelta a tale scopo. Quello che sta succedendo è terribile e penso che i media dovrebbero forse dar loro modo di far sentire la propria voce, evitando di indurli a fare gesti così estremi.
È un peccato che stia succedendo tutto questo durante una corsa che ci sta impegnando tanto, e penso che tutti i ciclisti la pensino come me. Loro vogliono solo farsi sentire, forse bisognerebbe ascoltarli e le cose cambierebbero”.
Tra l’altro proprio una manifestazione (a Bilbao) ha privato Vingegaard dell’opportunità di vincere una terza tappa in questa Vuelta, con il mancato arrivo allo sprint con Pidcock.
Vuelta (poco) italiana: Pellizzari certezza, ora tocca a Ganna
E la Vuelta degli italiani? Giulio Pellizzari è sesto in classifica, ma chiaramente sta giocando in appoggio a Jai Hindley che è a 32 secondi dalla terza piazza occupata da Pidcock. Pellizzari ha dimostrato di avere qualità importanti in salita e anche di essere maturo per ambire a determinati obiettivi. Intanto è maglia bianca e proverà a portarla fino a Madrid. “Però quello che conta è spingere Jai verso il terzo gradino del podio, e quello che verrà dopo sarà tutto un guadagno”, ha sentenziato il giovane marchigiano, che dimostra di essere anche un signor uomo squadra.
Mentre Giulio Ciccone ha fatto molta fatica a trovare la gamba: la maglia a pois è lontanissima, pertanto adesso all’abruzzese non resta che provare a vincere una tappa e rifinire la gamba in vista dei mondiali di Kigali, in Ruanda, dove sarà il capitano della nazionale italiana.
Chi invece sinora non s’è visto per niente è Filippo Ganna: la crono di Valladolid diventa nelle intenzioni il momento per provare a lasciare un segno, al netto di una Vuelta affrontata come prima vera corsa dopo la caduta al Tour che ne ha fortemente condizionato tutta la stagione.
Geraint Thomas si è ritirato: Mr. G saluta col sorriso
Piccola chiosa finale: domenica al Tour of Britain il mondo del ciclismo ha salutato Geraint Thomas, che a 39 anni ha deciso di ritirarsi. Il vincitore del Tour 2018, sul podio al Giro nel 2023 (battuto da Roglic nella crono finale sul monte Lussari) e nel 2024 (a distanza siderale da Pogacar), saluta dopo una carriera che l’ha visto emergere alla distanza, con il picco arrivato intorno ai 30 anni.
Ben voluto da tutti in gruppo, resterà nell’ambiente grazie alle sue qualità di attento osservatore (porta avanti un podcast già da due anni) che ne fanno uno dei volti più apprezzati dagli appassionati.