Vuelta: i manifestanti pro-Palestina vincono ancora, tappa accorciata di 8 km e successo di Bernal. Ma è una farsa

  • Postato il 9 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Ormai è diventata una “gara di sopravvivenza”. Ai manifestanti pro-Palestina, che senza ombra di dubbio sono diventati i veri mattatori di una Vuelta che rischia di diventare succube delle proteste, tali peraltro da condizionarne anche il risultato finale. Come accaduto nella prima tappa della terza settimana, accorciata di 8 chilometri in virtù del folto contingente di manifestanti che avrebbe atteso i corridori ai -3 dall’arrivo. Così la vittoria di Egan Bernal davanti a Mikel Landa passa inevitabilmente in secondo piano: la Vuelta sta perdendo credibilità, schiacciata da situazioni che col ciclismo nulla hanno a che vedere.

Gall fatica, Pellizzari avanza: adesso è quinto nella generale

In tutto questo però un barlume di luce c’è, almeno in ottica italiana: Giulio Pellizzari, rimasto sempre nel gruppo della maglia rossa, sale di una posizione in classifica generale, arpionando il quinto posto in virtù della lieve crisi che ha portato Felix Gall a vivere un’insolita giornata complicata, seppur abbastanza mitigata dall’arrivo posto ai -8 (e senza l’ascesa finale).

L’austriaco, che era parso piuttosto pimpante nelle tappe dell’Angliru e de La Farrapona, ha ceduto al forcing degli uomini Bahrain Victorious, con Buitrago e Tiberi che hanno imposto un ritmo forsennato riuscendo a produrre qualche scossetta, vedi appunto la mini crisi di Gall. Pellizzari però non distoglierà per questo l’attenzione da quello che è il suo primario obiettivo: aiutare Hindley a centrare il podio e provare a tenere per sé la maglia bianca di miglior giovane.

E sicuramente domani, sull’Alto de El Morredero, ci sarà spazio e modo per inventare qualcosa in casa Red Bull Bora Hansgrohe: sperando che non ci si metta qualche altra protesta a rovinare lo spettacolo, l’arrivo è di quelli che possono generare più di uno scossone nei piani alti della generale.

Sicurezza, questo è un problema: come si arriva a Madrid?

Il problema sicurezza è ormai dilagante alla Vuelta: il ritiro di Romo, caduto domenica scorsa dopo che uno spettatore aveva attraversato la strada (braccato da un poliziotto), testimonia che ormai il vaso è colmo. E domenica prossima, quando la Vuelta terminerà a Madrid, è già pronto un dispiegamento di mezzi oltre misura: il sindaco della capitale spagnola ha parlato di “tolleranza zero” nei confronti di chi si renderà protagonista di atti di protesta o violenza.

Oggi però il fronte dei manifestanti ha avuto la meglio: diverse decine di attivisti si sono radunate ai -3 dall’arrivo, con la polizia che non è riuscita ad arginarli, costringendo ASO ad accorciare la frazione. E precedentemente sull’Alto do Prado avevano fatto cadere un albero in mezzo alla strada, poi rimosso poco prima dell’arrivo del gruppo.

. Bernal, che era andato in fuga con un drappello di 16 corridori, se l’è giocata con Landa e l’ha battuto nettamente allo sprint, ma non ha esultato nemmeno, e questo la dice lunga sull’umore del gruppo. Perché ormai la Vuelta è succube di vicende che nulla hanno a che fare col ciclismo: di questo passo arrivare a Madrid senza altre “deviazioni” sarà davvero un successo.

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Virgilio.it

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